Il Bilancio Previsionale 2014

FaberRiporto di seguito il mio intervento in Consiglio Comunale del 24 Luglio 2014 durante la discussione del Bilancio Previsionale 2014

Responsabilità politica

Il bilancio pubblico è importante ma non dice tutto. La responsabilità politica del debito pubblico è evidente, lo hanno già detto in tanti. Sarà eventualmente la Corte dei Conti ad accertare il danno erariale da attribuire a quella parte politica che ha amministrato negli anni precedenti e a verificare i due anni di amministrazione penta stellata e le eventuali responsabilità amministrative o erariali verso l’ente locale.

Perché ricordo quanto è ovvio, che i Consiglieri Comunali sono responsabili non solo politicamente quando approvano proposte di delibera o debiti fuori bilancio o il bilancio medesimo. Il dovere di ogni Consigliere è quello di programmare un futuro diverso, coerente coi valori costituzionali e coerente col presente mandato elettorale che è opposto al sistema politico passato figlio di una dottrina partitica morta e di una economia politica semplicemente folle. Mi viene allora da porre una domanda leggermente retorica. Ma in questi anni, coi cantieri aperti, con le opere pubbliche da visionari, col proliferare delle partecipate, col debito che saliva, ma i dirigenti delle banche, i Dirigenti degli enti locali, anche quelli quotidianamente in contatto col comune, i grandi gruppi industriali che lavoravano direttamente o indirettamente per il Comune, ma dove erano finiti? E’ sempre e solo colpa del Sindaco e del vice Sindaco delle precedenti amministrazioni?

Da dove partire

Quanto successo a Parma è sotto gli occhi di tutti. Gli scandali locali, il prosciugamento di competenze nel comune, la delocalizzazione delle decisioni dalla pubblica amministrazione a favore di STT Holding SpA ne sono solo un esempio. Ma la vera crisi è stata soprattutto una crisi politica di una classe dirigente locale.

Questo bilancio comunale dovrà pertanto coniugare necessariamente verbi nuovi e innovativi rispetto alla tradizionale economia politica locale. Da dove partire? Dai valori: introdurre l’etica nella politica e avviare la sperimentazione ad esempio del Benessere Equo e Sostenibile proposto dall’ISTAT e dal CNEL nel 2012. Gli Enti dovrebbero misurare dimensioni come l’ambiente, la salute, il benessere economico, l’istruzione e la formazione, il lavoro e la conciliazione coi tempi della vita, le relazioni, la sicurezza, il benessere soggettivo, il paesaggio e il patrimonio culturale.

Il PIL a PR

A Parma il costo sociale del Prodotto Interno Lordo (PIL) e della crescita cementificatoria ipertrofica ha prodotto i danni dei capannoni vuoti, i danni dello skyline cittadino (l’edificio dell’Efsa, il Ponte nord, la stazione, lo Stu Pasubio, ecc.) le voragini di STT e Parma Infrastrutture, o gli SPIP 2 e 3 terreni agricoli spacciati per potenzialmente edificatori.

A Parma per far aumentare il PIL abbiamo svenduto il territorio peggiorando la qualità della nostra vita; per assecondare ad esempio gli interessi di una SpA la precedente Amministrazione Comunale e la Provincia hanno consentito la costruzione di un inceneritore facendo aumentare il rischio sanitario per l’intera comunità, peggiorando la qualità della vita e l’ambiente delle generazioni future per i prossimi decenni. Inceneritore e non termovalorizzatore come scritto nella Relazione Previsionale e Programmatica 2014-2016. Questa è un’amministrazione 5 stelle e gradirei almeno per i termini, una visione coerente. Quindi inceneritore e non termovalorizzatore, sviluppo e non sviluppo sostenibile.

Così accade che a Parma oggi siamo costretti a riparare gli errori politici prodotti da altri, e dobbiamo farlo con criteri contabili che non apprezzo, e che negano i diritti essenziali dei cittadini attraverso l’obbligo di tagli o attraverso lo status quo di tasse a percentuali elevate. Tutto questo non è giusto e chiunque lo può capire.

Il debito pubblico

Il debito pubblico italiano tocca a maggio i 2.166,3 miliardi. Il governo Renzi chiude il quarto mese di presidenza con un debito pro capite pari a 36.225 euro. Il debito corre a 15 miliardi in più al mese. Negli ultimi vent’anni il debito è esploso. Il rapporto debito pubblico/PIL è al 136% del primo trim. 2014; solo la Grecia fa peggio di noi.

