Un movimento politico per affermarsi e vivere penso debba mettere in atto un’energia che in poco tempo sfocia in grande qualità e quantità. Le energie in gioco sono fisiche (attivisti e cittadini prestati alla politica) e mentali (aspetti valoriali, relazionali e politici).
Attraverso un percorso di informazione e formazione si arriva alla conseguente consapevolezza, responsabilizzazione, azione che genera l’esempio virtuoso di cittadinanza e quindi al cambiamento delle istituzioni e dello scenario politico e partitico.
In questi ultimi 20 anni si sono approcciati in Italia modelli politici senza capire minimamente come gestirli a livello sociale. Nessun politico ha mai pensato alle conseguenze che avrebbe avuto sulla popolazione percorrere una strada “de generazionale” a livello civico, sociale, valoriale, etico, ambientale. Ci si è convinti infatti che l’esaltazione individualistica non avrebbe prodotto involuzioni sociali irreversibili.
Anzi non ci si è mai posti neppure il problema. Tali scenari politici, fra l’altro ritmici e congeniti nella storia della nostra terra, dopo aver destabilizzato il paese lo hanno lasciato in mezzo alle macerie.
La conseguenza immediata ha visto il fattore emotivo aumentare a dismisura fra la popolazione. Quando allora si trova il capro espiatorio casuale ritenuto responsabile (ad esempio un nuovo movimento politico, l’art. 18, i gufi rosiconi o i dissidenti interni alla maggioranza quale essa sia) tutte le vere cause vengono ignorate ma rimangono latenti e si possono successivamente riproporre in qualsiasi altro evento scatenante.
La cabina di regia, in una struttura dirigente di un qualsiasi gruppo politico, tende ad avere fisiologicamente delle incertezze se non adeguatamente preparato al ruolo che intende portare avanti per affrontare e gestire la capacità di cambiamento. C’è forse infatti qualche italiano ora che non voglia un cambiamento della situazione politica attuale? Se politici non sono consapevolmente competenti si rischiano dei disastri totali ed epocali in qualsiasi ambito mettano le mani, all’insegna del cambiamento, all’insegna del nuovo. Purtroppo fino a quando non si entra in cabina di regia (Parlamento, Governo, Consiglio Comunale, Giunta) non ci si rende nemmeno conto della situazione e dell’ignoranza (o della preparazione) delle persone deputate a dirigere l’emergenza sociale, politica, etica, fiscale, ambientale presente ormai in ogni parte d’Italia. La cabina di regia (o meglio l’organizzazione di coordinamento) deve quindi prendersi cura delle fragilità individuali.
Si deve conoscere la macchina istituzionale ma ancor più si devono conoscere le persone e le loro competenze. Si deve essere particolarmente attenti alla pura arroganza politica che tende a elargire colpe ad altri per mascherare la propria incompetenza. L’incompetente infatti tende, in un delirio visionario, ad esaltare le poche cose che conosce in modo stereotipato e continuo, il tutto nell’ottica di un atteggiamento paranoico, senza conoscere la situazione e senza valutare le conseguenze delle proprie azioni. Per tutelarsi da tali persone le si dovrebbe semplicemente confinare, relegandole ad una autocelebrazione di tipo meramente estetico.
Di fronte ad eventi insostenibili, politici, ambientali, economici, etici, valoriali, per una persona o gruppo di persone incompetenti, sia dal punto di vista tecnico sia dal punto di vista umano, le misure di salvaguardia mentali portano come conseguenza ad azioni inconsce come ad esempio la completa rimozione della percezione del rischio di un evento oppure la negazione stessa dell’evento quale che esso sia.
Questa conseguenza si verifica in quanto la prevenzione è semplicemente un modo di essere e non un modo di agire. Ecco perché il politico in genere non la percepisce, perché i tempi del politico stesso sono differenti dai tempi sociali, meteorologici, economici valoriali ed etici. In aggiunta a ciò alla Camera dei Deputati e al Senato (e non solo) sembra evidente l’incapacità di visione rivolta al bene comune.
Il clima, l’ambiente, il mondo, cambiano molto più velocemente di quanto possa pensare il politico. Io non lo so ma penso che ormai il punto di non ritorno, il punto del caos irreversibile sia molto più vicino di quel che sembra. Manca davvero poco. Lo spazio temporale è davvero limitato ma sembra che nessun politico di professione se ne sia reso ancora conto. Dobbiamo svegliarci tutti altrimenti pagheremo caro e pagheremo tutti. E i nostri figli non ci perdoneranno del tempo perso. Dobbiamo smettere di guardarci i piedi ed alzare lo sguardo smettendola di scannarci su temi inutili e di completo disinteresse dei cittadini.