Il 25 marzo 2015 si è tenuta la Commissione Ambiente con invitati il dott. Bianco e l’ing. Bertolini in rappresentanza del “convitato di pietra” Iren il cui nome aleggia da sempre nelle stanze del comune.
E’ stata posta la domanda su richiesta del Consigliere Pellacini sulla buona uscita quasi “milionaria” del precedente amministratore delegato De Sanctis. Il nuovo AD Bianco non ha però voluto o saputo rispondere e si è dichiarato non competente sull’argomento.
Poi Bianco ha illustrato in sintesi il piano industriale di Iren con riferimento agli investimenti nel territorio di Parma. Fra le tante domande dei Consiglieri presenti in Commissione ne cito alcune che ho posto.
Sul teleriscaldamento Iren afferma in Commissione che è allacciato da tempo, era un obbligo e quindi Iren non ha ritenuto necessario comunicarlo. Tutto questo in netto contrasto coi lavori e la relazione finale della Commissione sull’iter del PAIP di competenza comunale dove i Dirigenti e l’Assessore all’Ambiente hanno sempre sostenuto il contrario. Ora non si è riusciti a capire dalla risposte dei rappresentati di Iren che ho spesso considerato “vaghe e superficiali” se effettivamente le reti del teleriscaldamento siano ad oggi allacciate al PAIP. Se lo sono quali sono le 7 mila caldaiette (o erano 20 mila?) che dovevano essere staccate in città in quanto allacciate al termo? Stesso discorso per la proprietà del teleriscaldamento. Iren afferma in Commissione che è di sua proprietà tant’è vero che lo inserisce nei suoi cespiti a differenza dei Dirigenti comunali che hanno sempre affermato che non si è ancora capito se sia di proprietà del Comune o meno. E’ una proprietà a nostra insaputa un impianto “scaiolizzato” per valorizzare la termodistruzione dei nostri rifiuti. Ho sollevato dubbi anche sul boschetto mangiapolvere che doveva essere pronto un anno prima della partenza dell’inceneritore ma i rappresentati di Iren non mi hanno dato alcuna risposta Ho evidenziato poi che l’inceneritore è un impianto che brucia rifiuti solidi urbani e rifiuti industriali.
Ho chiesto a Iren di computare una quota a tonnellata di rifiuto bruciato nel 2014 per compensare il disagio dei cittadini a livello ambientale, sanitario e di mobilità, dovuti quest’ultimi all’aumento del traffico indotto dalle centinaia di camion e camioncini “pieni di rudo” che viaggiano sulle arterie stradali cittadine. Non parlo degli oneri delle opere fuori comparto o delle opere di mitigazione e compensazione o dei contributi di costruzione, tutti costi che devono compensare in parte l’installazione dell’eco mostro. L’Assessore durante la Commissione ha evidenziato che tali oneri sono già stati computati. No io parlo invece della monetizzazione dei costi sociali e del disagio che la città deve sopportare per ospitare questo “vascello fantasma” di lamiere avvolto nella perenne nebbia delle polveri sottili. Io parlo del fatto che si dovrebbe compensare il rischio di morbosità aggiuntivo e il rischio sanitario aggiuntivo per i cittadini dovuto al termo anche se progettato e installato a norma di legge ma di fatto inserito in una città fra le più inquinate d’Europa. Infine ho anche evidenziato che l’iter del PAIP presenta evidenti dubi di legittimità sollevati sia nella relazione della Commissione sia nella dichiarazione di ANAC, l’Ente anti corruzione presieduto da Cantone.
Il Comune ha risposto a Cantone dicendo fra l’altro che non esiste nessuna convenzione fra il Comune e Iren che giustifichi lo scomputo ovvero la detrazione degli oneri di urbanizzazione dal contributo di costruzione del PAIP. Stesso discorso per gli oneri dei parcheggi pubblici che possono essere computati a scomputo degli oneri di urbanizzazione ma dove non si rileva una convenzione che stabilisca l’impegno di Iren a realizzare e cedere i parcheggi che infatti risultano ancora di proprietà di Iren medesima. Alla fine il dott. Bianco ha dichiarato che sul documento di ANAC non c’era nulla su cui rispondere. E allora una volta per tutte il Comune prenda atto di tale situazione e di tale disponibilità quando si dialoga sulla differenziata e sui rapporti di buon vicinato con la multi utility.
Alla fine di tutto questo, solo per caso ovviamente, mi viene in mente un detto catalano: ci pisciano in testa e ci dicono che piove.
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