Parma una città senza nome

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In questo periodo in città a Parma dovrebbero partire i lavori di cura per gli alberi in vista dell’imminente stagione primaverile. Ecco allora che occorre ricordare il rispetto del Regolamento del verde pubblico che fissa i criteri per le potature e vieta le capitozzature ovvero quelle amputazioni alle piante che portano spesso alla loro morte.
Molti alberi non sono stati potati e pertanto si presenteranno gli stessi problemi che si sono manifestati lo scorso anno quando, insieme a tanti cittadini indignati dall’ignavia del Comune, sono riuscito a salvare 160 kaki potati male e destinati all’abbattimento da parte dell’Assessorato all’Ambiente.
Parma è piena di atti di cialtroneria ambientale perpetrati ai danni degli alberi. Abbiamo i gelsi capitozzati della zona di Via Newton, le piante abbattute in Via Barilli, gli alberi capitozzati in Via Nobel, gli alberi abbattuti al Parco Ducale, quelli abbattuti in Via Picedi Benettini e in Via Pellizzari, gli alberi abbattuti a Baganzola, gli alberi abbattuti in Via Burla.
Decine di segnalazioni mi sono giunte in questi anni da parte di cittadini sull’abbattimento o sulla capitozzatura di alberi. All’inizio mandavo le segnalazioni all’assessore Folli e suoi dirigenti ma non avevo risposta o avevo risposte evasive. Poi ho compreso che si tratta dell’ennesima prova della insensibilità di questa amministrazione impermeabile al grido di dolore dell’ambiente e alle segnalazioni dei cittadini.
Del resto cosa possiamo aspettarci da un sindaco che dichiara che ci sono troppi parchi a Parma o da una assessore che voleva ammazzare i citati kaki perché fanno i frutti. Cosa ci si può attendere da un’amministrazione che usa il Pardo Ducale, uno dei parchi storici più belli d’Italia come un parcheggio automobilistico durante la manifestazione delle Mille Miglia. Per non parlare dello scandalo del parco di via Jacobs dove di fatto si voleva concedere ad usi privati aree verdi a destinazione pubblica. Temo che la stessa sorte toccherà al Parco Ferrari.
Anche i mille alberi piantati, dichiarati dall’Assessore all’Urbanistica nel 2013 e frutto della monetizzazione del taglio di piante da parte di privati non sono poi stati accuditi ed innaffiati. La logica conseguenza è che molti sono di loro sono morti.
Cosa dire infine della biblioteca di Alice che verrà realizzata su un’area verde, una delle poche rimaste nel quartiere Pablo mentre a poca distanza si trovano edifici dismessi pronti per essere riqualificati. Tanti altri esempi si potrebbero citare e che fanno parte ormai nella storia recente di questa città.
A novembre dello scorso anno ho presentato una richiesta di accesso agli atti sui i lavori di riqualificazione del parco di Villa Parma e sui relativi abbattimenti di alberi. Nessuna risposta. Ho presentato una ulteriore richiesta di accesso agli atti sui costi e sulle responsabilità di chi voleva abbattere 160 alberi in centro storico. In tutta Italia si cerca di togliere le auto dai centri storici ma a Parma si vogliono invece togliere gli alberi. Queste richieste di accesso agli atti mi sono state ad oggi negate. Si tratta di una forma arrogante di gestione antidemocratica della macchina comunale.
Questa gente che si è ritrovata quasi per caso a fare l’assessore si ostina a non capire che un albero è una rappresentazione della Natura. Chi ammazza un albero offende la Natura e chi capitozza un albero bestemmia verso l’ambiente. Un albero è una testimonianza ambientale e valoriale con le radici nel passato e le braccia protese vero il futuro. Degradarlo a mero oggetto urbanistico è un affronto al diritto naturale di fruizione del paesaggio e del territorio sancito anche dalla Costituzione della Repubblica Italiana.
Manca amore per il territorio e i suoi 4 elementi. Parma sta diventando una città senza nome. A Parma c’è bisogno di aria nuova, scorgo il respiro del vento dietro le dune.

L’ambiente scomparso

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Nelle sedute dicembrine del Consiglio comunale di discussione del bilancio ho posto in discussione anche la gestione ambientale da parte dell’attuale Giunta durante il suo mandato. Ho estrapolato alcuni punti che meritavano una particolare attenzione. Purtroppo l’elenco della inadeguatezze è sintetico e non esaustivo.

Inceneritore. Era realizzato all’80% e se lo si fermava partivano cause milionarie. Tutte balle, ora lo sanno anche i sassi. Lo si poteva fermare ma è mancata la determinazione da parte del Sindaco e della Giunta di intraprendere ogni strada possibile.

In quattro anni il termo non solo non è stato chiuso ma funziona tranquillamente a pieno regime.
Chi è stato eletto per farlo chiudere è ancora al suo posto assieme a chi è stato nominato per cercare in modo legittimo di ostacolarlo. Nessuno di questi ha mai chiesto scusa ai cittadini.

La Giunta ha disatteso il lavoro di indagine della Commissione Ambiente ed è venuta meno agli impegni presi nei confronti del Consiglio Comunale che aveva approvato una delibera passata alla unanimità e che individuava una road map per cercare di tutelare l’ambiente (strategia di riduzione dei rifiuti, riconversione dell’inceneritore, tariffa dello smaltimento dei rifiuti e divieto di conferimento rifiuti da fuori Provincia, separazione del servizio di raccolta dal servizio di smaltimento dei rifiuti).

La Giunta aveva detto che avrebbe relazionato periodicamente in Consiglio comunale e in Commissione ambiente e non lo ha fatto. In pratica ha mentito al Consiglio comunale ovvero la massima istituzione di rappresentanza politica locale.

Monitoraggio ambientale – Vengono eseguiti i rilevamenti con le centraline ma il Comune non pubblicizza adeguatamente i dati che non si trovano neppure nel suo sito. In alternativa come compensazione ai fumi dell’inceneritore l’amministrazione realizza una pista ciclabile che è un po’ come dire che a uno che vuole smettere di fumare per Natale gli regali delle mentine per l’alito.

Inquinamento aria a Parma – C’è un inquinamento elevatissimo a Parma e non viene presa nessuna azione sia straordinaria sia strutturale a medio termine. Il fatto che quest’anno gli sforamenti nella centralina della zona Cittadella siano stati inferiori rispetto all’anno precedente non vuol dire che l’aria della zona si sia di colpo trasformata in aria di montagna limpida e pulita. Vuol dire solo che è una delle poche zone monitorate di Parma. Tante altre zone sono più inquinate e non rilevate nel nostro territorio. Dipende da tanti fattori (numero di veicoli che vi transitano, larghezza della strada, altezza degli edifici altezza dei punti di monitoraggio, ecc). Il limite delle leggi che pongono un limite sono dipesi dal fatto che se stai appena al di sotto della soglia di riferimento l’aria è pulita come un giglio e se stai appena di sopra l’aria diventa magicamente pestilenziale. Si tratta in realtà di limiti politici e assolutamente non idonei a evidenziare la drammatica situazione dell’inquinamento presente a Parma e nella pianura Padana in generale.

E’ mancata (e tuttora manca) una pianificazione di lotta all’inquinamento che individui un percorso comune con le altre città almeno confinanti e con gli altri comuni della provincia limitrofi alla città.

Gestione dei rifiuti e bando – E’ scaduto nel 2014 e il Comune non si è davvero voluto attivare politicamente con il suo peso di capoluogo di provincia per sollecitare ATERSIR. Ha scritto una lettere e basta, compito finito.

Manutenzione verde – Che la Giunta sia allo sbando in questo settore lo dimostra il caso della guerra dei kaki dove il comune ha stanziato 40 k€ per abbattere delle piante perché sporcano quando c’e’ già un contratto in essere che prevede la pulizia delle strade con passaggi settimanali.

Discariche – Una mega discarica presente a fianco del centro a Parma segnalata varie volte al Comune (sia dalle Guardie Ecologiche di Legambiente a settembre 2016 sia dal sottoscritto a in questi mesi in Consiglio Comunale). L’assessore all’ambiente nega in pratica ogni evidenza senza prendersi la briga di verificare la situazione (chiunque può farsi un’idea guardando la discarica su Google Maps a fianco del centro sportivo Lauro Grossi). Poi l’ex discarica Metalfer con nessun azione di responsabilità verso la proprietà.

Teleriscaldamento. Interessante poi il tema della proprietà delle rete del teleriscaldamento affrontato durante i lavori citati della Commissione Ambiente. L’amministrazione in sostanza non era riuscita a dare una risposta certa sulla proprietà di tali reti (se della multiutility o del Comune) e non era riuscita ad assumersi le responsabilità dichiarando in modo certo l’effettiva proprietà del TLR nel suo complesso (cfr Deliberazione del Consiglio comunale CC-2014-89 della seduta di Consiglio comunale del 30/10/2014). Successivamente l’ANAC il 02/05/2016 (cfr documento ANAC del febbraio 2015) ribadisce in sostanza quanto già era emerso nei sedute della Commissione Ambiente e cioè che le reti del TLR sono da considerarsi un Servizio Pubblico Locale e sono assimilate ad ogni effetto alle opere di urbanizzazione primaria. Il Comune invece non la pensa così ed evidenzia (ad aprile 2016 dopo un anno dal parere ANAC del febbraio 2015) che le reti del TLR nel territorio comunale non possono essere considerate opere pubbliche e vengono disciplinate come opere private.

Oneri di urbanizzazione – L’inceneritore è “un’opera privata di interesse pubblico”. Pertanto IREN dovrà pagare al Comune di Parma gli oneri di urbanizzazione della realizzazione dell’opera, che non sono stati versati, pari a circa due milioni. Lo ha stabilito l’Autorità anticorruzione, come si legge in un capitolo della relazione sull’attività svolta nel 2015 dedicato all’inceneritore ducale. Anche qui la Giunta sembra abbia fatto poco o niente e la situazione appare evidentemente in stallo.

