Ennesimo debito fuori bilancio in Consiglio

Nella seduta del Consiglio Comunale del 14 Aprile 2015 si è discusso sull’ ennesima delibera sul riconoscimento di legittimità di un debito fuori bilancio che scaturisce da una Sentenza della Corte d’Appello di Bologna del luglio 2013, cioè quasi due anni fa.

Si tratta di una proposta di delibera di un debito fuori bilancio discussa in Commissione la sera del giorno prima. Praticamente non c’è stato tempo di discuterla, studiarla e capirla in modo esauriente. Si tratta di lavori su una strada di collegamento fra Via Budellungo e Via Emilia Est.

Si era aperto un contenzioso con una ditta privata e ancora aperto nei confronti del Comune. L’importo da riconoscere come DFB era di circa 7.300 €. Ho fatto notare che mancava ancora per l’ennesima volta un elenco esaustivo di tutti i debiti fuori bilancio e dei potenziali DFB ovvero degli espropri o delle causa in corso che potrebbero portare appunto a un DFB. L’Assessore alla scuola ha riferito ancora una volta che era pronto. Ancora una volta ho riferito che fino ad allora avrei votato coerentemente allo stesso modo, astenendomi.

Il Consiglio Comunale infatti non può essere considerato uno zerbinificio e gli assessori non possono porsi con un atteggiamento pastorale nei confronti di singoli Consiglieri invitandoli a prendere atto e approvare qualsiasi debito fuori bilancio che arriva in “aula” Poi non ho visto nessuno della Giunta che nella seduta in questione del Consiglio abbia dichiarato che verrà portata avanti una azione di responsabilità su quegli eventuali dirigenti che abbiano commesso degli errori portando un danno alle casse comunali. Questo continuo a chiederlo da tempo e da tempo continuo ad essere inascoltato. Il mantra è sempre lo stesso. Porteremo a conoscenza la Corte dei Conti su questo ulteriore DFB. Ma questo è comunque un obbligo di legge, è comunque scontato. Ma la Corte dei Conti non mi risulta che chieda a chi non ha fatto bene il suo lavoro di dimettersi o di restituire i soldi che derivano dal danno che hanno portato alle casse comunali.

La Giornata Mondiale della Terra

20150422_153914Oggi 22 aprile si è celebrato in tutto il mondo la Giornata Mondiale della Terra per la salvaguardia delle risorse naturali di Gea. In realtà c’è poco da festeggiare.
Il nostro sistema democratico in Italia, come quello di un qualsiasi altro paese della Unione Europea, risponde esclusivamente agli interessi a breve termine del sistema politico. Si tratta di un sistema con una capacità decisionale troppo lenta per cogliere la velocità del sistema economico basato sul rapido consumo delle risorse del pianeta.
In altre parole si assiste ad un sistema politico che riesce solo a guardare i brevi spazi temporali fra una elezione e l’altra, elezioni europee, nazionali, regionali, comunali. Questo miope apparato non riesce quindi a pianificare strumenti a lungo temine rispetto ai tempi di cambiamento della Natura che sono direttamente collegati all’inquinamento prodotto dall’uomo.
Quando infine i nostri politici firmano trattati internazionali incomprensibili agli stessi governi che li ratificano, le edulcorate soluzioni che trovano per salvare il pianeta non devono intaccare minimamente il sistema economico e lo stile di vita del nord del mondo, cause di quegli stessi problemi dai quali si cerca di uscire. In pratica è il gatto che si morde la coda.
E allora da dove ripartire? Io non lo so ma forse occorrerebbe un ente sovrannazionale che si occupasse della salvezza del pianeta. Una sorta di ONU ma più efficiente che impedisse ad esempio all’Italia di realizzare autostrade inutili come la Tirreno Brennero priva di idonea copertura finanziaria o progetti di centri commerciali mascherati da piani di rigenerazione urbana che abbondano a Parma come nel resto d’Italia.
Ma mentre si possono continuare ad ascoltare i vari appelli di ministri ed assessori al rispetto dell’ambiente, ognuno di noi può cercare delle prospettive e promuovere un cambiamento cogliendo l’occasione, ad esempio, della Giornata Mondiale della Terra. Dato che alla fine la differenza la fanno le singole persone, io oggi ho messo a dimora un albero con mia figlia e con l’associazione ambientalista Sodales. Ho piantato un melo in una delle tante aree verdi del quartiere industriale SPIP di Parma. E’ un gesto semplice e senza pretese ma che mi ricorda che io esisto grazie alla fotosintesi clorofilliana. Basta poco per rendersi conto che cambiare si può, cogliamo ogni occasione per ricordarcelo. Buon Ambiente a tutti.