Per avere una soluzione immediata a questa degenerazione il Governo italiano, dovrebbe non pagare gli interessi sul debito pubblico e spostarli verso investimenti socialmente utili. In questo modo, a Parma e nei comuni indebitati, avremmo i soldi per pagare i fornitori che vantano crediti con la PA.

Questo andrebbe fatto subito.  Guardate che della riforma del Senato e del presunto autoritarismo del Governo Renzi, al cittadino  interessa poco o niente. Il vero problema è una crisi enorme e i parametri economici peggiorano di mese in mese. 800 miliardi di spesa pubblica. Come si affronta la gestione di una cifra colossale come questa?

Interessi sul debito

Spero che il futuro Governo cambi le regole contabili per gli Enti locali, perché come hanno detto in tanti, compresa l’ANCI, il patto di stabilità ed il fiscal compact condizionano negativamente i Comuni e sarà sempre più difficile programmare investimenti per i servizi pubblici locali e ridare fiato al comune. A mio avviso si dovrebbe derogare dal patto di stabilità per alcune tematiche fondamentali. Mi riferisco ad es. alle spese socialmente utili come la tutela del territorio, lo stop al consumo del suolo, il rischio sismico ed idrogeologico. Questa politica sarebbe sufficiente per dare un respiro alla PA e penso che certe regole contabili siano stupide e inconciliabili col contesto sociale attuale, coi diritti naturali dei cittadini.

Gli swap

I vincoli di bilancio e le continue limitazioni ai trasferimenti dalla finanza statale alla finanza locale sono l’insieme delle cause che hanno indotto molte amministrazioni locali a ricercare soluzioni rischiose per far fronte alle proprie necessità finanziarie. Cito ad es. i derivati.

In sostanza il Comune nelle precedenti amministrazioni è come se avesse giocato a poker con le tasse dei cittadini; io non lo so se le carte erano truccate, questo lo decideranno i giudici. Ma chi ha autorizzato i Comuni a investire in derivati? I derivati sono un terno al lotto, uno dei prodotti finanziari più rischiosi, in parte all’origine della crisi economica del 2008. Con il meccanismo dello swap incassi subito denaro contante e ne paghi in seguito le possibili conseguenze. Un sindaco può quindi indebitare il Comune su una scommessa che pagherà il sindaco successivo.

Dovrebbe essere impedito per legge ai Comuni di poter sottoscrivere contratti derivati che tolgono il futuro ai nostri figli. Il Comune non è una banca e neppure un casinò.

Piano Strutturale Comunale

A Parma il PSC sembra sia  stato pensato per speculare attraverso la tecnica della perequazione urbanistica e per cementificare il territorio della Food Valley; quelle cementificazioni operate dal settore delle costruzioni che ha prodotto uno dei maggiori PIL della città. Finalmente 2014 vi sarà la revisione del PSC. E’ da 2 anni che lo chiedo ed è ora indispensabile che si segua quanto indicato nel progetto e nelle Linee Programmatiche (LLPP) di mandato.

A ottobre 2013 Alinovi ha fatto una bella presentazione con tanto di slides sul futuro della città. Bene dopo 10 mesi non si può più aspettare oltre; adesso si deve cominciare davvero a lavorare accelerando le tappe indicate nel documento di relazione previsionale. La nostra città eredita un’organizzazione e una pianificazione urbana che da un lato ha risolto i problemi dei servizi minimi (standard) e dall’altro ha perseguito l’ideologia della crescita infinita producendo sprechi che sono sotto gli occhi di tutti.

Anche in quest’ottica possiamo immaginare un nuovo modello urbanistico ove si attribuisca maggiore valore di mercato ai suoli agricoli che adottino tecniche di agricoltura naturale, agricoltura sinergica, tecniche di permacultura e tecniche di rigenerazione urbana. Dobbiamo puntare al “mantenimento” dell’esistente privilegiando l’efficienza, la riqualificazione energetica e strutturale, la prevenzione del rischio sismico.

I Piano Urbanistici Attuativi (PUA), i Piani Operativi Comunali (POC), gli art. 18, saranno pure dei diritti acquisiti nati in contesti legali, ma devono essere valutati caso per caso. Allora è giusto che le are dei Piani Urbanistici Attuativi ad esempio ove i soggetti attuatori chiedono la restituzione degli oneri (ma ottenerla è tutta un’altra storia!) debbano essere spente e ridefinite come aree agricole. Inoltre dopo 5 anni cessano di avere efficacia le previsioni del POC non attuate. Il Comune deve fare il possibile per facilitare la possibilità di non consentire più ulteriori edificazioni su tali terreni.