Cosa rimarrà di questa Giunta – Infine vorrei chiedere al Sindaco, a Folli e alla Paci (ricordando ai due assessori che provenivano dal CGCR) di scrivere a Babbo Natale una letterina chiedendo di trovare sotto l’albero i 2 mln di € che Iren dovrebbe dare al Comune.

Ci sono politici che hanno fatto una campagna elettorale contro l’inceneritore e adesso col senno di poi mi chiedo cosa davvero abbiano fatto per fermare il termo. Ma non erano stati nominati per le loro competenze e per il loro convincimento di fare tutto quanto era possibile per fermare l’inceneritore?

Concludo augurando buon proseguimento alla Giunta sperando che lavorino il meno possibile (soprattutto su ambiente ed urbanistica) per quei pochi mesi di vita politica che le rimane. In tal modo si faranno meno danni. Auguri!

SOSPESO L’ABBATTIMENTO DEI KAKI

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Ho appena ricevuto dal Comune la bella notizia che i lavori di abbattimento dei kaki sono stati sospesi!

Alla fine sembra che quest’amministrazione si sia accorta dell’atto di killeraggio ambientale rappresentato dall’ammazzamento degli  alberi di Parma.

Dopo la mia presa di pozione, dopo che due associazioni ambientaliste (sodales e fruttorti) e diversi cittadini si erano attivati per la raccolta dei frutti, la Giunta ha fatto marcia indietro.

Ora insieme ai cittadini e alle associazioni proporremo un’azione di raccolta organizzata e permanente che dia un senso di comunità fra le persone e che salvaguardi il patrimonio ambientale di Parma.

Abbiamo dimostrato che  con pochi soldi si possono eseguire dei lavori all’insegna del buon senso e della pratica, elementi ormai da tempo alieni ai politici di professione.

Ringrazio vivamente i cittadini di Via Cremona, i cittadini di Via Cocconelli, Antonio presidente di Sodales e Franceesca referente di Fruttorti. Un grazie a tutti coloro che a titolo personale e a nome della nostra città hanno partecipato a questa azione di salvataggio degli alberi di kaki.

Grazie anche alla Giunta che si è ravveduta sperando che ora lo faccia anche per l’inceneritore.

 

Parma Repubblica

Gazzetta di Parma

Parma Report

Troppi kaki a Parma, il Comune ci ricasca

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Babele Italia

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In questi giorni il sistema mediatico enfatizza i problemi del M5S, sicuramente colpevole di aver agito in alcuni passaggi con evidente ingenuità. Ma quello che mi indigna è che la classe politica che in precedenza ha governato Roma voglia spacciarsi come vergine e scandalizzarsi per l’operato di un Sindaco insediato da 80 giorni. E’ dalla Giunta Alemanno che Roma è sotto scacco e si vuole attribuirne la causa alla Raggi. Penoso.

In questo bailamme, il sindaco di Parma cerca la visibilità mediatica nazionale per attaccare il M5S, ahimè colpevole di avergli dato la possibilità di diventare il primo cittadino di questa nostra meravigliosa città.

Con doti da puro statista un giorno si candida a ruolo di leader del M5S (Fonte) che tanto disprezza, e un altro giorno dichiara che sta pensando a una propria lista civica per concorrere alle prossime amministrative. (Fonte). Sono dunque evidenti le contraddizioni da parte di un sospeso dal M5S e in procinto di uscirne.

Da anni questa figura politica non è più interessata a rispettare gli impegni elettorali e tanto meno gli impegni presi col M5S che l’ha fatto eleggere. Il Sindaco ha invece deciso di costruirsi una carriera politica personale pare con l’appoggio di altri “fenomeni” sicuramente alieni al 5 stelle. Da tempo il personaggio coltiva il desiderio di accreditarsi presso altri soggetti politici come uomo capace e statista alternativo.

Noi cittadini sappiamo invece che siamo stati politicamente ingannati, abbandonati e traditi. La nostra Amministrazione è senza una guida culturale e politica dato che Il Sindaco decise ben presto di buttare alle ortiche il programma elettorale pentastellato. Le cinque stelle del programma erano: mobilità, energia, rifiuti zero, connettività, partecipazione. Nulla di tutto ciò è diventato davvero organico all’Amministrazione comunale. Siamo ormai alla scadenza del mandato elettorale e si può affermare che la maggioranza degli atti prodotti dai Dirigenti rappresenta la continuazione dei progetti della Giunta precedente. Proprio nell’ultimo Consiglio comunale è stato deliberato di realizzare una strada di collegamento fra il quartiere SPIP e Bogolese ideata nel 2006 e si è discusso di un mega centro commerciale approvato nel 2010 e i cui lavori inizieranno senza che questa Giunta abbia mai voluto fare qualcosa in linea col programma anche se aveva i poteri politici e giuridici per farlo.

Quindi abbiamo un sindaco sospeso (che mi rimanda al caffè sospeso al bar dell’angolo) e un programma 5 stelle sospeso. A tutto questo si aggiungono gli undici Consiglieri di maggioranza che si sono autosospesi dal M5S ma che non hanno presentato le dimissioni dal Consiglio comunale. Autosospendersi dal proprio movimento politico senza dimettersi è l’ennesima offesa ai cittadini che hanno votato per un cambiamento che non si è voluto realizzare.

La dichiarazione di conformità all’impianto politico è stata emessa dal premier Renzi che in questi giorni esprime apprezzamenti politici per il sindaco ducale. (Fonte). Chiaro come il sole, occorre altro per capire?

Dal piano urbanistico alla gestione dei rifiuti, dal debito pubblico fino alla gestione dei servizi sociali, la sottile linea rossa conduttrice delle scelte è apparsa essere quello del neoliberismo (insieme di concezioni politiche e economiche indirizzate ad una mera esaltazione del libero mercato) e in piena contraddizione col programma 5 stelle. Penso alla fine che il Sindaco ignori i valori che supportano il programma e il Movimento 5 stelle o semplicemente non li condivida.

Mai come in questi anni i cittadini si sono riuniti in comitati spontanei per cercare di trovare una soluzione ai problemi della città vista la trilogia della incomunicabilità dell’Amministrazione (Sindaco, Giunta e maggioranza in Consiglio comunale)

Le contestazioni pubbliche dei cittadini non sono mancate in questi anni.

Diverse volte ho personalmente chiesto scusa ai cittadini in quanto mi sono sentito coinvolto in diatribe da bar all’interno di un contesto istituzionale.

Penso che la vergogna e l’imbarazzo siano una prerogativa delle persone normali, dotate cioè di buon senso ed umiltà (intesa come capacità di incontrare ed ascoltare chi sa più di te).

Ecco cosa penso;  penso che gli ignoranti e gli arroganti pur di non ammettere i propri limiti ed errori continuino imperterriti a sbagliare nella convinzione di essere nel giusto e di non dubitare mai di niente evidenziando un atteggiamento fideistico vero il capo di turno.

José Mujica, ex capo dello Stato dell’Urugay soleva dire: «Il potere non cambia le persone, mostra come sono veramente». L’anno prossimo i parmigiani diranno chi sarà il nuovo Sindaco.

Ora si tratta di alzare lo sguardo verso il futuro di una città che è migliore rispetto agli attuali politici che la amministrano.

Occorre quindi immaginazione per vedere una città con un senso maggiore di comunità e che sia più sicura.

Avere questo tipo di visione richiede coraggio e impegno, ma ci offre la speranza di poter capire che le decisioni che prendiamo oggi si confermeranno giuste per il futuro della nostra città

Fuori c’e’ caldo

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Probabilmente è il caldo estivo. Allora d’estate molta gente va in ferie. Totalmente. Fra un fritto misto al limone e un bicchiere di vino bianco freddo proviamo a buttare un occhio su una notizia banale e balneare.

A metà luglio 2016 ho riscontrato un’anomalia all’interno del sito internet comunale.
In precedenza avevo chiesto alla pubblica amministrazione di inserire il Movimento 5 stelle Parma nella composizione del Consiglio Comunale del sito istituzionale del Comune di Parma.
Ora dopo una serie di richieste all’Ufficio di Presidenza, questi prende tempo rifiutandosi di fatto di inserire il logo del Movimento 5 Stelle Parma accanto al relativo gruppo consiliare.
Niente di grave, certo non sono questi i problemi che interessano alla città.

La risposta del comune è in sintesi questa: Poiché risulta che il logo del Movimento 5 Stelle Parma sia uguale ad un logo precedentemente inserito (quello della maggioranza che appoggia il sindaco sospeso dal Movimento 5 Stelle), il logo medesimo non va pubblicato nel sito del Comune, in attesa di istruzioni. Che è come dire “Fino a prova contraria per la posizione che ricopro devo avere per forza ragione io”. Un cane che si morde la coda.

Io non lo so ma il fatto di rimbalzare contro il solito muro di gomma è l’ennesima conferma che l’attuale amministrazione lavora ormai ai confini della realtà entrando a pieno titolo nella metafisica istituzionale. Ormai è chiaro come il sole che lo scopo quotidiano di questa attuale maggioranza ducale sia quella di sopravvivere fino al giorno dopo in un orizzonte di breve, brevissimo termine.

Sarebbe invece opportuno cercare il dialogo coi cittadini e con le istituzioni, anche con quei politici che fanno parte dell’opposizione (anche se sono del Movimento 5 Stelle). Ma spero ancora che arrivi un po’ d’acqua a rinfrescare gli animi e le idee.

