Ancora alberi abbattuti a Parma

Oggi hanno abbattuto svariati Prunus alti anche fino a otto metri in Viale Dei Mille a Parma. Alberi apparentemente sani ma forse giudicati vecchi, malati o pericolosi sono stati sradicati per lasciar spazio a giovani piante. Vorrei chiedere al comune il motivo di questo gesto per me orribile.

Da anni in città si parla di consumo di suolo e di salvaguardia dell’ambiente ma non si discute mai di qualità della vita e di come cambiare stile di vita. Ecco allora che pare normale abbattere alberi per ripiantarne altri, più piccoli e tutti uguali. Piante belle, ordinate che non sporcano. Non è bello infatti avere alberi adulti con ampie fronde che sporcano in estate con fiori e frutta e d’autunno con foglie secche.

Ma che senso ha eliminare piante vive e adulte? Non si potevano togliere solo quelle necessarie? Ma è possibile che gli alberi di una strada siano tutti pericolosi, morti o malati? Sicuramente poi queste giovani piante andranno innaffiate ed accudite per almeno tre anni a differenza degli alberi adulti che sono sicuramente più resistenti. Avete mai visto innaffiare regolarmente le piante in città quest’estate? Se si devono mettere a dimora degli alberi e poi non innaffiarli tanto vale non piantarli neppure. E’ sempre molto triste vedere infatti un albero che muore.

Basterebbe solo ricordare di trovarsi di fronte ad un essere vivente e senziente.
L’anno scorso sono riuscito a salvare insieme a tanti cittadini 160 alberi di kaki che il comune voleva abbattere perché facevano i frutti che cadendo sporcavano la strada.

Ora ci risiamo. Altre piante abbattute senza un motivo apparentemente plausibile. Eppure tutto questo ha un costo. Costi economici, costi ambientali, costi e rischi della sicurezza sul lavoro.
Penso allora che dobbiamo renderci conto che noi esseri umani insieme alle piante e agli animali siamo in un unico barcone che cerca di non affondare nel futuro della nostra terra; ma la differenza è che gli alberi possono fare benissimo a meno di noi ma noi senza gli alberi non possiamo vivere. Pare comunque che ci siano ancora molte persone che siano convinti che l’uomo possa vivere di plastica, automobili, isole ecologiche, centri commerciali, e che si siano dimenticate le lezioni alle elementari dove viene insegnato ai bambini che l’uomo vive grazie alla fotosintesi clorofilliana.

Questo ennesimo evento luttuoso nei confronti del vede della città, passato ancora una volta in silenzio, mi ha fatto tornare alla memoria vari eventi e battaglie di questi ultimi anni che mi hanno visto a volte spettatore e a volte attore.
E’ arrivato l’inceneritore, sono arrivati gli innumerevoli debiti fuori bilancio, i nuovi centri commerciali, una situazione deficitaria del verde urbano, un inquinamento cittadino senza più alcun freno.
Un bel giorno arrivato tutto questo e non c’è rimasto più nessuno a protestare.

 

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