RI fiuto di RI succhio

assorbire la città

• La UE adotta il principio di precauzione, ed il principio di chi inquina paga.
• L’Italia ha sottoscritto il protocollo di Kyoto per ridurre le emissioni di CO2
La Costituzione italiana tutela l’ambiente e la salute.
• Esistono una serie di obblighi normativi in materia ambientale che consentono: l’informazione e la partecipazione dei cittadini; esiste una normativa che prescrive gli Studi d’Impatto Ambientale e la sua successiva Valutazione anche del Rischio Sanitario, non sempre svolti a regola d’arte.
• Gli inceneritori a recupero energetico sono figli di una ANOMALIA politica UNICA in Europa a danno delle fonti rinnovabili (direttiva ’92/CIP6); tali impianti sono ancora aperti anche grazie ai soldi pubblici che NON E’ GIUSTO debbano avere; i CIP6 dovrebbero essere solo per le vere fonti rinnovabili.
• La politica della UE da anni punta all’obiettivo della PREVENZIONE, e del RICICLO del rifiuto, e la tassa sui rifiuti deve essere sostituita con la TARIFFA così da far pagare di più a chi inquina e meno a chi differenzia e ricicla.
• I rischi sanitari gravissimi di questi impianti sono noti in tutti il mondo
ISDE (Medici per l’Ambiente) è fortemente contraria all’incenerimento poiché evidenzia gravi danni alla salute.
• Molti industriali sono contrari all’incenerimento poiché preferiscono riciclare il rifiuto per rimetterlo nel mercato (è più conveniente).
• I comuni sono soci delle aziende municipalizzate/partecipate, società private, che gestiscono anche i rifiuti in situazione di “monopolio”. Passare al Piano rifiuti Zero significa eliminare il “monopolio” e creare numerosi posti di lavoro.

Per ottenere un Piano rifiuti Zero occorrono tre cose:
responsabilità industriale (a monte)
responsabilità della comunità (a valle)
una buona leadership politica (per saldare insieme entrambe)

Come possa conciliarsi con l’incenerimento dei rifiuti, questo mi sfugge

Spunti di riflessione per capire ciò che avviene a Parma …

Don Puglisi dimenticato dai media

Durante la seduta consigliare di martedì 17 Settembre ho ricordato la figura di Don Giuseppe Puglisi ammazzato  a Palermo il 15 settembre 1993 da Cosa nostra.

E’ una persona che è giusto ricordare  in tempi di crisi come questi: crisi morale, etica, politica, ambientale, dove sembra sia  stata spazzata via anche la speranza per un mondo migliore.

Il suo anniversario sembra sia passato inosservato dalle istituzioni che pensano a traccheggiare lontano dai problemi dei cittadini; cittadini che vogliono avere dei punti di riferimento per la tutela dei propri diritti, della propria salute, del proprio ambiente.  Sono sicuro che sia anche per questo che i media locali non hanno minimamente accennato a tale commemorazione evidenziando per contro vari particolari talvolta inutili della seduta del Consiglio cittadino.

Don Puglisi si sentiva obbligato in prima persona nel donare un pezzo del proprio impegno quotidiano per gli altri proprio come dovrebbe fare ogni politico, indipendentemente dal colore di appartenenza. Egli è l’immagine di un profondo senso di umanità e di responsabilità civica. Tolse dalla strada ragazzi e bambini che, senza il suo aiuto, sarebbero stati risucchiati dalla vita mafiosa, e impiegati per rapine e spaccio.
Da decenni la mafia non agisce solo a livello locale in alcune regioni del nostro paese, non agisce solo nel racket, nella droga e nella prostituzione, ma ha invaso tutti gli ambienti della società del nostro bel paese. E’ presente nel mondo finanziario, nella usura prestando soldi agli imprenditori e sostituendosi di fatto alle banche, nella lavorazione del cemento, nelle cave di ghiaia che in tante città, anche del nord Italia, non vengono controllate, nei lavori pubblici, nella speculazione edilizia e nel consumo indiscriminato del suolo spesso illegittimo in tante città, anche del nord Italia.
Sta ad ognuno di noi cercare di portare avanti il suo messaggio nella vita quotidiana di politici, di lavoratori, di cittadini. 
Che paese straordinario il nostro: titoli sui giornali anche per persone che cercano visibilità magari dopo essere stati condannati per bancarotta fraudolenta e nessuna riga per cittadini che rendono orgogliosi di essere italiani.