Sito del Comune di Parma col M5S senza logo

 

Alla mia città

Cattura

Apprendo dagli organi di stampa (fonte sito on line di Parma Repubblica) <<che i giudici del Tribunale Amministrativo Regionale (sezione di Parma) con sentenza dei giorni scorsi hanno condannato il Comune di Parma accogliendo il ricordo di proprietari di terreni espropriati.
Si tratta di un lungo contenzioso che riguarda la realizzazione della strada di collegamento tra via Venezia e via Magellano a Parma.

Ecco cosa scrivono i giudici “(…) la condotta dell’Amministrazione, che ha disposto l’acquisizione di un bene già acquisito e non più restituibile ai proprietari in quanto irreversibilmente trasformato all’evidente fine di rideterminare in un importo irrisorio l’importo già liquidato in favore dei ricorrenti (…). In ragione della gravità della descritta condotta che ha determinato ulteriori oneri finanziari a carico dell’Amministrazione si dispone la trasmissione della presente sentenza alla Procura Regionale della Corte dei Conti per le eventuali valutazioni di competenza a carico del Dirigente responsabile”.

Il Comune di Parma è stato quindi condannato a pagare le spese legali più una sanzione pecuniaria. Inoltre dovrà sborsare un risarcimento di quasi mezzo milione stabilito dal Consiglio di Stato che nella sentenza ha parlato di “uso abusivo del mezzo processuale” da parte dell’Amministrazione Pubblica. Di tutta la questione se ne occuperà la Corte dei Conti. >>

Questo ennesimo debito fuori bilancio era sbarcato in Consiglio comunale l’8 marzo 2016. Già allora evidenziai l’assurdità di una proposta di delibera portata in Consiglio dove la cifra partiva da 64.000 euro nel 2004 per arrivare al totale astronomico finale di 853.000 euro nel 2016, oltre 10 volte la cifra iniziale come da Sentenza del febbraio 2015 della Corte d’appello di Bologna. (Leggi il mio post del marzo 2016 in merito).

Da anni evidenzio l’incapacità degli attuali amministratori di non riuscire a dare un’impostazione diversa, di verifica dei fatti e delle carte sui debiti fuori bilancio.
Da anni evidenzio l’incapacità di gran parte dei consiglieri di maggioranza che approvano queste delibere con quello che ritengo un senso di pigrizia mista a noia ed indifferenza.
Da anni evidenzio che si devono leggere e studiare bene le carte, che si deve dibattere nelle Commissioni consiliari, che si devono intraprendere tutte le azioni necessarie per trovare i responsabili e le cause di questi debiti fuori bilancio affinché si possa dare un segno forte di cambiamento, una scossa a questa amministrazione che sembra politicamente addormentata.
Ebbene nessuna risposta degna di significato mi è mai arrivata.

Penso che tutta questa storia dei debiti fuori bilancio sia vergognosa e che anche i cittadini la trovino legata a un profondo senso di ingiustizia. Per aver espresso quest’opinione sono stato definito un demagogo. In genere per questi debiti fuori bilancio (che si sono sgranati in questi anni senza la minima azione politica della maggioranza in Consiglio comunale, il massimo organo istituzionale di rappresentanza politica cittadina) ho votato contro in questi anni, assumendone sempre le responsabilità.

Questa ultima sentenza del TAR evidenza la correttezza del mio operato in coerenza col programma 5 stelle e coi valori che esso incarna.
Speriamo che la Procura della Repubblica oltre alla Corte dei Conti sappiano fare 2+2 e che non sia necessario rivolgersi a programmi TV come “Le Iene” o “Report” di Milena Gabanelli! 
C’è da sperare che i conti vengano fatti prima della decorrenza del termine di prescrizione secondo un copione molto frequente nella storia della giustizia italiana.

Ecco un altro dei motivi che mi ha convinto che non potevo più restare con una maggioranza del genere, di fatto separata dal Movimento 5 Stelle.
Io penso che in politica ci sia bisogno di azioni semplici e di puro buon senso e che il vento stia cambiando.
Penso che per la nostra Parma occorra una politica chiara, corretta, trasparente; una politica che non si attacchi a lettere e testamenti che fanno tornare alla mente le immagini poetiche dei governanti impiegati, degli avvocatucci unti di brillantina e dei funzionari liberali.

Dobbiamo invece immaginarci una città con un ritrovato senso di comunità e che sia davvero più sicura e serena. Occorre sapere scegliere tra le varie possibilità che ci vengono offerte.
Avere questo tipo di visione richiede coraggio e impegno ma ci offre la speranza di poter capire che le decisioni che prendiamo oggi si confermeranno giuste per il futuro della nostra città.

La crisi della rappresentanza politica

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Si può senz’ombra di dubbio affermare che oggi in Italia, Parma ne è un degno esempio, esiste una crisi della rappresentanza politica. I politici attualmente al potere non rappresentano minimamente la quotidianità della cittadinanza.
Scherzando col mondo della fisica si potrebbe arrivare ad affermare che l’energia profusa per rincorrere il potere, una volta raggiunto, si trasforma non in energia del cambiamento ma in energia della conservazione della cadrega. Da quel momento ci si dimentica semplicemente di quel che è stato e spesso ci si barrica a palazzo  avocando a sé trombettieri e prosseneti.

Ma allora oggi in Italia cosa potrebbe fare la politica, a partire da quella locale, per cercare di rappresentare davvero in modo reale il paese? Qual è oggi il senso del politico per la città?
Io non lo so ma si potrebbe iniziare col rispettare le promesse elettorali. Ovvero non solo dire ciò che si farà ma fare ciò che si è detto. Mantenere le promesse del programma elettorale altro non è che il rispetto del patto dei politici con la città. Si chiama coerenza.

Io ad esempio, se fossi al governo di una città in piena crisi economica, ambientale, etica e valoriale, proporrei in modo forte e chiaro il referendum come mezzo per cambiare davvero i regolamenti comunali spesso oscuri e ambigui proprio per mantenere lo status quo. Si potrebbe partire dal bilancio partecipativo attraverso una consultazione diretta della città. Oppure con una vera pianificazione partecipata del piano regolatore urbanistico (che a Parma si chiama PSC, piano strutturale comunale).

I politici invece hanno la pretesa di portare avanti ciò che ritengono sia giusto spesso infischiandosene delle promesse elettorali.
Il ruolo del politico deve essere anche e soprattutto quello di indicare una direzione che porti ad una autonomia di pensiero e che porti ad una consapevolezza dei cittadini di poter incidere davvero nella vita della comunità.

Occorre ascoltare i cittadini, chiedere la loro opinione sulla gestione dei soldi pubblici. Ma anche cosa ne pensano della gestione della raccolta dei rifiuti, della mobilità pubblica e dei suoi costi esorbitanti; cosa ne pensano del senso di sicurezza ormai ai minimi storici dai tempi del dopoguerra, della totale mancanza di lavoro dei nostri giovani e dell’assenza della pubblica amministrazione nell’affrontare questo dramma che coinvolge la quasi totalità delle famiglie; occorre chiedere ai cittadini cosa ne pensano nel mancato rispetto costituzionale a garantire la possibilità di una casa per tutti come un diritto alla dignità di ogni essere umano. Occorre chiedere ai cittadini cosa ne pensano del cantiere che partirà in autunno per la realizzazione di uno dei più grandi centri commerciali della regione e che porterà probabilmente alla chiusura di molti negozi di vicinato senza che il comune faccia o dica davvero qualcosa di utile.

Certo molti temi locali possono essere affrontati solo partendo da una strategia nazionale ma i comuni devono farsi carico di attivarsi con tutte le forze possibili e gestendo in maniera prioritaria tali temi, togliendo dai primi posti dell’agenda istituzionale i tagli dei nastri di opere che non si finiranno mai o che sono spesso finte e inutili (vedasi il Ponte Nord costato 25 mln di euro e dopo 4 anni senza destinazione se non quella di improbabile dormitorio per disperati senza tetto).

Oggi io so che i partiti hanno un ruolo ridomandante e autoperpetuante. I loro compito dovrebbe essere ridotto a vantaggio della popolazione o di movimenti che ne rappresentino degnamente le istanze reali e non virtuali.

Prospettive
Occorre pertanto che i cittadini disegnino, insieme a rappresentanti degni, la prospettiva di un governo locale fatto di buon senso e di azioni semplici, portate avanti attraverso una trasparenza radicale. Solo così si possono davvero cambiare le cose e non assistere più all’alternanza di giunte considerate tubi digerenti delle passate amministrazioni.
Ora si tratta di alzare lo sguardo verso il futuro di una città che è migliore rispetto agli attuali politici che l’amministrano.
Occorre immaginazione per vedere una città con un senso maggiore di comunità e che sia davvero più sicura e serena.
Occorre sapere scegliere tra le varie possibilità che ci vengono offerte.
Occorre immaginarla bene la nostra città, il nostro territorio e il nostro ambiente troppo spesso umiliato.
Avere questo tipo di visione richiede coraggio e impegno, ma ci offre la speranza di poter capire che le decisioni che prendiamo oggi si confermeranno giuste per il futuro della nostra città.

Fabrizio Savani – Movimento 5 Stelle Parma

Scarica l’articolo – La crisi della rappresentanza politica

Il flop dei Consigli comunali volontari

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A fine maggio 2016 abbiamo assistito all’ennesima prova di disagio da parte di vari cittadini verso un’amministrazione da tempo impermeabile alle esigenze della comunità.

Stiamo parlando di una trentina di Cittadini Volontari eletti nei nuovi Consigli di quartiere che in una lettera aperta al Sindaco evidenziano una costante incapacità di ascolto e la mancanza di un semplice percorso politico come quello della partecipazione.

Nel programma elettorale era scritto chiaramente il tema della partecipazione anche attraverso il bilancio partecipativo.