Partecipazione dei cittadini e di tutte le forze politiche

Dobbiamo continuare sulla strada dei processi decisionali democratici diretti e partecipativi che sembra abbiano decisamente rallentato. Penso anche alla pubblicazione di un bilancio chiaro e accessibile a tutti con un linguaggio meno tecnico, meno burocratico e maggiormente comprensibile.

Questo Consiglio Comunale (CC)  ha il dovere di proporre una visione politica diversa. Possiamo farlo, con un atteggiamento che sia dotato di un pensiero libero da ideologie obsolete e da teatrini che si notano anche in questa Sala sia dalla opposizione sia dalla maggioranza. Vorrei farlo insieme agli uomini di buona volontà di tutte le parti.

Io ad esempio mi sono trovato bene a lavorare in Commissione Ambiente sull’analisi dell’iter del PAIP. Avevo chiesto un atto di coraggio ai miei colleghi per la presentazione della delibera da discutere in CC entro fine luglio 2014 per lavorare anche in Estate. Purtroppo devo constatare che è mancata la volontà da parte di questa maggioranza di fare quell’ulteriore passo in avanti e investire un’ora di tempo per discutere tale proposta.

Diritti naturali

Io quindi auspico davvero una visione politica che non si dimentichi mai dei valori della Costituzione che rappresentano la base da cui ripartire. La tutela del paesaggio (art. 9) e il diritto alla salute (art. 32), il diritto alla casa, il dovere politico di combattere la povertà sono tutti valori primari e assoluti in quanto espressione di interesse diffuso dei cittadini, che esigono un identico livello di tutela. Occorre in tale ottica di salvaguardia dei diritti naturali una maggiore perequazione dei tassi di copertura fra le vari macro voci di competenza comunale. Mi riferisco alla proposta di delibera di ieri che a malincuore non ho votato in quanto né io né il collega Lucio de Lorenzi abbiamo ricevuto una risposta adeguata.

Nel 2013 il contributo comunale per il pagamento delle bollette dei servizi per le famiglie in difficoltà, per l’aiuto al pagamento degli affitti sempre per le famiglie bisognose, per l’aiuto ai pensionati con la pensione minima che non riescono ad arrivare alla fine del mese, è stato nel complesso di 2.600.000 € di cui 900 k€ per il pagamento delle bollette. Occorre che la cifra del 2013 fissata a 2.300.000 € venga assolutamente portata alla stessa cifra dell’anno scorso. Io sono un politico, evidenzio la questione. Ci sono poi gli assessori per fare questo lavoro; trovate i soldi per favore.

Piano triennale delle alienazioni

Occorre una decisa e precisa intersettorialità fra le varie deleghe degli Assessori che verifichi che gli immobili che il comune vuole dismettere in quanto non più strategici, non siano assolutamente utilizzabili per la gestione dell’emergenza del dramma casa. La casa è insieme al lavoro un elemento fondamentale per la dignità dell’uomo. Senza casa e senza lavoro l’uomo è meno libero, senza libertà non c’è più democrazia e capacità di partecipare alla gestione della città.

Nuovo atteggiamento

La Giunta e i dirigenti devono continuare ad adottare atteggiamenti diversi dal passato, poiché noi tutti, politici, tecnici ed amministrativi, siamo qui per servire il cittadino perseguendo l’interesse pubblico. Non esiste infatti alcuna prevalenza di un qualsivoglia interesse privato nei confronti dell’interesse pubblico specie se riguarda il diritto alla salute e il diritto alla inviolabilità del territorio.

E poi si deve continuare a individuare risorse, e obiettivi concreti da inserire nel Piano Esecutivo di Gestione (PEG) per i Dirigenti, con le varie proposte 5 stelle quali la strategia rifiuti zero, la strategia stop al consumo del territorio, la strategia di riforestazione urbana, tutte azioni citate nel programma.

