La crisi, le opportunità, la pianificazione urbanistica

Messori Matteo 4° B Pittura

La crisi può essere una ottima opportunità per cambiare e promuovere una prospettiva per il futuro altrimenti la crisi si trasformerà in guerra e lascerà una lunga scia di distruzione non solo di cose e persone ma anche di Istituzioni, partiti, movimenti. Niente comuni, niente province, niente consigli comunali o provinciali, niente accorpamenti o larghe intese. E allora dobbiamo cambiare subito ora a cominciare dal recidere, rivedere i diritti acquisiti ma profondamente ingiusti in termini valoriali, ambientali ed urbanistici. Un Piano Urbanistico Attuativo (PUA) come potrebbe essere ad esempio quello di Via Strobel va a delineare, a mio giudizio, un disegno urbanistico per la città ormai desueto, un quartiere che reputo dis-economico per la città e dis-ecologico per l’ambiente urbano. Nulla da eccepire sulla legittimità dell’intervento ma lo trovo inadeguato e con una percentuale al 3% di valori innovativi e penta stellati minimi, come la miscela del mio “ciao”, mi si passi il paragone.

Questo PUA doveva essere analizzato e studiato nel dettaglio, condiviso con il Consiglio Comunale (CC) e non mi basta un passaggio di un ora in Commissione Urbanistica; non è sufficiente per analizzare i 46 allegati alla Proposta di Delibera (PD o delibera) di questo PUA. Non è sufficiente se poi paragono l’ora trascorsa nella citata Commissione con la delibera di indirizzo politico sui lavori del PAIP (inceneritore) e che è ferma da giugno 2014 e in attesa di essere discussa in Consiglio Comunale. Se questa PD fosse passata in Consiglio probabilmente la città si sarebbe risparmiata le polemiche estive sui controlli del forno attraverso una collaborazione intersettoriale fra i vari enti coinvolti come previsto nella delibera citata.

Come Consigliere Comunale mi sento responsabile e in dovere di conoscere per deliberare e se per molte tematiche leggo le delibere e posso politicamente assecondare un percorso comune, per le delibere dove mi sento di avere una sensibilità ed un attenzione forse più consapevole, davvero non riesco a capire il motivo per cui non si possa condividere un percorso comune di conoscenza e di reale scambio di informazioni.

Dicevo che per deliberare ho bisogno di conoscere. Ho bisogno di conoscere ad esempio se questi 16.000 mq circa di Superficie Lorda Utile (SLU) fossero davvero indispensabili o se c’era un margine di trattativa; se si è cercato di diminuirli attraverso un percorso politico che recepisse i nuovi valori penta stellati. Ho bisogno di conoscere quale era la volumetria esistente prima e quale sarà quella futura aggiuntiva. Ho bisogno di sapere come mai nella PD mancano i dati minimi, di sintesi, per una lettura semplice da parte del cittadino che non deve leggersi tutti i 46 allegati alla delibera per capire la filosofia, il messaggio politico e amministrativo della PD in questione. Ho bisogno di sapere se davvero la città ha bisogno ancora di altri appartamenti, negozi ed uffici o se si trasformerà tutto in nuove cattedrali urbane dove si celebrerà l’ennesima liturgia mortale e solitaria. Ho bisogno di sapere se il quartiere condivide questa edificazione che andrà ad inserirsi in una periferia che ha già tante criticità. Ho bisogno di sapere se si potevano eseguire interventi strutturali e di servizi in co-housing. Ho bisogno di sapere che la viabilità prevista per questo PUA non può essere un mero passaggio autorizzatorio senza comprendere le nuove esigenze e le nuove problematiche della città. 

In una frase questo PUA doveva essere studiato meglio nel dettaglio e condiviso con la maggioranza e con i componenti della Commissione. Si doveva discutere prima, conoscere, approfondire e poi approvare in Consiglio Comunale.

