Recentemente “la Gazzetta” pubblica degli interventi per proporre un dibattito politico sulle future amministrative a Parma. E in effetti mi sembra di capire che la corsa sia già iniziata.
Un intervento interessante è quello del dicembre 2015 del senatore Pagliari dove evidenzia che la città deve inventarsi il proprio futuro cercando soluzioni nuove e invita le parti a superare la dialettica antagonista degli interessi particolari.
A tal proposto vorrei citare l’esperienza della straordinaria avventura dei “cittadini prestati alla politica”.
Non sarebbe mai nato il M5S se non ci fosse stato quel degrado politico, economico, ambientale, valoriale che a Parma è esondato con la caduta della precedente Giunta. La questione morale è ancora oggi attuale rispetto a quanto affermava Berlinguer oltre 30 anni fa. Nulla è cambiato in questa Italia di vecchi e giovani dinosauri.
Penso che l’essenza della democrazia sia la partecipazione al senso di comunità, a un desiderio di cambiare le cose, la vita e l’ambiente, ma facendolo insieme. Fare le cose solo pensando che sia giusto e dimenticandosi delle promesse elettorali sono convinto che sia un percorso sbagliato e pericoloso.
Il problema di questa città è emblematico di un’Italia composta da partiti arroccati e da cittadini che hanno perso l’interesse per la politica locale. La partecipazione è fatta di tempo donato ai problemi della città e tolto al lavoro e alla famiglia, d’impegno civico, di altruismo, di sacrificio.
Questi comportamenti si valorizzano solo con soggetti politici degni di questo nome, organizzati su basi trasparenti e meritocratiche e non su persone che pensano di essere assurti ad un ruolo istituzionale per merito e non per caso. E’ mancata in questi anni una vera capacità di dialogo ed ascolto dei cittadini.
In città i parmigiani hanno dato fiducia a dei rappresentanti di un movimento non solo per i suoi contenuti ma anche perché gli altri non meritavano più la loro fiducia. Il M5S a Parma è stato indispensabile per cercare ritrovare quell’impeto di orgoglio e di rottura col passato.
E così è accaduto che la più grande crisi economica della città sia stata gestita da “cittadini onesti prestati alla politica” in modo prevalentemente ragionieristico. Tutti noi bravi ragazzi -certo- ma a me sembra che si sia preso per buono l’indirizzo del Commissario di Governo disattendendo quindi le principali promesse fatta agli elettori.
E’ vero, abbiamo messo in “sicurezza” i conti ma abbiamo garantito ogni ritorno economico alle banche e senza verificarne la “legittimità del debito”.
Con la paura dell’azione legale abbiamo fatto pagare i debiti creati dalla precedente amministrazione ai cittadini di Parma. Per non parlare dei debiti fuori bilancio diventati vera e propria emergenza perenne, un ossimoro burocratico.
Abbiamo lasciato immutato il Piano Strutturale Comunale ovvero il piano regolatore urbanistico di Parma. Ancora oggi vi sono persone che hanno distrutto la città mentre i cittadini ne pagano quotidianamente le conseguenze.
L’inceneritore è partito senza giocare tutte le carte che avevamo in mano. La Giunta ha disatteso il lavoro di indagine della Commissione Ambiente durato un anno e mezzo ed è venuta meno agli impegni presi nei confronti del Consiglio Comunale che lo aveva approvato con una delibera passata alla unanimità. Pensare che i rifiuti da bruciare a Parma non arrivassero anche da Reggio era semplicemente un’illusione. Lo si sapeva già prima del decreto sblocca Italia che, di fatto, dava la possibilità di importare rifiuti da fuori provincia. Presto arriveranno anche quelli da Leonia.
Parma si è trovata davanti a un sindaco abile comunicatore e dotato di una innegabile arte dialettica ma a mio avviso spesso avverso ad ogni critica interna e a una vera condivisione coi cittadini delle scelte strategiche per il territorio. Il pensiero politico a neo liberista (esaltazione del libero mercato) e meramente estetico è stato sostenuto dalla maggioranza di noi Consiglieri che abbiamo vissuto spesso in modo apatico il nostro ruolo. Nella nostra città di fatto quasi tutte le proposte dei cittadini sembrano sostanzialmente negate o dilatate come in un film di Sergio Leone.
La conferma del disincanto dei parmigiani è rappresentato dal flop dell’elezioni dei Consigli di Cittadini Volontari andate quasi deserte; Il fine era giusto ma ben presto è apparso chiaro a tutti che la partecipazione era solo una mera apparenza. Sicuramente ha aiutato anche l’incapacità politica di un assessore privo di una qualsiasi capacità decisionale che scambia una critica costruttiva per una crociata personale spesso evitando i confronti.
L’errore più grande di noi politici nostrani è stato quello di alimentare l’abulia dei cittadini vero la polis e non riuscire a coinvolgerli nei processi decisionali della politica.
Credo che una risposta alla creazione di leader (guide) locali sia quella di programmare veri eventi di partecipazione politica attraverso un percorso condiviso con la città. Tali progetti dovrebbero attrarre idee e proposte sostenute dai cittadini ed elaborate dai candidati, poi in seguito legittimati dal voto. Questo può essere una modalità significativa per ridurre la distanza siderale fra politici, istituzioni ed elettori.
Serve una visione volta a cambiare i modelli culturali della nostra società. Ci troviamo in mezzo ad un guado sociale, valoriale, ambientale ma i tradizionali soggetti politici non sono più adeguati a creare visioni perché sono estinti; le ideologie che li hanno formati mi sembrano ormai superate o non in grado di essere veicolate da questa classe politica fossile.
In generale l’apparato amministrativo delle nostre istituzioni locali e nazionali è una macchina elefantiaca inadeguata e pesante rispetto ai problemi dei cittadini. Spesso i dirigenti passano indenni sulle giunte e sui governi e nessuno ha il coraggio di indicare nuove direzioni; si preferisce seguire le impostazioni precedentemente intraprese. Tutto questo a svantaggio della stragrande maggioranza dei dipendenti pubblici che da anni vorrebbero lavorare meglio di quello che fanno e vorrebbero lavorare finalmente su basi meritocratiche.
La coesione che auspica Pagliari non esiste in un periodo dove l’egoismo prevale sull’altruismo e per questa ragione le proposte politiche, sommatorie degli interessi particolari, sono state le azioni più facili e veloci da proporre alla città.
Per evitare che alle prossime amministrative possa vincere un personaggio con l’empatia di un tweet occorre riprendere quell’immaginario collettivo. Si tratta di quell’immaginario fatto di cambiamento, tutela ambientale e paesaggistica, partecipazione, trasparenza radicale, cultura dell’incontro e del rispetto delle istituzioni; temi da sempre proposti dal movimento 5 stelle. Io non lo so ma a Parma questi temi mi sembra che si siano un pò persi per strada. Ma forse mi sbaglio. Volevamo cambiare il mondo e invece il mondo ha cambiato noi.
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