Ogni tanto leggo il vocabolario

Leggo i giornali nazionali e locali, guardo la mia posta, ascolto la radio e capisco che siamo ancora in mezzo al guado. Sono periodi dove la gente fatica a mangiare, a trovare o a mantenere un lavoro, dove la sanità e la scuola sono al tracollo.

E il governo, questo governo che nessuno ha mai voluto, sembra sordo alle voci dei cittadini. Decreti del fare (quel che ci pare), riunioni, giunte, appelli alla moderazione, appelli a scendere in piazza; sembrano le ultime portate di una abbuffata il cui conto arriverà presto e lo dovremo pagare tutti noi.

Guardo la mia città, le mie strade, i miei parchi verdi e le piante, ascolto i miei concittadini; e capisco che devo crescere, come persona, come politico, come padre che deve fare qualcosa per l’ambiente.

Allora mi siedo e apro il dizionario. Mi serve per valutare il giusto peso delle parole e riappropriarmi del loro valore. Le parole hanno un senso, una loro anima e rispecchiano in modo adeguato ogni situazione. Eccone due che ho ritrovato

Arroganza: asprezza di modi di chi, presumendo troppo di sé, vuol far sentire la sua superiorità: arroganza del potere, il comportamento altezzoso, sprezzante e talora violento che spesso caratterizza chi detiene il potere.

Mitomania: Tendenza a mentire e ad accettare come realtà, in modo più o meno volontario e cosciente, i prodotti della propria fantasia; nell’adulto ha significato patologico, come espressione di una personalità anomala.

http://www.treccani.it/vocabolario/

Anniversario assassinio di Don Puglisi

don puglisiIntervento in Consiglio Comunale a Parma del 17 09 2013

Don Giuseppe Puglisi nasce Palermo il 15 settembre 1937 e viene ammazzato a Palermo il 15 settembre 1993 da Cosa nostra il giorno del suo 56º compleanno a causa del suo costante impegno evangelico e sociale. Il 25 maggio 2013, a Palermo è stato proclamato beato diventando il primo martire della Chiesa ucciso dalla mafia.
E’ stato il modello di una battaglia condotta ogni giorno, sul territorio, contro la mafia con parole chiare ed azioni quotidiane che hanno posto da un lato la distanza fra i cittadini e i loro diritti e dall’altro la violenza e i rapporti clientelari inquinati da interessi illegali e mafiosi.
E’ una persona che è giusto ricordare in tempi di crisi come questi: crisi morale, etica, politica, ambientale dove sembra sia stata spazzata via anche la speranza di un mondo migliore. quinto potereIl suo anniversario sembra nascosto dall’informazione mediatica e da quelle istituzioni che pensano a traccheggiare lontano dai problemi dei cittadini, cittadini che vogliono avere dei punti di riferimento per la tutela dei propri diritti, della propria salute, del proprio ambiente nell’accezione olistica del temine.
Con la sua fede e il suo impegno lavorava in un territorio nemico apparentemente dimenticato dallo Stato. Aveva tolto i giovani a Cosa nostra in un quartiere alle porte di Palermo, dove la mafia comandava e reclutava soprattutto i giovani, rubando loro il futuro e il loro ambiente. liberaA 20 anni dalla sua morte a Brancaccio – ricorda Umberto di Maggio, responsabile di Libera in Sicilia – è rimasto il grande esempio di determinazione. E’ rimasta la voglia di cambiare che ha aperto le menti di quanti credevano che tutto dovesse rimanere identico, perennemente immutabile. E’ rimasta quella testardaggine che ha alzato la testa contro i poteri mafiosi e che ha indicato ai giovani del quartiere la via per l’emancipazione e la libertà dalla mafia.  Per Don Puglisi ciascuno aveva diritto alla felicità e si sentiva obbligato in prima persona nel donare un pezzo del proprio impegno quotidiano per gli altri proprio come dovrebbe fare ogni politico, indipendentemente dal colore di appartenenza. Egli è l’immagine di un profondo senso di umanità e di responsabilità civica. Tolse dalla strada ragazzi e bambini che, senza il suo aiuto, sarebbero stati risucchiati dalla vita mafiosa, e impiegati per rapine e spaccio. Il fatto che lui togliesse giovani alla mafia fu la principale causa dell’ostilità dei boss, che lo consideravano un ostacolo.  mafia2