Forse consigliata da quei dirigenti che il Sindaco non ha scelto ma che ha voluto mantenere tutti all’interno dell’amministrazione cittadina, si rispolverano le circoscrizioni di quartiere; vengono chiamate Consigli di Cittadini Volontari ma di fatto non si forniscono metodi efficaci per attuare la partecipazione al processo decisionale della politica.

La conseguenza denunciata è evidente: frustrazione, litigi, polemiche e nessun risvolto positivo.  Questo è quanto emerge in sintesi dalla lettera aperta di vari Cittadini.

Il Sindaco ancora una volta si dimostra culturalmente inadeguato al suo ruolo istituzionale e reca danni politici e dissapori persino ai Cittadini.

Ho sempre ribadito ad onor del vero che abbiamo ereditato una gestione commissariale con milioni di euro di debito ma i Parmigiani hanno eletto dei dipendenti con un programma elettorale, un patto, un contratto.

In quattro anni di politica, in gran parte contraria allo spirito del M5S, l’Amministrazione ha tagliato in maniera lineare e ha messo le mani nel portafogli di tutti, indipendente dalle capacità di reddito, accantonando risorse che potevano essere utilizzate anche per avviare il bilancio partecipativo, come era stato promesso in campagna elettorale. Invece niente.

Una delle proposte del cambiamento del vero Movimento 5 Stelle era anche questa, consentire alla cittadinanza di poter decidere come spendere una parte del bilancio con un percorso chiamato bilancio partecipativo, già sperimentato da anni in vari parti d’Italia e del mondo.

Questa maggioranza che grazie alla sua condotta non rappresenta più il Movimento 5 Stelle tradisce gli elettori a livello politico e persegue i metodi tipici della vecchia Amministrazione.

Un altro esempio di condotta inadeguata è quella del consumo del suolo. Alcuni anni fa, per regioni di sicurezza, si è demolita e ricostruita la scuola Racagni. Nell’edificio l’esistente biblioteca di Alice non ha potuto trovare spazio nell’edificio.

L’Amministrazione ancora una volta va in direzione contraria al programma elettorale. Sembra infatti che si voglia ricostruirla consumando il verde pubblico, anziché impiegare gli immobili pubblici e privati inutilizzati presenti nel quartiere Pablo.

Con questa scelta inadatta si andrebbe ad aumentare il carico urbanistico creando affollamento ed eliminando il verde pubblico così caro ai cittadini di Parma.

E pensare che sarebbe sufficiente adottare il buon senso e mantenere la promessa elettorale.

Basterebbe dare dignità al Consiglio comunale e approvare una variante al Piano Operativo Comunale (lo strumento urbanistico che individua e disciplina gli interventi di tutela e valorizzazione, di organizzazione e trasformazione del territorio da realizzare nell’arco temporale di cinque anni).

Si potrebbero individuare le aree già urbanizzate ed inutilizzate o sottoutilizzate dove erigere opere pubbliche utili alla cittadinanza come appunto la biblioteca di Alice.

Il tutto potrebbe poi passare attraverso il bilancio partecipativo. Io non lo so ma a me sembra che ormai il mandato della Giunta sia scaduto come il latte andato a male. Siamo fuori tempo massimo.

L’amministrazione di un Sindaco sospeso (come quello del caffè al bar) ha rinviato di anno in anno il bilancio partecipato, previsto nel programma 5 stelle.

La città se n’è accorta e adesso penso che farà fatica a credere alle solite e roboanti dichiarazioni da preludio di campagna elettorale.

 

Fonte foto

Alza su quella mano tutti gli altri lo hanno già fatto

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16marzo-duemila16. Alla fine siamo arrivati al termine di questa meravigliosa avventura!

Oggi in Sala Consiliare a Parma si è tenuta la Commissione Ambiente e la maggioranza del sindaco ha revocato l’incarico al Presidente della Commissione medesima.

La motivazione non esiste. La maggioranza del sindaco di Parma ha cercato di abbozzarla poi di scriverla; infine non l’ha trovata e non è riuscita a scriverla.

I consiglieri hanno allora votato la revoca per alzata di mano (non inserita in ODG) poi hanno votato per la nomina di un nuovo presidente (questa inserita in ODG). Alla votazione era presente solo la maggioranza e mancava l’opposizione. Uno dopo l’altro hanno alzato le braccia in una sala ormai vuota dopo tre ore di lavoro.

Alza su quella mano tutti gli altri lo hanno già fatto, dai alza la tua grande capo va bene?! 

Questa sera si è assistito alla scena più classica della partitocrazia ovvero la lottizzazione delle poltrone avulse dalla meritocrazia.

In questi anni la Commissione Ambiente ha lavorato e si è riunita spesso. Ha analizzato fra l’altro il complesso iter procedurale dell’inceneritore; tutto questo nonostante un contribuito della maggioranza del sindaco tendente asintoticamente allo zero. Tale relazione, che evidenziava una serie di incongruenze e “procedure” strane dell’iter del termo, è stata approvata all’unanimità dal Consiglio Comunale col plauso della Giunta. La stessa Giunta che non ha voluto portare avanti i lavori indicati dalla delibera legata alla relazione citata.

La Commissione Ambiente ha intrapreso inoltre un lavoro di condivisione e di ascolto coi Cittadini e coi giornalisti, arrivando sempre ad una sintesi di intenti fra forze politiche contrapposte. Questo grazie alla discussione aperta e anche dura su temi trasversali ai partiti (tutela dell’ambiente, qualità dell’aria, minaccia del suolo, gestione dei rifiuti, ecc.) Questo è stato possibile anche grazie al rispetto delle persone, quel rispetto troppo spesso mancato nelle altre istituzioni dell’amministrazione cittadina.

Oggi si è assistito all’ossificazione di una eco apartheid fra politica e ambiente, una vera e propria separazione valoriale fra buon senso e burocrazia partitica.

Si è di fatto politicamente forzata la regolamentazione comunale e su questo dovrà valutare il Segretario Generale del Comune. Ma ciò che è importante e divertente segnalare è il goffo e cabarettistico tentativo di delegittimare una Commissione Consiliare. Si ricorda che si parla della maggioranza che si professa appartenente al Movimento 5 Stelle che ha sempre portato avanti le idee e le buone azioni indipendentemente da chi arrivassero.

Una maggioranza del sindaco di Parma che continua a spararsi nei piedi. In questo mondo c’è bisogno di più anima.

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Qualcuno…

Alta tensione in Municipio, M5S: “Savani si dimetta da Presidente di Commissione”. Scontro con la minoranza

Commissione Ambiente: modificato il Regolamento. Hanno fatto fuori Savani: non era un fedelissimo del Pizza

Pizzarotti per l’incontro in Ministero ha chiesto aiuto a ex-M5S

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Sui lavori del Consiglio Comunale dell’8 marzo 2016

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Ancora dei debiti fuori bilancio. Nel Consiglio Comunale dell’08 marzo 2016 il Vice Sindaco ha portato in dote altri due debiti fuori bilancio. Si tratta di debiti relativi ad espropri, con sentenze del tribunale di Bologna. Gli importi riconosciuti alle … Continua a leggere

Manifestazione a Casalmaggiore contro la TI-BRE

Stamane si è svolta a Casalmaggiore la manifestazione contro la TIBRE stradale, un’opera infrastrutturale inutile e costosa. Erano presenti vari Sindaci e rappresentanti dei sindaci dei Comuni attraversati da quest’opera devastante. Io c’ero. A rappresentare il Comune di Parma c’era invece il presidente della Commissione Cultura su decisione dell’amministrazione cittadina.

Ecco io penso che per evitare che in futuro qualcuno cambi idea e dia priorità a questa opera assurda, ecco io penso che ogni politico che ne abbia la possibilità debba ribadire con forza il proprio NO.

Si deve dire NO a tale scempio ambientale ed anche evitare di trincerarsi dietro  scuse come quelle di non partecipare ad incontri istituzionali per mancanza di tempo per decidere.

Oggi al corteo ho detto che i cittadini devono  mettere il fiato sul collo a noi politici locali, devono partecipare ai consigli comunali alle commissioni ed entrare con vigore nei palazzi polverosi delle istituzioni burocratiche il cui scopo principale è quello di auto perpetrarsi.

Non possiamo aspettare che i politici da soli facciano qualcosa senza il coinvolgimento dei cittadini.

Ho scritto al presidente della regione Emilia Romagan, ho scritto alla Unione Europea, ho scritto al Governo nazionale per chiedere di rivedere il progetto della TIBRE e per chiedere di fermarsi a riflettere. In pratica nessuna risposta.

Ma la migliore risposta invece la ricevo quando partecipo a manifestazioni come queste dove vedo dei ragazzi presenti e consapevoli.

Capisco allora che la coerenza e il rispetto della tua coscienza siano aspetti che trovino cittadinanza fra la gente e non fra i politici di professione.

Dopo la manifestazione alcuni bambini hanno affidato al cielo alcuni messaggi per l’ambiente appesi a dei palloncini.

Ecco quindi le mie frasi che ho oggi affido a Gea.

  • Ognuno di noi deve fare la differenza.
  • Ognuno di noi può fare politica.
  • Ognuno di noi può fare qualcosa di positivo per l’ambiente,
  • Lo dobbiamo fare per i nostri figli, lo dobbiamo fare per la nostra madre Terra.
  • Se aspettiamo solo i politici non cambierà mai niente.

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Foto della manifestazione del 29/11/2015 a Casalmaggiore contro la TI-BRE

Buropazzia

burocraziaNell’immaginario collettivo spesso usiamo il termine burocrazia in senso dispregiativo per indicare l’insieme di leggi, norme e regolamenti che serve al funzionamento della pubblica amministrazione.