Non si possono utilizzare i PUA a mio avviso come oggetto per la futura pianificazione urbanistica e territoriale della città con questo Piano Strutturale Comunale (PSC) che rappresentano “solo” degli accordi fra pubblico e privato per una determinata area edificatoria. I PUA rappresentano una pianificazione di dettaglio ma che ha monte una pianificazione generale del PSC. Se questo attuale PSC non viene modificato questi desueti PUA continueranno sempre ad arrivare in Consiglio Comunale per essere approvati. La pianificazione e la programmazione anche territoriale attraverso il governo della città si possono concepire infatti come l’ipotetico collegamento fra il tracciato politico di chi ha vinto le elezioni e la linea amministrativa, direzionale e dirigenziale del Comune. In altre parole le scelte della nuova amministrazione cittadina devono portare ad atti di pianificazione e di programmazione assolutamente in linea col programma e con le linee programmatiche di mandato. L’efficacia di un PUA non può essere a mio avviso approvato in toto in Consiglio recependolo come un mero passaggio burocratico o istituzionale.

Ogni singolo Consigliere ha il dovere politico e morale di recepire consapevolmente i contenuti di una delibera di variante al POC (piano operativo comunale) e al RUE (regolamento urbano edilizio) di un PUA (piano urbanistico attuativo). Io non dico assolutamente di bocciare a priori ogni singolo PUA od ogni singola PD  ma dico che si dovrebbe essere liberi di approvare, in funzione del perseguimento dell’interesse pubblico, un contenuto diverso ma soprattutto condiviso e che sia frutto di una decisione politica adeguatamente giustificata (e non solo tecnica o amministrativa e questo sino a quando non avremo modificato gli atti di pianificazione sulla base del nostro programma). Sono a mio avviso motivazioni adeguatamente giustificate quelle ragioni di interesse pubblico o quelle ragioni che si prefigurano come dicotomiche rispetto alle scelte della precedente compagine amministrativa. Il nuovo Comune, il nuovo Consiglio devono potere evidenziare le eventuali storture di un PUA che non siano in linea con le linee programmatiche di mandato.

La nuova compagine amministrativa deve poter correggere ciò che la città non considera più giusto, ciò che non rappresenta più lo specchio dei tempi, ciò che sembra ormai desueto e anacronistico in termini valoriali e ambientali. Si devono correggere le situazioni edificatorie in divenire magari anche con una pianificazione partecipata con la città.

Sintesi del mio discorso in Consiglio Comunale a Parma del 10 Settembre 2014

Il Bilancio Previsionale 2014

FaberRiporto di seguito il mio intervento in Consiglio Comunale del 24 Luglio 2014 durante la discussione del Bilancio Previsionale 2014

Responsabilità politica

Il bilancio pubblico è importante ma non dice tutto. La responsabilità politica del debito pubblico è evidente, lo hanno già detto in tanti. Sarà eventualmente la Corte dei Conti ad accertare il danno erariale da attribuire a quella parte politica che ha amministrato negli anni precedenti e a verificare i due anni di amministrazione penta stellata e le eventuali responsabilità amministrative o erariali verso l’ente locale.

Perché ricordo quanto è ovvio, che i Consiglieri Comunali sono responsabili non solo politicamente quando approvano proposte di delibera o debiti fuori bilancio o il bilancio medesimo. Il dovere di ogni Consigliere è quello di programmare un futuro diverso, coerente coi valori costituzionali e coerente col presente mandato elettorale che è opposto al sistema politico passato figlio di una dottrina partitica morta e di una economia politica semplicemente folle. Mi viene allora da porre una domanda leggermente retorica. Ma in questi anni, coi cantieri aperti, con le opere pubbliche da visionari, col proliferare delle partecipate, col debito che saliva, ma i dirigenti delle banche, i Dirigenti degli enti locali, anche quelli quotidianamente in contatto col comune, i grandi gruppi industriali che lavoravano direttamente o indirettamente per il Comune, ma dove erano finiti? E’ sempre e solo colpa del Sindaco e del vice Sindaco delle precedenti amministrazioni?

Da dove partire

Quanto successo a Parma è sotto gli occhi di tutti. Gli scandali locali, il prosciugamento di competenze nel comune, la delocalizzazione delle decisioni dalla pubblica amministrazione a favore di STT Holding SpA ne sono solo un esempio. Ma la vera crisi è stata soprattutto una crisi politica di una classe dirigente locale.

