Altri insediamenti commerciali in vista a Parma

Martedì 28 marzo 2017 in Consiglio comunale a Parma è stata presentata una proposta di delibera sui criteri qualitativi per le autorizzazioni per insediamenti commerciali con superficie fino a 2.500 metri quadrati ovvero nuovi edifici commerciali fino a 50 m per lato. Si tratta in sintesi di misurare la sostenibilità delle nuove domande di autorizzazione all’apertura di medie strutture di vendita attraverso tre serie di indicatori: impatto da incremento di superficie, impatto occupazionale, impatto ambientale.

La delibera in questione con allegato l’ennesimo regolamento da 21 pagine di questa amministrazione di stampo “neo bizantina” individua le compensazioni di tali impatti.
Per gli impatti occupazionali derivanti da nuovi insediamenti commerciali entrano ad esempio in fattore positivo la possibilità di passare da contratti a tempo determinato a quelli a tempo indeterminato.

Ma ora viene il bello! Le misure di compensazione per le caratteristiche di sostenibilità edilizia, ambientale, ed energetica prevedono le seguenti azioni per i nuovi insediamenti commerciali: uso di mezzi a basso impatto ambientale; uso di mezzi elettrici per la consegna a domicilio della spesa dei clienti; promozione di campagne informative per l’uso delle linee di trasporto pubblico locale.

Non si parla di calcolo obbligatorio dell’impronta ecologica o di quante anidride carbonica (CO2) venga immessa nell’ambiente per la realizzazione di queste nuove strutture commerciali o per la loro gestione. Non si parla in questa delibera di analisi del ciclo di vita dei nuovi edifici commerciali che verranno realizzati a Parma ovvero quanto inquinamento viene emesso per realizzare i prodotti dia costruzione di questi volumi edilizi, per farli funzionare e infine per dismetterli una volta arrivati a fine vita. Questi calcoli analitici inseriti nel programma elettorale che ha permesso al Movimento 5 Stelle di vincere le elezioni a Parma sono utili per individuare il vero inquinamento prodotto da questi fabbricati consumatori di suolo e sono anche utili per calcolare come compensare le emissioni aggiunte all’ambiente cittadino già fortemente compromesso.

Ma andando oltre a queste considerazioni di tipo tecnico, alla fine, qual è la compensazione ambientale per il consumo di suolo?
Io non lo so ma a me sembra che tali compensazioni siano in continuità con gli oneri della città pubblica o con gli extra oneri già presenti dalle giunte precedenti. In sostanza sembra davvero che tutto cambi perché tutto rimanga immutabile. Sembra di assistere alla stessa politica delle passate amministrazioni.

L’ambiente ancora una volta a Parma, città della Food Valley, viene disgregato, sezionato e compensato economicamente (ovvero soldi).
Io mi chiedo come si può compensare la vita di un albero a favore di un parcheggio magari piantando un altro albero. Come si può compensare l’ammazzamento di un albero per ampliare un parcheggio e poi come compensazione piantare un altro albero. Tutto questo non c’entra niente con la delibera in questione ma l’approccio culturale verso l’ambiente è questo. Gli impatti ambientali si quantificano con azioni che hanno un costo. La politica ambientale a Parma oggi ricorda un’arida stagione bianca.

Alla fine a dire il vero, tutte queste storie sembrano composte solo da parole che si depositano lentamente sul fondo del mare delle promesse mancate. Dopo 5 anni infatti si riparla ancora di nuove aree ad uso commerciale. Nel 2012 scrivevo articoli sull’esubero di centri commerciali sparsi per la città ed oggi mi ritrovo a riscrivere articoli su nuovi centri commerciali che verranno realizzati a Parma dopo un lustro di amministrazione che doveva portare tante belle novità. Infatti s’è visto.

E’ vero quanto diceva martedì un collega in Consiglio comunale; non abbiamo due stomaci per mangiare tutto quello che ci viene propinato. Non possiamo infatti fare la spesa 4 volte al giorno per sostenere tutti gli insediamenti commerciali presenti e futuri. Si perché sono previsti altri punti vendita fino a 2.500 metri quadrati se ancora qualcuno non lo avesse capito! Lo avete letto sui giornali?

Oggi io so e ribadisco che il consumo di suolo viene compensato economicamente. Con tanti saluti al nuovo piano regolatore generale (PSC) con consumo suolo sotto zero. “Certo! Disponibile al confronto (d’accordo) nella misura in cui” cantava il poeta di Crotone. Ecco, mi sembra allora che tutto torni.
Ogni cittadino dotato di buon senso può farsi una sua opinione osservando diversi edifici commerciali che sembrano “case coloniali scrostate ormai come chiese”.

Ricordo che questa amministrazione non è stata eletta per dare la stura a nuovi insediamenti commerciali. Questo non era scritto nel programma elettorale che ricordo rappresenta il patto che i politici siglano coi cittadini.

Certo mi si può contestare il fatto che si tratta di nuovi insediamenti commerciali il cui iter burocratico di approvazione è iniziato nelle precedenti amministrazioni e che quindi si tratta di diritti acquisiti. Ma ogni piano urbanistico attuativo anche se pensato in precedenza, può essere ridiscusso. E poi cosa vuol dire diritti acquisiti? Anche i vitalizi dei parlamentari o le pensioni d’oro sono dei diritti acquisiti. Ma si tratta di diritti che sono ritenuti ingiusti per ogni cittadino dotato di mero buon senso. Ma qualcuno a Parma pensa ancora che ci sia bisogno di nuovi mega negozi da 2.500 mq l’uno? Davvero qualcuno pensa che per compensare tali edifici sia sufficiente dotarsi di qualche auto elettrica? Io non lo so ma secondo me qui si esonda nell’assurdo.

Ho alla fine votato contro a questa delibera in quanto la giunta ducale doveva avere molto più coraggio e determinazione nell’approccio politico verso queste potenzialità insediative. Occorrevano misure draconiane e non dei pannicelli caldi per affrontare la questione del consumo di suolo e dell’inquinamento prodotto da realizzazione di nuovi volumi edilizi.

A me sembra che di fatto l’amministrazione comunale rimane inerme politicamente sia per le medie strutture di vendita sia e soprattutto per le grandi strutture di vendita. Ricordo che sotto questa giunta partirà a breve uno dei più grandi centri commerciali dell’Italia del nord.

La verità giuridica è che i PUA produttivi (lottizzazioni) sono strumenti urbanistici facoltativi (non obbligatori). Tali insediamenti edificatori sono il frutto di accurate analisi volte a definire bene il fabbisogno della città in funzione di un loro corretto dimensionamento, pena l’illegittimità della delibera comunale che li approva. Ma quanti centri commerciali ha bisogno Parma per capire che con c’è più bisogno di tali insediamenti?

Spero bene per Parma e vorrei che i cittadini spegnessero finalmente il falò inquinante delle vanità.

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