Operazione di “camouflage”

orto-sinergicoMartedì 14 aprile 2015 si è tenuta la seduta del Consiglio Comunale cittadino con all’ordine del giorno il conferimento della cittadinanza onoraria a Lucia Annibali, il regolamento sulla concessione di beni  comunali e l’ennesimo debito fuori bilancio.
Nella proposta di delibera sul regolamento per la disciplina della locazione di beni immobili comunali l’assessore “alle politiche scolastiche” ha cercato di far passare un articolo che demandava ad apposita disciplina dirigenziale il tema degli orti in comune all’insaputa della Commissione Ambiente, organo competente in materia.
Inoltre si sarebbe di fatto vanificato il lavoro di diversi mesi portato avanti dalla Consulta del Verde (organismo partecipativo composto prevalentemente da cittadini) e saltando completamente la stessa Commissione Ambiente del Comune.
Come cittadino non me la sentivo proprio di deliberare in Consiglio su un articolo del genere e l’ho riferito. “Per approvare un articolo del genere che considero una diavoleria non ci vuole un Consigliere ma un esorcista. Se non lo modificate io non lo voto” – “Io sono un Consigliere comunale e ho la responsabilità della rappresentanza politica e trovo incredibile che un assessore e dei dirigenti, attraverso una procedura seppure legittima abbiano intrapreso un percorso di delegittimazione politica di questo Consiglio Comunale”.
L’ambiente di Parma sta ormai diventando un’enorme psicosfera al sapore di cenere e ferro. Se non si cambia radicalmente approccio dando alla città la possibilità di partecipare attivamente condividendo un percorso di consapevolezza ambientale, avremo fallito.
E’ per questo che è importante coinvolgere la Consulta del Verde, organismo partecipativo composto essenzialmente da associazioni di volontariato. Si tratta di una piccola azione positiva e virtuosa che fa uscire i cittadini dalla percezione di inutilità sociale e li inserisce invece nella utilità politica.
Alla fine sembra che la Giunta abbia capito e l’intero Consiglio Comunale ha cambiato l’articolo incriminato approvando il mio emendamento fatto di buon senso che ha ridato la giusta dignità politica al Consiglio Comunale, ovvero il massimo organo amministrativo della città.

Quante strade deve percorrere un uomo

imagesQuante strade deve percorrere un uomo prima che lo si possa chiamare uomo? E quanti anni la gente deve vivere prima che possa essere finalmente libera? E quante volte un uomo può voltare la testa fingendo di non vedere?

La risposta, amico, sta soffiando nel vento.

Commissione Ambiente sulla gestione rifiuti

L’Assessore di Parma all’Ambiente Folli illustrerà la sua proposta della scelta di affidamento per la gestione del servizi di  raccolta e smaltimento dei rifiuti.

Appuntamento quindi alla seduta pubblica aperta a tutti i cittadini.

Martedì 08 aprile 2015 ore 17.30 in Sala Consigliare in Municipio a Parma.

Di seguito la convocazione ufficiale.

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La strada sulla “discarica” ?