Questo bilancio comunale dovrà pertanto coniugare necessariamente verbi nuovi e innovativi rispetto alla tradizionale economia politica locale. Da dove partire? Dai valori: introdurre l’etica nella politica e avviare la sperimentazione ad esempio del Benessere Equo e Sostenibile proposto dall’ISTAT e dal CNEL nel 2012. Gli Enti dovrebbero misurare dimensioni come l’ambiente, la salute, il benessere economico, l’istruzione e la formazione, il lavoro e la conciliazione coi tempi della vita, le relazioni, la sicurezza, il benessere soggettivo, il paesaggio e il patrimonio culturale.

Il PIL a PR

A Parma il costo sociale del Prodotto Interno Lordo (PIL) e della crescita cementificatoria ipertrofica ha prodotto i danni dei capannoni vuoti, i danni dello skyline cittadino (l’edificio dell’Efsa, il Ponte nord, la stazione, lo Stu Pasubio, ecc.) le voragini di STT e Parma Infrastrutture, o gli SPIP 2 e 3 terreni agricoli spacciati per potenzialmente edificatori.

A Parma per far aumentare il PIL abbiamo svenduto il territorio peggiorando la qualità della nostra vita; per assecondare ad esempio gli interessi di una SpA la precedente Amministrazione Comunale e la Provincia hanno consentito la costruzione di un inceneritore facendo aumentare il rischio sanitario per l’intera comunità, peggiorando la qualità della vita e l’ambiente delle generazioni future per i prossimi decenni. Inceneritore e non termovalorizzatore come scritto nella Relazione Previsionale e Programmatica 2014-2016. Questa è un’amministrazione 5 stelle e gradirei almeno per i termini, una visione coerente. Quindi inceneritore e non termovalorizzatore, sviluppo e non sviluppo sostenibile.

Così accade che a Parma oggi siamo costretti a riparare gli errori politici prodotti da altri, e dobbiamo farlo con criteri contabili che non apprezzo, e che negano i diritti essenziali dei cittadini attraverso l’obbligo di tagli o attraverso lo status quo di tasse a percentuali elevate. Tutto questo non è giusto e chiunque lo può capire.

Il debito pubblico

Il debito pubblico italiano tocca a maggio i 2.166,3 miliardi. Il governo Renzi chiude il quarto mese di presidenza con un debito pro capite pari a 36.225 euro. Il debito corre a 15 miliardi in più al mese. Negli ultimi vent’anni il debito è esploso. Il rapporto debito pubblico/PIL è al 136% del primo trim. 2014; solo la Grecia fa peggio di noi.

Per avere una soluzione immediata a questa degenerazione il Governo italiano, dovrebbe non pagare gli interessi sul debito pubblico e spostarli verso investimenti socialmente utili. In questo modo, a Parma e nei comuni indebitati, avremmo i soldi per pagare i fornitori che vantano crediti con la PA.

Questo andrebbe fatto subito.  Guardate che della riforma del Senato e del presunto autoritarismo del Governo Renzi, al cittadino  interessa poco o niente. Il vero problema è una crisi enorme e i parametri economici peggiorano di mese in mese. 800 miliardi di spesa pubblica. Come si affronta la gestione di una cifra colossale come questa?

Interessi sul debito

Spero che il futuro Governo cambi le regole contabili per gli Enti locali, perché come hanno detto in tanti, compresa l’ANCI, il patto di stabilità ed il fiscal compact condizionano negativamente i Comuni e sarà sempre più difficile programmare investimenti per i servizi pubblici locali e ridare fiato al comune. A mio avviso si dovrebbe derogare dal patto di stabilità per alcune tematiche fondamentali. Mi riferisco ad es. alle spese socialmente utili come la tutela del territorio, lo stop al consumo del suolo, il rischio sismico ed idrogeologico. Questa politica sarebbe sufficiente per dare un respiro alla PA e penso che certe regole contabili siano stupide e inconciliabili col contesto sociale attuale, coi diritti naturali dei cittadini.

Gli swap

I vincoli di bilancio e le continue limitazioni ai trasferimenti dalla finanza statale alla finanza locale sono l’insieme delle cause che hanno indotto molte amministrazioni locali a ricercare soluzioni rischiose per far fronte alle proprie necessità finanziarie. Cito ad es. i derivati.