Oggi i burocrati tendendo a perpetrare se stessi usando la burocrazia come strumento per nascondere responsabilità. Succede anche che i nostri dipendenti diventino meno efficaci dilazionando nel tempo l’azione amministrativa e recando danno agli stessi cittadini ovvero i datori di lavoro.

Anche quando una pubblica amministrazione cerca di accelerare un iter procedurale o di compierlo in tempi umani e non in ere geologiche, beninteso sempre all’interno dell’alveo istituzionale, arriva a produrre una serie di atti che spesso allunga l’iter medesimo producendo una serie di procedimenti, endoprocedimenti, atti e delibere all’insegna della ridondanza formale.

Ecco perché sorrido amaro quando leggo ad esempio sui giornali che a Roma si deve azzerare la Giunta e il Consiglio Comunale e si deve tornare alle elezioni. Sarebbe come cambiare la copertina di un libro anzi come togliere la fascetta della copertina di un libro. Il contenuto non ne risentirebbe minimante.

La pubblica amministrazione è stata riformata a partire dagli anni ’90 copiando l’agire e il pensare delle società di profitto sia esternalizzando la gestione dei servizi attraverso la privatizzazione sia accentrando i poteri decisionali sugli organi tecnici che operano secondo procedure uniformate.

Io non lo so ma a me sembra che le amministrazioni locali in genere siano state snaturate dal loro ruolo di tutela dei diritti dei cittadini per favorire lo sviluppo umano, economico, sociale e ambientale.

Oggi l’organo politico conserva il potere di guida ma nel concreto fa ben poco perché il pensiero dell’amministrazione è stato sostituito da procedure, da leggi regionali e nazionali che ne pregiudicano l’autonomia e l’agire. Un esempio su tutti è dato dal patto di stabilità e crescita che imbriglia ogni decisione dei governi locali e anche di quelli metropolitani se pure con degli eufemistici distinguo.

Nella città eterna non è solo in atto un novello sacco romano che presenta diverse somiglianze (con quello dell’agosto del 410 d. C.) ma va in scena la quotidiana dissolutezza della pubblica amministrazione da parte di una crisi endemica di partiti e di persone. Non si tratta quindi solo dei partiti ma anche di quelle “marionette di carne” che credono di non avere fili e di stare in piedi per esclusivo merito politico.

In un comune come quello della capitale, quando hai una macchina talmente inquinata e inquinante non basta essere una brava persona quando attorno hai un sacco di meccanici indagati o che ti “prendono” i pezzi del motore quando vai a fare benzina. Non si può reggere fino alle elezioni se la carrozzeria è marcia.

Il problema di un comune come quello di Roma è a mio avviso dato dal fatto che sostanzialmente pochi dirigenti sono stati cambiati dalla nuova amministrazione. Se fossi stato al posto del sindaco la prima cosa che avrei fatto sarebbe stata proprio quella di “cambiare la testata” della macchina amministrativa.

Oggi si assiste ad un sistema istituzionale dove il cittadino percepisce che sia sparito l’equilibrio fra i diritti e doveri e che vi sia solo una netta sperequazione sociale, valoriale ed economica.

Si assiste addirittura alla convinzione che i diritti dei molti siano in un equilibrio instabile mentre i doveri siano una perenne certezza per la tutela di pochi spesso uomini politici o burocrati più o meno utili alla società.

A tali persone in genere si concede troppa fiducia; troppa fiducia accordata a persone alle quali pochi darebbero il proprio portafogli neppure se vuoto.

L’unica soluzione per cercare di cambiare davvero la situazione è quella di una rivoluzione culturale radicale, un cambio di pensiero epocale che “distrugga” le fondamenta del palazzo burocratico.

I cittadini devono mettere il fiato sul collo ai loro politici a cominciare da quelli locali che hanno votato. I cittadini devono chiedere conto ai loro eletti; devono mettersi le scarpe ai piedi ed andare nei consigli comunali e provinciali, nelle commissioni, insomma nei posti dove si prendono le decisioni che influenzano la vita quotidiana locale di ogni singola persona. Devono farlo a partire da subito.

Fonte vignetta

Senza parole

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Sul sito del Comune di Parma è stato pubblicato un Bando per l’assegnazione di un incarico.
L’incarico comportava un impegno di 2  anni, a partire dalla stipula del contratto. La domanda di partecipazione all’avviso pubblico, sottoscritta con firma autografa originale, doveva pervenire tramite PEC (mail certificata), consegnata a mano al DUC (in Comune) oppure con Raccomandata. a/r al Comune

Il Bando era valido dall’8 al 29 maggio 2015

BandoPAIP –  fonte sito comune PR

Successivamente è stato pubblicato l’esito del Bando. Nessun candidato è stato ritenuto idoneo a ricoprire l’incarico professionale per l’attività di monitoraggio delle emissioni del PAIP

esito bando monitoraggio emissioni PAIP –  fonte sito del comune di Parma

Tutto questo (che non si sia riusciti a trovare nessuno che potesse eseguire i controlli per conto del Comune di Parma) mi lascia letteralmente senza parole. Ma mi lascia ancor più senza parole il fatto di aver appreso la notizia dal sito di un Giornalista .

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Fonte vignette

Fabrizio Savani

Consiglio Comunale sul Bilancio previsionale 2015

Oggi 28/7/15 si è tenuto il Consiglio Comunale con all’ODG i vari interventi dei colleghi consiglieri sul bilancio di previsione 2015 (in leggero ritardo). Ecco una sintesi del mio intervento.
Voterò favorevole a questo bilancio di previsione per l’ultima volta penso.
Ho apprezzato gli sforzi da parte della Giunta per cercare di inserire varie tematiche ambientali individuate nel programma comunale e nelle linee programmatiche di mandato. Di questo rendo atto all’amministrazione comunale.
Dato che siamo ormai a metà del secondo tempo di questa gara vorrei davvero che la Giunta cambiasse marcia, mettesse la quinta, 5° come 5 stelle.
Abbiamo sicuramente fatto qualcosa di positivo per la città. Abbiamo dimostrato che per governare la città non occorre essere uomini di apparato o di partito. Abbiamo dimostrato che dei cittadini prestati alla politica possono gestire la cosa pubblica come un qualsiasi altro partito anzi meglio di un partito.
Ora però non basta l’onestà e la non militanza a logiche partitiche vecchie come il cucco. Occorre anche competenza e la voglia di perseguire il programma e gli impegni presi in campagna elettorale. Molto è stato fatto ma tanto ancora si può fare e quello che è stato fatto, diverse volte è stato fatto male. Basti pensare al Tartaruga un piccolo gioiellino ammirato anche all’estero e che abbiamo voluto perdere; basti pensare al bando sul servizio integrazione scolastica per gli studenti con disabilità, basti pensare alla gestione dei vari debiti fuori bilancio senza la minima condivisione col Consiglio comunale.
Sicuramente si sarà agito in buona fede ma diversi errori sono stati commessi, con arroganza, con ignoranza, con scarsità di empatia e con la assoluta mancanza di voler condividere la gestione pubblica della città attraverso il consenso cittadino. Perché col consenso cittadino non puoi mai sbagliare, senza il consenso cittadino nulla ti riuscirà mai bene.
Queste stanze della burocrazia e della pubblica amministrazione mi sembrano i muri della “stanza 237” di Kubrik dove la verità è addirittura più falsa di tutte le apparenze e gli incantesimi. La verità è che in questi anni i cittadini che sono entrati a palazzo si sono istituzionalizzati e hanno incominciato a pensare come le istituzioni.
La città globale, la città compatta, la città smart city sono mere parole prive di significato se non vengono portate avanti attraverso una vera pianificazione partecipata non come quella della giornata della democrazia o dei 40 o 100 incontri con la città se poi non hanno portato a nulla di effettivamente concreto. La direzione era giusta ma ci si è fermati alle dichiarazioni di intenti senza strutturarsi a livello dirigenziale e senza una empatia e una determinazione che potesse portare in porto dei veri progetti condivisi. Allora la città non la si cambia da soli.
Che ne è stato ad esempio del nuovo Piano Strutturale Comunale (PSC). Ad ottobre 2013 il Sindaco affermò che era necessario: “fare squadra su temi strategici come quelli legati alla riqualificazione urbanistica ed alla programmazione territoriale” [ fonte ] .
Si doveva da li a poco mettere mano al nuovo PSC e avviare un percorso con i cittadini. Zero, non è stato fatto niente, parliamoci chiaro. Bella l’idea ma la Giunta è rimasta al palo.
Vorrei sperarci ancora ma so che è tardi e la Giunta ha avuto un atteggiamento a volte colposo e spesso contraddittorio.
Con questo voto voglio ancora sperare che ci sia un moto di orgoglio e cha la strigliata che la città ha dato a noi 5 stelle serva da stimolo. Tante azioni del programma potevano essere portate avanti e possono ancora essere portate avanti. Ma siamo alla campana dell’ultimo giro, non c’è più tempo e si deve agire. Anche nella lotta all’inceneritore ad esempio si è assistito ad un atteggiamento ambiguo. Una delibera votata all’unanimità dal Consiglio Comunale ad ottobre 2014 e mai di fatto attuata. Abbiamo partecipato ad una manifestazione contro lo sblocca Italia, non contro l’inceneritore, e poi prendiamo dei soldi da Iren come se fosse una mucca da mungere per portare avanti alcuni progetti che non siamo in grado di completare.
Ma allora ecco che torna a mancare la richiesta di partecipazione attiva nei confronti dei cittadini.
Se una multi utility a maggioranza pubblica doveva redistribuire delle risorse avrebbe dovuto farlo nell’ambito di una effettiva perequazione sociale. Finanziare un progetto di un anello di atletica come può avvantaggiare tutti i cittadini? Un paraplegico che magari compie una ottima raccolta differenziata che vantaggi ne trae? Ecco allora che in un momento di crisi come questo le fasce deboli dovevano essere quelle più tutelate all’insegna di una inclusione e non di una esclusione. Allora avrebbe avuto più senso che questi 800 k€ circa (a proposito ma dove sono individuati nel bilancio preventivo?) fossero scontati nelle bollette della TARI dei cittadini magari in maniera proporzionale al reddito.
I cittadini e tutti coloro che hanno votato 5 stelle e che non volevano l’inceneritore non vogliono l’obolo di Iren ma una bolletta più equa e un sistema di raccolta davvero condiviso con la città. Ad esempio la raccolta differenziata notturna la città non la vuole, non l’ha digerita non l’ha capita, non l’ha condivisa. Non dico che non vuole la raccolta differenziata ma l’amministrazione comunale non può avere un atteggiamento così ostativo e integralista. Lo dico io che sono sempre stato tacciato di essere un talebano sia da alcuni della maggioranza sia da alcuni dall’opposizione.
In una città che si vorrebbe sempre connessa manca la vera connessione con l’ambiente, con Gea, con la terra e col territorio ma soprattutto coi bisogni della gente.
Quindi o ci svegliamo da questo torpore istituzionale, o ci rendiamo conto che dobbiamo cambiare oppure siamo tutti morti. Prima lo capiamo e meglio sarà per la città.