Questa mattina si è tenuta la conferenza stampa relativa al corteo cittadino per dire SI alla Tirreno Brennero (TI-BRE) ferroviaria e NO alla TI – BRE AUTOSTRADALE che si terrà sabato 11 Aprile 20155 alle 15 partendo da Ronco Campo Canneto.
Si tratta di un’opera inutile e devastante che si fermerà a Trecasali in quanto priva di copertura finanziaria. In pratica mancano i soldi. Propongo quindi di ribattezzarla TI – 3.

Si deve valutare bene l’aumento del rischio per la salute dei cittadini e del grave rischio ambientale. Dato che poi siamo nella Food Valley il suolo dovrebbe essere utilizzato per dare da mangiare ai cittadini e non per alimentare la costruzione di un’opera infrastrutturale inutile. Questo corridoio autostradale attraverserà una vasta area a Viarolo con una “discarica interrata” di 5 milioni di m3 di rifiuti. Ma ne hanno tenuto conto coloro che hanno dato l’autorizzazione a questo eco mostro?. i cittadini penso che conoscano la risposta.

Dobbiamo voler bene alla nostra terra

600_435800180 - CopiaSabato 11 aprile 2015 a Ronco Campo Canneto (PR) si terrà alle 15:00, al parcheggio della scuola elementare, il corteo cittadino di protesta e PROPOSTA per dire SI alla Tirreno Brennero (TI-BRE) ferroviaria e NO alla TI – BRE AUTOSTRADALE
E’ importante partecipare alle manifestazioni ed incontri su questo tema così importante per il nostro territorio.
A marzo ho chiesto al Governo di ripensare alla TI-BRE e di verificare la legittimità dei lavori in corso a Trecasali.
Ad ottobre 2014 il Consiglio Comunale di Parma ha evidenziato la non necessità e non utilità della Variante alla SP 10 per Viarolo relativa al corridoio autostradale della TI-BRE.
Il progetto della Variante per Viarolo non risolve il problema della sicurezza stradale del paese e neppure quello relativo alla protezione dell’abitato dagli effetti devastanti dalla nuova autostrada.
Il corridoio autostradale attraversa anche la discarica dell’Area vasta Viarolo dove sono interrati 5 milioni di m cubi di rifiuti depositati fra gli anni 70 e gli anni 90.
Inoltre nella zona sono presenti le risorgive di Viarolo una zona molto importante dal punto di vista naturalistico e tutelato a livello comunitario. Occorre quindi:
• Rivedere il progetto in quanto trattasi di opera inutile e diseconomica e che non verrà mai completata perché priva di idonea copertura finanziaria
• RI valutare l’aumento del rischio gravissimo per l’ambiente e per la salute dei cittadini
• Verificare la legittimità dei lavori in corso nell’Area delle risorgive di Viarolo
• Stralciare l’opera della Variante di Viarolo e convertirla in una SOLUZIONE ALTERNATIVA BASATA SUL TRASPORTO FERROVIARIO, MENO IMPATTANTE, MENO COSTOSO E PIU’ EFFICIENTE
Questa richiesta è stata inoltrata anche alla Regione, al Ministero dell’Ambiente, al Ministero delle Infrastrutture e alla Commissione Europea per l’Ambiente
Si tratta di una richiesta di puro buon senso che hanno sottoscritto anche altri Consiglieri comunali di Parma, di maggioranza e di opposizione.
Dobbiamo voler bene alla nostra terra, dobbiamo esserne consapevoli insieme,

Fabrizio Savani – Consigliere comunale di Parma – Movimento 5 Stelle

Commissione Ambiente con Iren

Fabrizio-Savani-M5SIl 25 marzo 2015 si è tenuta la Commissione Ambiente con invitati il dott. Bianco e l’ing. Bertolini in rappresentanza del “convitato di pietra” Iren il cui nome aleggia da sempre nelle stanze del comune.

E’ stata posta la domanda su richiesta del Consigliere Pellacini sulla buona uscita quasi “milionaria” del precedente amministratore delegato De Sanctis. Il nuovo AD Bianco non ha però voluto o saputo rispondere e si è dichiarato non competente sull’argomento.