Cosa si deve ancora fare

Nel bilancio e quindi nel PEG devono trovare attuazione specifica la azioni individuate nelle LLPP. Avrei voluto vedere nella Relazione Previsionale e Programmatica alcune voci di obiettivi attuabili quasi a costo zero per il Comune e facenti parte delle LLPP. Ne cito solo alcuni del Settore Ambiente:

  • Favorire la crescita di un economia locale legata al recupero, riciclo e riutilizzo dei materiali post-consumo
  • Impostare accordi con la grande distribuzione per riduzione rifiuti
  • Favorire lo sviluppo della rete dei GAS (Gruppi Acquisto Solidale)
  • Promuovere il compostaggio del verde nei parchi cittadini
  • Eseguire l’analisi sulla riduzione della produzione dei rifiuti all’interno di tutti gli stabili della struttura comunale
  • Informare tramite pannelli i valori di CO2 nell’aria nelle varie zone della città.
  • Avvio e promozione progetto car-pooling denominato «Jungo»
  • Portare progressivamente tutte le zone residenziali a “zone 30”.

Ascoltando poi Vandana Shiva ho tratto questa lezione (io non ascolto la Lady di ferro, Dio me ne scampi): La ns economia è vecchia piena di concetti deambientali e alieni alle popolazioni. La ns economia è in stallo e in confusione anche a causa di un impoverimento democratico del paese e a causa della mancanza di consenso politico dei cittadini.

Concludo citando William James  “La coscienza è la voce di Dio e la natura è il cuore degli uomini”. Ricordiamocelo sempre nella gestione della nostra vita politica. Grazie.

Fabrizio Savani – Consigliere Comunale Movimento 5 Stelle Parma

Una Newco per Expo 2015

images (1)Una Newco, un’ulteriore partecipata per essere presenti all’Esposizione Universale denominata EXPO 2015 che si terrà presso il nuovo polo fieristico di Milano. Ho già evidenziato le mie perplessità su tale iniziativa nella Riunione di Maggioranza del 26 maggio 2014, durante il colloquio del giorno dopo col Sindaco e durante la Seduta Consigliare del 03 giugno.

Nel dettaglio è intenzione di Ente Fiere Parma partecipare ad Expo 2015 attraverso la creazione di una partecipata (con quota del 51% per Federalimentare e del 49% per Ente Fiere Parma). L’operazione prevede un Piano Economico Finanziario con una spesa massima che si attesti a circa 15 mln €, coperti interamente dai ricavi della vendita degli spazi espositivi dei nuovi padiglioni. Questo è quanto risulta da un resoconto di una pagina visionato dai Consiglieri Comunali.

Questa Newco dovrà trovare contratti per 15 mln € e solo per Expo 2015, evento della durata di sei mesi. Sembra che altrimenti si corra il rischio di vedere fortemente ridimensionato il giro di affari di Cibus. E qui sorgono i primi dubbi. Trovo difficile infatti che si possa realizzare un obiettivo del genere non conoscendo ma dando per scontato la professionalità delle persone coinvolte. Ad oggi infatti Expo è un “orto pubblico” da 1,5 mln di m2, certo con notevoli potenzialità, ma senza ancora nulla di definitivo e con una situazione che sembra ricordare terribilmente i mondiali di Italia 90, quello delle notti magiche.

Ma torniamo alla Newco parmigiana, società di scopo, ovvero con data di scadenza a fine 2017, appena dopo la conclusione dell’evento. Il progetto prevede la realizzazione di due capannoni in carpenteria metallica da 2.000 m2 ognuno e un totale di 7.000 m2 di superficie edificabile su più piani. Alla fine di Expo i fabbricati saranno smantellati e reinstallati alle Fiere di Parma dove l’attuale piano urbanistico prevede diverse migliaia di m2 ancora edificabili.

Veniamo ora a Tutto Food, la fiera dell’alimentare organizzata da Fiera Milano, unica in Italia dedicata al business agroalimentare ed aperta soltanto agli operatori del settore (mentre Cibus è aperto a tutti i visitatori, scolaresche comprese). Ci è stato riferito che Tutto Food sembra sia un rischio per Parma. Si tratta di un evento grande la metà di Cibus come spazi espositivi e numero di espositori. Per Ente Fiere Parma la soluzione ideale per competere con Milano sarebbe quella di organizzare l’evento Cibus con frequenza annuale e non più biennale. Grazie ad Expo 2015 si potrà ridurre o per lo meno controllare tale rischio. Ma Cibus con 120 .000 m2 coperti. 63.000 visitatori e 2.300 espositori (dati del 2012) si sente insidiato da Tutto Food? Queste logiche campanilistiche che contrappongono Parma a Milano, l’Emilia alla Lombardia (che come agroindustria obiettivamente ci surclassa in termini di numeri) hanno un senso verso il mercato estero, verso l’Europa? O forse non sarebbe meglio fare sistema, abusando di un termine ormai inflazionato?