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La gallina non è un animale…

Come fare per evitare che prolifichino le micro discariche abusive in giro per la città ora che è partita la tariffa puntuale col porta a porta e la raccolta differenziata spinta? Un modo potrebbe essere quello di invertire il metodo del pagamento.

Fino ad ora infatti il cittadino virtuoso si è fatto il mazzo per differenziare principalmente organico, carta, plastica e barattolame a vantaggio economico di chi effettua la raccolta e il recupero.

Il cittadino paga il residuo, ovvero quello che rimane dopo la raccolta differenziata.

Ebbene si potrebbe dar la possibilità ai parmigiani di vendere i loro rifiuti ovvero le loro materie prime seconde. Quindi carta, plastica vetro dovrebbero essere venduti da chi ne è proprietario.

Perché infatti devo regalare i miei rifiuti ad una rete di attori economici che ne trae un profitto, certo legittimo e regolamentato, ma pur sempre un profitto. E io, devo solo pagare?

Il sistema turbo capitalista mi impone di comprare sempre di più per mantenere viva la freccia dei consumi ed uscire dalla crisi. Per quasi tutti gli economisti neo liberisti, almeno per quelli che sono ascoltati dai politici al potere sia nazionali sia purtroppo locali, questo è infatti l’unico modo per uscire dalla recessione: comprare sempre di più.

Nell’attesa di disaccoppiare l’andamento della produzione delle merci da quello dei rifiuti (questa sarebbe davvero una nuova prospettiva) un terzo di quel che compriamo quando facciamo la spesa è costituito ancora oggi da imballi ovvero rifiuti che paghiamo e che poi portiamo a casa.

Questi miei rifiuti poi li devo regalare a chi li avvia a recupero o a chi li incenerisce traendone un’attività economica rilevante. E’ come se invitassi a cena casa mia una pletora di amici e poi alla fine della serata questi amici pretendessero di essere pagati in base a quanto hanno mangiato e bevuto. Io non lo so ma a me sembrerebbe diciamo un po’ strano.

Un’altra cosa strana è il trattamento riservato ai tanti cittadini che vivono insieme ad uno o più amici a 4 zampe. Prendersi cura di un cane o di un gatto è un servizio alla città soprattutto se si tratta di esseri abbandonati o adottati dal canile o dal gattile comunale. E’ un risparmio per l’amministrazione che non si deve così occupare di questi amici come peraltro impone la legge. Ma per contro una lettiera dovrebbe avere gli stessi sgravi di un pannolino o di un pannolone. Si tratta inoltre di un rischio biologico evidente detenere degli escrementi in casa per tanto tempo (animali od umani che siano)  specie se d’estate o in appartamenti senza balconi.

Io sono un fautore della raccolta differenziata e sono contento di vivere in un comune che la attui. Basti pensare che con l’associazione ambientalista di cui faccio parte ho scritto un libretto sul tema rifiuti e raccolta e ne ho stampate 10.000 copie donandole alle scuole elementari di Parma e provincia.

Ecco perché posso tranquillamente sostenere senza alcuna remora che il metodo per la differenziata deve essere un percorso condiviso e tarato anche in base alle esigenze dei cittadini. Il sistema non deve essere imposto ma proposto attraverso la formazione di un nuovo cambio culturale.

I cittadini in tempi brevi si sono adattati a questa nuova visione, cambiata peraltro varie volte in quasi due anni, che ha portato la citta di Parma ad essere in pratica il primo capoluogo di provincia in Italia con la percentuale più alta di differenziata. Ma per evitare che le discariche abusive soffochino la città si deve ritarare il sistema magari dando un contributo a chi differenzia di più e togliendo dal residuo la lettiera di cani e gatti. Si può cominciare da questo e da subito.

Poi si potrebbe aumentare ad esempio lo sconto a chi realizza il compost in giardino o agevolando chi ha delle galline che essendo onnivore tolgono molto residuo, come avviene anche in Francia.

Ma questa è un’altra storia intelligente.

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Ancora un’altra edificazione a Parma

IMG_0066Il 16/5/15 si è tenuto il Consiglio Comunale a Parma con all’ODG il PUA di Via Strobel (controdeduzioni al Piano Urbanistico Attuativo di iniziativa privata). Ecco il mio discorso in Sala Consigliare.

Come a settembre quando si parlò sempre dello stesso PUA di Via Strobel, annuncio anche ora il mio voto contrario.

Si fa un gran parlare ultimamente di città compatta, di consumo del suolo, di sviluppo sostenibile, di green economy. Paradossalmente la terra, il suolo, l’agricoltura, le comunità contano sempre meno nello sviluppo dell’economia a livello nazionale ma sono argomenti sempre frequenti nei discorsi dei media.

Noi ci illudiamo che le parole abbiano un senso preciso e che esista un modo condiviso per enunciare una cosa, un concetto, un valore.

Ma in effetti sembra esistere solo la retorica del pensiero unico, tra dibattiti da bar e salotti televisivi, fra consigli comunali e riunioni di partito. Questa retorica raggiunge la quasi totalità dell’opinione pubblica.

Ma forse ultimamente i cittadini  incominciano a percepire lo scollamento fra la realtà e le istituzioni, fra la vita delle persone e la rappresentazione mediatica dei politici, siano essi parlamentari, assessori, consiglieri o sindaci.

Un’altra moda del pensiero unico è quella del marketing del territorio, dell’uso consapevole del terreno edificabile, della rigenerazione urbana. Anche su tali temi possiamo fare uno story telling questo atto del narrare, questa disciplina che usa i principi della retorica e della narratologia.

Il neoliberismo (insieme di concezioni filosofiche, politiche e economiche non ben definite, indirizzate ad una esaltazione del libero mercato ed a una riduzione del peso dello Stato nella vita pubblica) fa proprio questo: racconta storie, incantesimi per inserire nuovi sensi alle parole che il sistema stesso fagocita. E chi evidenzia il contrario sembra semplicemente un pazzo.

Il consumo dei beni, il consumo dei suoli, lo sviluppo sostenibile, nuove volumetrie che vanno a delineare la cucitura di uno strappo in un quartiere in precedenza degradato, ecco tutte queste definizioni si basano su questo, sulla fiducia, sulla necessità di rappresentare mondi ideali quasi sempre inesistenti.

I cittadini invece dovrebbero essere sereni e fiduciosi per comprare beni o appartamenti. Dovrebbero sentirsi partecipi ai processi decisionali della città attraverso una pianificazione partecipata per continuare a lavorare e accumulare quei soldi che servono appunto per mettersi alla sera dentro in quegli appartamenti delle urbanizzazioni che si susseguono una dietro l’altra.

Per i terreni presenti in città, per le aree verdi, per i campi, ecco per tutto questo occorrerebbe una destinazione universale di questi beni. Questi beni anche se privati rappresentano e sono un bene comune ovvero l’ambiente.

Questa destinazione universale del bene terra, del territorio e del paesaggio dovrebbe coincidere con la vera salvaguardia dell’ambiente così come sancito dalla Costituzione  e come ribadito anche da un Ente autorevole.

“L’ambiente è protetto come elemento determinativo della qualità della vita. La sua protezione non persegue astratte finalità naturalistiche o estetizzanti, ma esprime l’esigenza di un «habitat» naturale nel quale l’uomo vive ed agisce e che é necessario alla collettività e, per essa, ai cittadini, secondo valori largamente sentiti; é imposta anzitutto da precetti costituzionali (artt. 9 e 32 Costituzione), per cui esso assurge a valore primario ed assoluto”. Si tratta della Corte Costituzionale – Sentenza 641/1987.

In 30 anni non abbiamo imparato nulla. Questo PUA è un bel compitino ma non rappresenta un vero cambiamento in ambito urbanistico come richiesto dal programma 5 stelle.


Mi risponde l’assessore all’Urbanistica dicendo che occorre meno qualunquismo e più cultura

(http://uncomunea5stelle-parma.blogautore.repubblica.it/2015/06/15/17605/ )


In dichiarazione di voto riprendo il discorso ribadendo in sostanza quanto già evidenziato a settembre 2014.

Un Piano Urbanistico Attuativo (PUA) come potrebbe quello di Via Strobel va a delineare un disegno urbanistico per la città ormai desueto, un quartiere che reputo dis-economico per la città e dis-ecologico per l’ambiente urbano.

Nulla da eccepire sulla legittimità dell’intervento ma lo trovo inadeguato e con pochi valori innovativi e penta stellati.