In sostanza il Comune nelle precedenti amministrazioni è come se avesse giocato a poker con le tasse dei cittadini; io non lo so se le carte erano truccate, questo lo decideranno i giudici. Ma chi ha autorizzato i Comuni a investire in derivati? I derivati sono un terno al lotto, uno dei prodotti finanziari più rischiosi, in parte all’origine della crisi economica del 2008. Con il meccanismo dello swap incassi subito denaro contante e ne paghi in seguito le possibili conseguenze. Un sindaco può quindi indebitare il Comune su una scommessa che pagherà il sindaco successivo.

Dovrebbe essere impedito per legge ai Comuni di poter sottoscrivere contratti derivati che tolgono il futuro ai nostri figli. Il Comune non è una banca e neppure un casinò.

Piano Strutturale Comunale

A Parma il PSC sembra sia  stato pensato per speculare attraverso la tecnica della perequazione urbanistica e per cementificare il territorio della Food Valley; quelle cementificazioni operate dal settore delle costruzioni che ha prodotto uno dei maggiori PIL della città. Finalmente 2014 vi sarà la revisione del PSC. E’ da 2 anni che lo chiedo ed è ora indispensabile che si segua quanto indicato nel progetto e nelle Linee Programmatiche (LLPP) di mandato.

A ottobre 2013 Alinovi ha fatto una bella presentazione con tanto di slides sul futuro della città. Bene dopo 10 mesi non si può più aspettare oltre; adesso si deve cominciare davvero a lavorare accelerando le tappe indicate nel documento di relazione previsionale. La nostra città eredita un’organizzazione e una pianificazione urbana che da un lato ha risolto i problemi dei servizi minimi (standard) e dall’altro ha perseguito l’ideologia della crescita infinita producendo sprechi che sono sotto gli occhi di tutti.

Anche in quest’ottica possiamo immaginare un nuovo modello urbanistico ove si attribuisca maggiore valore di mercato ai suoli agricoli che adottino tecniche di agricoltura naturale, agricoltura sinergica, tecniche di permacultura e tecniche di rigenerazione urbana. Dobbiamo puntare al “mantenimento” dell’esistente privilegiando l’efficienza, la riqualificazione energetica e strutturale, la prevenzione del rischio sismico.

I Piano Urbanistici Attuativi (PUA), i Piani Operativi Comunali (POC), gli art. 18, saranno pure dei diritti acquisiti nati in contesti legali, ma devono essere valutati caso per caso. Allora è giusto che le are dei Piani Urbanistici Attuativi ad esempio ove i soggetti attuatori chiedono la restituzione degli oneri (ma ottenerla è tutta un’altra storia!) debbano essere spente e ridefinite come aree agricole. Inoltre dopo 5 anni cessano di avere efficacia le previsioni del POC non attuate. Il Comune deve fare il possibile per facilitare la possibilità di non consentire più ulteriori edificazioni su tali terreni.

Partecipazione dei cittadini e di tutte le forze politiche

Dobbiamo continuare sulla strada dei processi decisionali democratici diretti e partecipativi che sembra abbiano decisamente rallentato. Penso anche alla pubblicazione di un bilancio chiaro e accessibile a tutti con un linguaggio meno tecnico, meno burocratico e maggiormente comprensibile.

Questo Consiglio Comunale (CC)  ha il dovere di proporre una visione politica diversa. Possiamo farlo, con un atteggiamento che sia dotato di un pensiero libero da ideologie obsolete e da teatrini che si notano anche in questa Sala sia dalla opposizione sia dalla maggioranza. Vorrei farlo insieme agli uomini di buona volontà di tutte le parti.

Io ad esempio mi sono trovato bene a lavorare in Commissione Ambiente sull’analisi dell’iter del PAIP. Avevo chiesto un atto di coraggio ai miei colleghi per la presentazione della delibera da discutere in CC entro fine luglio 2014 per lavorare anche in Estate. Purtroppo devo constatare che è mancata la volontà da parte di questa maggioranza di fare quell’ulteriore passo in avanti e investire un’ora di tempo per discutere tale proposta.