ll Sito espositivo di Expo, il mega lotto a forma di pesce, è organizzato intorno al “Decumano”, un asse di 1,5 km dove sorgeranno i padiglioni dei vari Paesi, e al “Cardo”, una strada perpendicolare di 350 metri lungo la quale si distribuirà la Partecipazione Italiana. Il reticolo di percorsi porterà i visitatori alle varie Aree: Eventi, Tematiche e di Servizio. Tutto intorno al Sito sorgerà un Canale collegato al sistema dei Navigli e alle nuove Vie d’Acqua.Ecco allora alcuni dubbi: L’acqua è uno dei temi di Expo ma si riuscirà a realizzare in tempo utile la via dell’acqua? Si riuscirà in undici mesi a realizzare tutto il sito espositivo? C’è un grande spazio ora verde dove nascono speranze ma in gran parte ancora da cementificare. Se non ci si riesce si dovranno restituire i soldi a tutti color che hanno dato fiducia alla Newco confermando la loro presenza?

Questo Expo al momento è salito agli onori della cronaca per le numerose ipotesi di reato ed i vari arresti per presunta corruzione. Ma allora ha senso far partecipare aziende del territorio locale a questo evento senza correre il rischio di associare il brand di Parma a tali situazioni? Ad oggi la percezione dei cittadini e che Expo sia l’ennesima trovata tutta italiana per arricchire pochi furbi distraendo enormi somme di denaro statale a svantaggio dell’interesse pubblico.

Personaggi del mondo politico e imprenditoriale (Frigerio, Greganti, il senatore PDL Grillo, Catozzo, Maltauro); per la presunta cupola degli appalti si profila la richiesta di giudizio immediato. Fin da subito sono arrivate le prime ammissioni. Si devono approfondire ancora alcuni aspetti in merito alle gare pilotate in cambio di denaro. Sembra che l’accordo della cupola prevedesse una mazzetta dell’1% del valore dell’appalto (fonte Gazzetta di Parma del 09/06/2014). 

Ma allora siamo sicuri che Parma, i prodotti enogastronomici che rappresentano il meglio del nostro territorio, abbiano bisogno di questa pubblicità? Sembra ad oggi che sotto Expo ci sia un cantiere con infiltrazioni malavitose ed interessi lobbistici (fonte http://www.beppegrillo.it/videos/0_pu9zaqhz.php).

Alcuni politici locali rivendicando la loro autonomia di pensiero e ribadiscono che non parteciparvi sarebbe sciocco oppure si pongono la domanda che poiché gli appalti sono già stati assegnati fermare l’Expo non servirebbe a niente. Come a dire il ladro ha già rubato, corrergli dietro non porterebbe a nulla di buono. Ebbene io penso che forse si poteva decidere prima quali potevano essere gli effettivi vantaggi legati alla partecipazione di Expo. Forse i rappresentanti eletti dal popolo potevano conoscere con sufficiente anticipo la delibera da votare in Consiglio per creare un’ulteriore partecipata e per avere sufficienti informazioni per deliberare. Ci dovrebbero essere maggiori rassicurazioni sia sulla fattibilità di questo bel progetto ma con basi incerte sia sulla fattibilità di effettivi ritorni per il turismo di Parma. Sicuramente andrà bene, non voglio portar rogna, ed è anche naturale che la maggior parte dei cittadini di Parma voglia il meglio per il futuro dei prodotti della Food Valley.

Attraverso Expo è stata investita un’enorme massa di denaro pubblico, 12 miliardi di euro di finanziamenti in gran parte pubblici, quindi dei cittadini, che doveva essere pertanto gestita con una trasparenza radicale. Così non è stato e quasi sicuramente ciò porterà ad un danno di immagine per l’Italia di portata mondiale e penso di conseguenza anche per le aziende che vi parteciperanno. Avrei quindi preferito un Expo con un progetto diffuso nelle varie città italiane, volto a valorizzare le varie peculiarità del nostro straordinario territorio nazionale; avrei voluto un Expo sostenibile e solidale promuovendo soprattutto la partecipazione dei piccoli marchi dato che i grandi loghi hanno da sempre una evidenza mediatica costante, e quotidiana. Avrei infine preferito non assistere all’ennesima figuraccia a livello globale per opera del solito intreccio fra politica e lobbies affaristiche.