La città non ha bisogno di altri appartamenti, negozi ed uffici. Ho bisogno di sapere se il quartiere condivide questa edificazione che andrà ad inserirsi in una periferia che ha già tante criticità.

Per questa delibera si potevano ad esempio eseguire interventi strutturali e di servizi in co-housing.

Questo PUA doveva essere studiato meglio nel dettaglio e condiviso con la maggioranza e con i componenti della Commissione e con la città attraverso una pianificazione partecipata. Si doveva discutere prima, conoscere, approfondire e poi approvare in Consiglio Comunale.

Non si possono utilizzare i PUA  come oggetto per la futura pianificazione urbanistica e territoriale della città con questo Piano Strutturale Comunale (PSC) e che rappresentano “solo” degli accordi fra pubblico e privato per una determinata area edificatoria. I PUA rappresentano una pianificazione di dettaglio che hanno a monte una pianificazione generale del PSC. Se questo attuale PSC non viene modificato questi desueti PUA continueranno sempre ad arrivare in Consiglio Comunale per essere approvati. La pianificazione territoriale attraverso il governo della città si possono concepire infatti come l’ipotetico collegamento fra la linea politica di chi ha vinto le elezioni e la linea amministrativa, direzionale e dirigenziale del Comune.

In altre parole le scelte della nuova amministrazione cittadina devono portare ad atti di pianificazione e di programmazione assolutamente in linea col programma e con le linee programmatiche di mandato. L’efficacia di un PUA non può essere approvato in toto in Consiglio recependolo come un mero passaggio burocratico o istituzionale.

Io non dico di bocciare a priori ogni singolo PUA ma che si dovrebbe essere liberi di approvare, in funzione del perseguimento dell’interesse pubblico, un contenuto diverso e condiviso, che sia frutto di una decisione politica adeguatamente giustificata (e non solo tecnica o amministrativa e questo sino a quando non avremo modificato gli atti di pianificazione sulla base del nostro programma).

Sono motivazioni giustificate quelle ragioni di interesse pubblico o quelle ragioni che si prefigurano come dicotomiche rispetto alle scelte della precedente compagine amministrativa.

Il nuovo Comune, il nuovo Consiglio devono potere evidenziare le eventuali storture di un PUA che non siano in linea con le linee programmatiche di mandato.

La nuova compagine amministrativa deve poter correggere ciò che la città non considera più giusto, ciò che non rappresenta più lo specchio dei tempi, ciò che sembra ormai anacronistico in termini valoriali e ambientali. Si devono correggere le situazioni edificatorie in divenire anche con una pianificazione partecipata con la città.

Gli anni solo solo dei momenti

berlinguerTrentun anni fa moriva una brava persona. Una banda di pazzi violenti, penso anche alcuni americani, non vedevano di buon occhio la sua visione delle cose.

Penso che avesse una visione di fare politica diversa, compreso il distacco fra gli incarichi di partito e gli incarichi istituzionali, la meritocrazia.

Penso che la questione morale sia ancora oggi maledettamente attuale. Nulla è cambiato in questa Italia di vecchi e giovani dinosauri. Passano i decenni e gli anni sono solo dei momenti. Gli ideali dovrebbero essere sempre qua, davanti a noi.

Penso di aver capito che il potere sia lo strumento necessario per la realizzazione dei tuoi ideali.

Penso che quando i tuoi ideali coincidano con le promesse che fai ai cittadini, ecco allora forse siamo davanti a quello che dovrebbe essere la politica.

Penso che quella cosa che chiamiamo democrazia sia la partecipazione al senso di comunità, a un desiderio di cambiare le cose e la vita, facendolo insieme; perché fare le cose solo pensando che sia giusto dimenticandosi delle promesse, ecco credo che sia un percorso sbagliato e anche pericoloso.

Penso che fare buona politica sia una fatica quotidiana immensa proprio perché viviamo in un apparato italico burocratico capillarmente istituzionalizzato.

Penso che ogni persona che porta avanti un discorso politico che sia un cittadino volontario o un membro di un comitato o che sia un consigliere comunale, un sindaco o un parlamentare, dovrebbe mantenere la coerenza e la lealtà ai propri ideali.

Penso che la politica non dovrebbe toglierti la gioia di vivere in modo sereno, strapparti al tuo lavoro, alla tua famiglia, al tuo tempo libero a quello che ritenevi fosse possibile.

Penso che in uno stato normale oggi si dovrebbero ricordare tali persone. Vorrei contribuire anch’io. Questo è il mio ricordo di Enrico Berlinguer.

Gli anni solo solo dei momenti / tu sei sempre stata qui davanti (Mi manchi – R. Vecchioni)

Ennesimo debito fuori bilancio in Consiglio

Nella seduta del Consiglio Comunale del 14 Aprile 2015 si è discusso sull’ ennesima delibera sul riconoscimento di legittimità di un debito fuori bilancio che scaturisce da una Sentenza della Corte d’Appello di Bologna del luglio 2013, cioè quasi due anni fa.

Si tratta di una proposta di delibera di un debito fuori bilancio discussa in Commissione la sera del giorno prima. Praticamente non c’è stato tempo di discuterla, studiarla e capirla in modo esauriente. Si tratta di lavori su una strada di collegamento fra Via Budellungo e Via Emilia Est.

Si era aperto un contenzioso con una ditta privata e ancora aperto nei confronti del Comune. L’importo da riconoscere come DFB era di circa 7.300 €. Ho fatto notare che mancava ancora per l’ennesima volta un elenco esaustivo di tutti i debiti fuori bilancio e dei potenziali DFB ovvero degli espropri o delle causa in corso che potrebbero portare appunto a un DFB. L’Assessore alla scuola ha riferito ancora una volta che era pronto. Ancora una volta ho riferito che fino ad allora avrei votato coerentemente allo stesso modo, astenendomi.

Il Consiglio Comunale infatti non può essere considerato uno zerbinificio e gli assessori non possono porsi con un atteggiamento pastorale nei confronti di singoli Consiglieri invitandoli a prendere atto e approvare qualsiasi debito fuori bilancio che arriva in “aula” Poi non ho visto nessuno della Giunta che nella seduta in questione del Consiglio abbia dichiarato che verrà portata avanti una azione di responsabilità su quegli eventuali dirigenti che abbiano commesso degli errori portando un danno alle casse comunali. Questo continuo a chiederlo da tempo e da tempo continuo ad essere inascoltato. Il mantra è sempre lo stesso. Porteremo a conoscenza la Corte dei Conti su questo ulteriore DFB. Ma questo è comunque un obbligo di legge, è comunque scontato. Ma la Corte dei Conti non mi risulta che chieda a chi non ha fatto bene il suo lavoro di dimettersi o di restituire i soldi che derivano dal danno che hanno portato alle casse comunali.

Sui debiti fuori bilancio

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Consiglio Comunale del 21 10 2014 Sintesi Intervento di Fabrizio Savani

PD 1691 – Riconoscimento legittimità debito fuori bilancio (DFB)

Ecco l’ennesimo DFB.  Ma se è una scelta obbligata perché dobbiamo deliberarla allora in Consiglio Comunale (CC)? Qual è il vincolo, il riferimento normativo che impone ai Consiglio Comunale di votarla a favore?

Ho cercato di capire la questione dal punto di vista tecnico

Ho parlato con alcuni miei colleghi, con l’Assessore Ferretti, con il Segretario Generale Asteria. Io non lo so ma penso di essermi fatto un’opinione e ve la volevo esporre. Ho capito che il DFB è legittimato da una sentenza del Tribunale e quindi il Consiglio Comunale deve solo prenderne atto. Il CC deve riconoscere il DFB in quanto è competente in materia di bilancio. Il DFB è infatti una specie di variante di bilancio e quindi il CC si deve esprimere sul merito. Quindi mi sembra di aver capito dal punto di vista tecnico l’essenza di tale DFB.

Ora però pongo una valutazione dal punto di vista politico.

Ma questi DFB quanti sono, da dove arrivano e perché? Non mi risulta che nessun dirigente abbia davvero mai pagato e non ho visto nessuna azione di rivalsa nei confronti degli effettivi responsabili. Per quale motivo la situazione è rimasta congelata per anni e adesso per magia con la ns amministrazione si scongela tutto. E allora ecco che la Giunta deve fare qualcosa. la Giunta NON può continuare a farci sgranare un lungo e perenne rosario di DFB. Occorre una volta per tutte mandare a casa quei dirigenti (se ci sono)  che hanno sbagliato e che continuano a sbagliare e non mi interessa se sono in buona o cattiva fede.

Una Giunta si valuta anche dal lavoro che esegue fra una emergenza e un’altra, nella ordinarietà. Era stato detto nel Consiglio Comunale dell’ultimo DFB, il 3 giugno 2014, che si sarebbe dato un elenco dei DFB. In Consiglio Comunale è stato chiesto varie volte un elenco completo dei DFB, dei potenziali DFB, delle criticità e dei contenziosi in atto che potrebbero portare a dei DFB ma non è stato fatto niente.

Io non ho capito quale sia la strategia che la Giunta ha messo in atto per evitare questi DFB, quale si la strategia su come affrontare la situazione nel complesso. Oppure se c’è noi non la conosciamo. E poi perché i DFB riguardano sempre le solite deleghe es. l’Urbanistica e i Lavori Pubblici? Io non lo so ma da tempo avevo chiesto una indagine interna e avevo detto che si doveva perseguire una azione di responsabilità verso quei dirigenti che avevano sbagliato (se c’erano). Lo avevo ripetuto anche a giugno 2014 affermando che in caso contrario non avrei votato altri DFB.