Diritti naturali

Io quindi auspico davvero una visione politica che non si dimentichi mai dei valori della Costituzione che rappresentano la base da cui ripartire. La tutela del paesaggio (art. 9) e il diritto alla salute (art. 32), il diritto alla casa, il dovere politico di combattere la povertà sono tutti valori primari e assoluti in quanto espressione di interesse diffuso dei cittadini, che esigono un identico livello di tutela. Occorre in tale ottica di salvaguardia dei diritti naturali una maggiore perequazione dei tassi di copertura fra le vari macro voci di competenza comunale. Mi riferisco alla proposta di delibera di ieri che a malincuore non ho votato in quanto né io né il collega Lucio de Lorenzi abbiamo ricevuto una risposta adeguata.

Nel 2013 il contributo comunale per il pagamento delle bollette dei servizi per le famiglie in difficoltà, per l’aiuto al pagamento degli affitti sempre per le famiglie bisognose, per l’aiuto ai pensionati con la pensione minima che non riescono ad arrivare alla fine del mese, è stato nel complesso di 2.600.000 € di cui 900 k€ per il pagamento delle bollette. Occorre che la cifra del 2013 fissata a 2.300.000 € venga assolutamente portata alla stessa cifra dell’anno scorso. Io sono un politico, evidenzio la questione. Ci sono poi gli assessori per fare questo lavoro; trovate i soldi per favore.

Piano triennale delle alienazioni

Occorre una decisa e precisa intersettorialità fra le varie deleghe degli Assessori che verifichi che gli immobili che il comune vuole dismettere in quanto non più strategici, non siano assolutamente utilizzabili per la gestione dell’emergenza del dramma casa. La casa è insieme al lavoro un elemento fondamentale per la dignità dell’uomo. Senza casa e senza lavoro l’uomo è meno libero, senza libertà non c’è più democrazia e capacità di partecipare alla gestione della città.

Nuovo atteggiamento

La Giunta e i dirigenti devono continuare ad adottare atteggiamenti diversi dal passato, poiché noi tutti, politici, tecnici ed amministrativi, siamo qui per servire il cittadino perseguendo l’interesse pubblico. Non esiste infatti alcuna prevalenza di un qualsivoglia interesse privato nei confronti dell’interesse pubblico specie se riguarda il diritto alla salute e il diritto alla inviolabilità del territorio.

E poi si deve continuare a individuare risorse, e obiettivi concreti da inserire nel Piano Esecutivo di Gestione (PEG) per i Dirigenti, con le varie proposte 5 stelle quali la strategia rifiuti zero, la strategia stop al consumo del territorio, la strategia di riforestazione urbana, tutte azioni citate nel programma.

Cosa si deve ancora fare

Nel bilancio e quindi nel PEG devono trovare attuazione specifica la azioni individuate nelle LLPP. Avrei voluto vedere nella Relazione Previsionale e Programmatica alcune voci di obiettivi attuabili quasi a costo zero per il Comune e facenti parte delle LLPP. Ne cito solo alcuni del Settore Ambiente:

  • Favorire la crescita di un economia locale legata al recupero, riciclo e riutilizzo dei materiali post-consumo
  • Impostare accordi con la grande distribuzione per riduzione rifiuti
  • Favorire lo sviluppo della rete dei GAS (Gruppi Acquisto Solidale)
  • Promuovere il compostaggio del verde nei parchi cittadini
  • Eseguire l’analisi sulla riduzione della produzione dei rifiuti all’interno di tutti gli stabili della struttura comunale
  • Informare tramite pannelli i valori di CO2 nell’aria nelle varie zone della città.
  • Avvio e promozione progetto car-pooling denominato «Jungo»
  • Portare progressivamente tutte le zone residenziali a “zone 30”.

Ascoltando poi Vandana Shiva ho tratto questa lezione (io non ascolto la Lady di ferro, Dio me ne scampi): La ns economia è vecchia piena di concetti deambientali e alieni alle popolazioni. La ns economia è in stallo e in confusione anche a causa di un impoverimento democratico del paese e a causa della mancanza di consenso politico dei cittadini.

Concludo citando William James  “La coscienza è la voce di Dio e la natura è il cuore degli uomini”. Ricordiamocelo sempre nella gestione della nostra vita politica. Grazie.

Fabrizio Savani – Consigliere Comunale Movimento 5 Stelle Parma