Io non lo so ma mi sembra di far parte di un movimento che in ambito valoriale sia antitetico a tali situazioni. Le attività locali infatti lavorano e devono lavorare non solo nel pieno rispetto dell’ambiente e del tessuto sociale della nostra città (confronta il programma elettorale 2012 del M5SPR) ma anche in quello etico ed ambientale. Ecco, io non credo che il Comune avrebbe dovuto essere coinvolto in un evento che assume giorno dopo giorno i contorni delle ipotesi di reato, dei Tribunali e delle patrie galere. Ma alla fine con tutti questi arresti rimarrà qualcuno con cui fare affari e prendere accordi?

Ecco perché in Consiglio Comunale, dopo aver manifestato le mie perplessità, mi sono astenuto dal voto di approvazione della proposta di delibera di realizzare un’ulteriore partecipata da parte del Comune di Parma. E’ vero si tratta di una newco completamente diversa rispetto a quelle ereditate dalle precedenti amministrazioni. Si tratta infatti in genere di società con situazioni talmente pesanti da indurre la Corte dei Conti a consigliare fortemente l’amministrazione cittadina a disfarsene quanto prima e senza indugi. E’ anche vero che il progetto di partecipare ad Expo è portato avanti da una partecipata dove il Comune detiene una quota pari al 28% circa del capitale sociale, la stessa quota della Provincia di Parma; la stessa Provincia a maggioranza PD e che ha approvato di fatto la stessa delibera. Praticamente la stessa delibera che in Consiglio Comunale ha visto il PD astenersi in una logica partitica a me aliena.

Sulla scorta di tali considerazioni ho infine ritenuto inutile e dannoso, in termini valoriali, impostare un tale progetto con vecchie metodologie finanziarie che tanto hanno fatto male al territorio di Parma e alle tasche dei cittadini. Non si tratta solo di un distinguo evidenziato su basi tecniche ma si pone anche un giudizio di merito. Non ho ritenuto giusto infatti avvalorare la tesi della partecipazione ad un evento che propone un messaggio che trovo contraddittorio. Non riesco a capire come una cementificazione così estesa in un terreno, un tempo adibito anche a destinazione agricola, possa passare come generatrice di una filosofia così “green” e così alta. Expo 2015 si propone infatti di affrontare come tema centrale il problema della nutrizione per l’Uomo nel rispetto della Terra, allo scopo di trovare dei modelli di sviluppo per assicurare a tutta l’umanità un’alimentazione buona, sana e sostenibile capace di tutelare la biodiversità indispensabile per la salute del Pianeta.

Per realizzare un prodotto alimentare a livello industriale più la filiera agroalimentare è lunga e meno è sostenibile per l’ambiente. Più km si percorrono, dalla coltivazioni alla produzione, alla distribuzione e al consumo, e più aumenta l’inquinamento e lo zaino idrico ovvero la quantità di acqua necessaria per realizzare il prodotto finito, confezionato e pronto sulla nostra tavola. Si dovrebbe invece valutare positivamente anche una politica ambientale volta a ridurre i vari passaggi della filiera agroalimentare, sia in termini di costi sia in termini di inquinamento e volta a promuovere un sistema produttivo e distributivo basato sugli aggettivi piccolo, locale e solidale.

Un messaggio quindi che appare dicotomico rispetto alla vera sostenibilità ambientale e rispetto ai diversi appalti oggetto di indagine da parte della magistratura milanese. Si tratta della stessa indagine che ha portato ai già citati arresti ed all’affidamento della sorveglianza degli appalti al Commissario Governativo Raffaele Cantone, Presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione. Fino a quando in Italia le infrastrutture saranno permeate di una tale conduzione politica ed affaristica del genere, conviene stare alla larga da tali eventi, sia dal punto di vista valoriale, sia dal punto di vista economico.

Sono convinto che l’industria agroalimentare locale occupi un ruolo importante nel tessuto economico e produttivo di Parma e del territorio parmense ma penso che partecipare all’ultimo momento ad una fiera, pur bella che sia, forse non sia la soluzione migliore per valorizzare questo settore. Rimane infine da chiedersi cosa resterà del terreno e degli edifici realizzati per l’Expo2015, dopo che tutti saranno tornati a casa e quando a qualcuno toccherà gestire i 110 ettari di edifici progettati, forse, per un unico grande evento come questo. Sono aperte le scommesse …