Ma perché noi consiglieri dobbiamo salvare il posto a chi continua a sbagliare? E non mi interessa se si tratta di cause in corso da anni o decenni. Noi consiglieri non ne sapevamo niente fino a ieri e nessuno si è preoccupato in 2,5 anni di evidenziare la situazione.  Nessuno di noi ha capito come sia stato possibile di fatto insabbiare la faccenda tenendola praticamente nascosta per così tanti anni senza condividere mai niente col Consiglio Comunale. Il collega Lucio De’ Lorenzi aveva chiesto 2,5 anni or sono di aprire tutti i cassetti, lo ha ripetuto a giugno 2014. Ma quanti cassetti ha questo armadio? E soprattutto ma quanto è grande questo armadio!

Io sono stanco di ascoltare la solita litania sul fatto che si deve approvare l’ennesimo DFB altrimenti si rischia un disastro.  Ma di quali disastri stiamo parlando, questa è già una situazione disastrosa! Cosa ci può essere peggio di così? E’ un azzardo votare contro perché aumenterebbero gli interessi e le spese a carico del Comune?

E’ possibile ma di fatto abbiamo già portato avanti altri azzardi

  • È stato un azzardo aver gestito 870 mln di debito pubblico ma ci stiamo piano piano saltando fuori
  • È stato un azzardo aver portato avanti la raccolta differenziata con Iren il cui intento principale sembra sia quello di bruciare i rifiuti e non differenziarli
  • È stato un azzardo aver deliberato di partecipare ad Expo 2015
  • È stato un azzardo aver avvallato di fatto altri PUA (piani urbanistici attuativi o ex lottizzazioni)

Quindi è troppo facile pensare sempre che il Consiglio Comunale debba avvallare ogni DFB senza alcuna giustificazione come se fosse un mero tecnicismo, come se fosse tutto dovuto. A me si spezza il cuore a votare per far uscire 600 k€ dalle casse comunali quando fuori c’e’ gente che ritira i figli dalle mense perché non ha risorse sufficienti o che è impegnata a ripulire strade, cantine e garage dal fango. Io mi vergogno di essere qui a deliberare questo DFB.

Ma ho ormai capito che Consiglio Comunale e Giunta sembrano politicamente sotto scacco di alcuni dirigenti. Ma questa è anche colpa nostra in quanto non siamo riusciti a comunicare al meglio ciò che di positivo abbiamo fatto per questa città e non siamo riusciti a comunicare al meglio la nostra filosofia di cittadinanza attiva, di cittadini prestati alla politica che vogliono scalzare la vecchia logica dirigenziale e partitica.

Per questa PD non serve il controllo della politica o della burocrazia per capire la situazione. E’ sufficiente l’istinto del puro buon senso per fare la cosa giusta e la cosa giusta è fermarsi e valutare tutti i risvolti della situazione. Il buon senso ci dice che questo DFB è profondamente ingiusto edè stato portato avanti senza capire cosa sia davvero successo e di chi sia stata la responsabilità in tutti questi anni.

Ma se alla fine questi DFB arrivano puntuali come le tasse allora propongo di portare in Consiglio Comunale una PROPOSTA DI TANA DELIBERA TUTTI. Tutti i DFB tanati da una maxi delibera di sanatoria. Così potremmo sveltire i lavori del consiglio stesso.

Ovviamente la mia è una provocazione ma si deve dare un taglio netto ad una situazione che si trascina stancamente senza tempo con atti privi di senso politico e che io non condivido in quanto fuori da una logica 5 stelle di condivisione. Per tutti questi motivi oggi a malincuore mi asterrò anche se avrei voluto votare contro.

Consiglio Comunale del 21 10 2014 Sintesi Intervento di Fabrizio Savani

La crisi, le opportunità, la pianificazione urbanistica

Messori Matteo 4° B Pittura

La crisi può essere una ottima opportunità per cambiare e promuovere una prospettiva per il futuro altrimenti la crisi si trasformerà in guerra e lascerà una lunga scia di distruzione non solo di cose e persone ma anche di Istituzioni, partiti, movimenti. Niente comuni, niente province, niente consigli comunali o provinciali, niente accorpamenti o larghe intese. E allora dobbiamo cambiare subito ora a cominciare dal recidere, rivedere i diritti acquisiti ma profondamente ingiusti in termini valoriali, ambientali ed urbanistici. Un Piano Urbanistico Attuativo (PUA) come potrebbe essere ad esempio quello di Via Strobel va a delineare, a mio giudizio, un disegno urbanistico per la città ormai desueto, un quartiere che reputo dis-economico per la città e dis-ecologico per l’ambiente urbano. Nulla da eccepire sulla legittimità dell’intervento ma lo trovo inadeguato e con una percentuale al 3% di valori innovativi e penta stellati minimi, come la miscela del mio “ciao”, mi si passi il paragone.

Questo PUA doveva essere analizzato e studiato nel dettaglio, condiviso con il Consiglio Comunale (CC) e non mi basta un passaggio di un ora in Commissione Urbanistica; non è sufficiente per analizzare i 46 allegati alla Proposta di Delibera (PD o delibera) di questo PUA. Non è sufficiente se poi paragono l’ora trascorsa nella citata Commissione con la delibera di indirizzo politico sui lavori del PAIP (inceneritore) e che è ferma da giugno 2014 e in attesa di essere discussa in Consiglio Comunale. Se questa PD fosse passata in Consiglio probabilmente la città si sarebbe risparmiata le polemiche estive sui controlli del forno attraverso una collaborazione intersettoriale fra i vari enti coinvolti come previsto nella delibera citata.

Come Consigliere Comunale mi sento responsabile e in dovere di conoscere per deliberare e se per molte tematiche leggo le delibere e posso politicamente assecondare un percorso comune, per le delibere dove mi sento di avere una sensibilità ed un attenzione forse più consapevole, davvero non riesco a capire il motivo per cui non si possa condividere un percorso comune di conoscenza e di reale scambio di informazioni.

Dicevo che per deliberare ho bisogno di conoscere. Ho bisogno di conoscere ad esempio se questi 16.000 mq circa di Superficie Lorda Utile (SLU) fossero davvero indispensabili o se c’era un margine di trattativa; se si è cercato di diminuirli attraverso un percorso politico che recepisse i nuovi valori penta stellati. Ho bisogno di conoscere quale era la volumetria esistente prima e quale sarà quella futura aggiuntiva. Ho bisogno di sapere come mai nella PD mancano i dati minimi, di sintesi, per una lettura semplice da parte del cittadino che non deve leggersi tutti i 46 allegati alla delibera per capire la filosofia, il messaggio politico e amministrativo della PD in questione. Ho bisogno di sapere se davvero la città ha bisogno ancora di altri appartamenti, negozi ed uffici o se si trasformerà tutto in nuove cattedrali urbane dove si celebrerà l’ennesima liturgia mortale e solitaria. Ho bisogno di sapere se il quartiere condivide questa edificazione che andrà ad inserirsi in una periferia che ha già tante criticità. Ho bisogno di sapere se si potevano eseguire interventi strutturali e di servizi in co-housing. Ho bisogno di sapere che la viabilità prevista per questo PUA non può essere un mero passaggio autorizzatorio senza comprendere le nuove esigenze e le nuove problematiche della città. 

In una frase questo PUA doveva essere studiato meglio nel dettaglio e condiviso con la maggioranza e con i componenti della Commissione. Si doveva discutere prima, conoscere, approfondire e poi approvare in Consiglio Comunale.

Non si possono utilizzare i PUA a mio avviso come oggetto per la futura pianificazione urbanistica e territoriale della città con questo Piano Strutturale Comunale (PSC) che rappresentano “solo” degli accordi fra pubblico e privato per una determinata area edificatoria. I PUA rappresentano una pianificazione di dettaglio ma che ha monte una pianificazione generale del PSC. Se questo attuale PSC non viene modificato questi desueti PUA continueranno sempre ad arrivare in Consiglio Comunale per essere approvati. La pianificazione e la programmazione anche territoriale attraverso il governo della città si possono concepire infatti come l’ipotetico collegamento fra il tracciato politico di chi ha vinto le elezioni e la linea amministrativa, direzionale e dirigenziale del Comune. In altre parole le scelte della nuova amministrazione cittadina devono portare ad atti di pianificazione e di programmazione assolutamente in linea col programma e con le linee programmatiche di mandato. L’efficacia di un PUA non può essere a mio avviso approvato in toto in Consiglio recependolo come un mero passaggio burocratico o istituzionale.

Ogni singolo Consigliere ha il dovere politico e morale di recepire consapevolmente i contenuti di una delibera di variante al POC (piano operativo comunale) e al RUE (regolamento urbano edilizio) di un PUA (piano urbanistico attuativo). Io non dico assolutamente di bocciare a priori ogni singolo PUA od ogni singola PD  ma dico che si dovrebbe essere liberi di approvare, in funzione del perseguimento dell’interesse pubblico, un contenuto diverso ma soprattutto condiviso e che sia frutto di una decisione politica adeguatamente giustificata (e non solo tecnica o amministrativa e questo sino a quando non avremo modificato gli atti di pianificazione sulla base del nostro programma). Sono a mio avviso motivazioni adeguatamente giustificate quelle ragioni di interesse pubblico o quelle ragioni che si prefigurano come dicotomiche rispetto alle scelte della precedente compagine amministrativa. Il nuovo Comune, il nuovo Consiglio devono potere evidenziare le eventuali storture di un PUA che non siano in linea con le linee programmatiche di mandato.

La nuova compagine amministrativa deve poter correggere ciò che la città non considera più giusto, ciò che non rappresenta più lo specchio dei tempi, ciò che sembra ormai desueto e anacronistico in termini valoriali e ambientali. Si devono correggere le situazioni edificatorie in divenire magari anche con una pianificazione partecipata con la città.

Sintesi del mio discorso in Consiglio Comunale a Parma del 10 Settembre 2014