Poi Bianco ha illustrato in sintesi il piano industriale di Iren con riferimento agli investimenti nel territorio di Parma. Fra le tante domande dei Consiglieri presenti in Commissione ne cito alcune che ho posto.

Sul teleriscaldamento Iren afferma in Commissione che è allacciato da tempo, era un obbligo e quindi Iren non ha ritenuto necessario comunicarlo. Tutto questo in netto contrasto coi lavori e la relazione finale della Commissione sull’iter del PAIP di competenza comunale dove i Dirigenti e l’Assessore all’Ambiente hanno sempre sostenuto il contrario. Ora non si è riusciti a capire dalla risposte dei rappresentati di Iren che ho spesso considerato “vaghe e superficiali” se effettivamente le reti del teleriscaldamento siano ad oggi allacciate al PAIP. Se lo sono quali sono le 7 mila caldaiette (o erano 20 mila?) che dovevano essere staccate in città in quanto allacciate al termo? Stesso discorso per la proprietà del teleriscaldamento. Iren afferma in Commissione che è di sua proprietà tant’è vero che lo inserisce nei suoi cespiti a differenza dei Dirigenti comunali che hanno sempre affermato che non si è ancora capito se sia di proprietà del Comune o meno. E’ una proprietà a nostra insaputa un impianto “scaiolizzato” per valorizzare la termodistruzione dei nostri rifiuti. Ho sollevato dubbi anche sul boschetto mangiapolvere che doveva essere pronto un anno prima della partenza dell’inceneritore ma i rappresentati di Iren non mi hanno dato alcuna risposta Ho evidenziato poi che l’inceneritore è un impianto che brucia rifiuti solidi urbani e rifiuti industriali.

Ho chiesto a Iren di computare una quota a tonnellata di rifiuto bruciato nel 2014 per compensare il disagio dei cittadini a livello ambientale, sanitario e di mobilità, dovuti quest’ultimi all’aumento del traffico indotto dalle centinaia di camion e camioncini “pieni di rudo” che viaggiano sulle arterie stradali cittadine. Non parlo degli oneri delle opere fuori comparto o delle opere di mitigazione e compensazione o dei contributi di costruzione, tutti costi che devono compensare in parte l’installazione dell’eco mostro. L’Assessore durante la Commissione ha evidenziato che tali oneri sono già stati computati. No io parlo invece della monetizzazione dei costi sociali e del disagio che la città deve sopportare per ospitare questo “vascello fantasma” di lamiere avvolto nella perenne nebbia delle polveri sottili. Io parlo del fatto che si dovrebbe compensare il rischio di morbosità aggiuntivo e il rischio sanitario aggiuntivo per i cittadini dovuto al termo anche se progettato e installato a norma di legge ma di fatto inserito in una città fra le più inquinate d’Europa. Infine ho anche evidenziato che l’iter del PAIP presenta evidenti dubi di legittimità sollevati sia nella relazione della Commissione sia nella dichiarazione di ANAC, l’Ente anti corruzione presieduto da Cantone.

Il Comune ha risposto a Cantone dicendo fra l’altro che non esiste nessuna convenzione fra il Comune e Iren che giustifichi lo scomputo ovvero la detrazione degli oneri di urbanizzazione dal contributo di costruzione del PAIP. Stesso discorso per gli oneri dei parcheggi pubblici che possono essere computati a scomputo degli oneri di urbanizzazione ma dove non si rileva una convenzione che stabilisca l’impegno di Iren a realizzare e cedere i parcheggi che infatti risultano ancora di proprietà di Iren medesima. Alla fine il dott. Bianco ha dichiarato che sul documento di ANAC non c’era nulla su cui rispondere. E allora una volta per tutte il Comune prenda atto di tale situazione e di tale disponibilità quando si dialoga sulla differenziata e sui rapporti di buon vicinato con la multi utility.

Alla fine di tutto questo, solo per caso ovviamente, mi viene in mente un detto catalano: ci pisciano in testa e ci dicono che piove.

commissione-Iren-Comune