Il messaggio che ci lascia con la voce del suo sangue è quello di un forte appello per tutti al coraggio, alla coerenza, alla audacia nell’esercizio della sua missione per il trionfo delle forze del bene su tutte le aggressioni del male. Da sempre la mafia agisce col suo intento criminale ammazzando coloro che vengono lasciati soli a combattere per un modo più giusto.Da decenni la mafia non agisce solo a livello locale in alcune regioni del nostro paese, non agisce solo nel racket, nella droga e nella prostituzione, ma ha invaso tutti gli ambienti della società del nostro bel paese.

E’ presente nel mondo finanziario, nella usura prestando soldi agli imprenditori e sostituendosi di fatto alle banche, nella lavorazione del cemento, nelle cave di ghiaia che non vengono controllate, nei lavori pubblici, nella speculazione edilizia e nel consumo indiscriminato del suolo. 

caveSta ad ognuno di noi cercare di portare avanti il suo messaggio nella vita quotidiana di politici, di lavoratori, di cittadini.

Beppe Grillo e la diossina a Parma

Intervento in Consiglio Comunale il 10 Settembre 2013
Ringrazio Bosi, Vagnozzi e il nostro sindaco che sostanzialmente confermano quanto da me ribadito è cioè che Beppe Grillo ha ragione. Ha usato la sua solita verve con toni pesanti ma ha sollevato un velo su un problema che nessuno vuole vedere.

L’inceneritore inquina ed emette diossine, non lo dice Beppe Grillo ma i progettisti stessi degli inceneritori. Colpevolizzare Beppe Grillo o scandalizzarsi delle sue affermazioni mi ricorda la fiaba di Andersen, il vestito dell’imperatore, dove un bambino evidenzia l’ovvio a dispetto dei trombettieri e prosseneti che girano attorno all’imperatore e pur di ingraziarselo negano l’evidenza.

Ebbene l’evidenza è che l’ambiente è di tutti ma è soprattutto dei ns figli e di chi si impegna per tutelarlo, l’ambiente è di chi lo ama davvero, senza secondi fini, senza considerarlo come un mero strumento per fare soldi magari anche nel rispetto della legge.

Chi vuole gli inceneritori senza perseguire una politica di rifiuti zero in quanto crede che non si possa a fare a meno di bruciare i rifiuti, è sostanzialmente un abusivo su questa terra in quanto vive comodamente da parassita rubando l’ambiente alle generazioni future.

Ricordiamoci che se l’uomo ha fatto a meno fino a ieri del petrolio non può fare certo a meno della fotosintesi clorofilliana e se ci dimentichiamo tale ovvietà faremo la fine dei topi nella barca che affonda ma non ci saranno scialuppe di salvataggio, per nessuno di noi.

Le alternative ci sono. Riduzione dei rifiuti, riuso, riciclo, riprogettazione di ciò che non è recuperabile, PAP spinta con tariffa puntuale. Queste politiche si sono attivate anche di fianco a noi, a Reggio Emilia e non a San Francisco e la multi utility che ha chiuso l’inceneritore non è una omonima della nostra. E’ la stessa!
Io posso dire di essere un politico atipico, tengo infatti un basso profilo e non amo i presenzialismi, preferisco andare fra la gente ed ascoltarla. Ma sono pronto ad affermare questo. Io non mollo.

Cercherò di fermare l’inceneritore attraverso tutte le vie legittime possibili perché è parte fondamentale del programma 5 stelle a Parma. Porterò quindi avanti questa battaglia politica così come lo faranno anche i miei colleghi, la porterò avanti in nome della salute dei cittadini.

Ritengo inaccettabile infatti l’aumento del rischio per la salute a fronte di ulteriori dosi di inquinanti immesse a norma di legge in una delle città fra le più inquinate d’Europa e sicuramente la più inquinata dell’ER.

Se l’ambiente è l’ossatura morale di Parma, se l’ambiente è l’identità più profonda dei cittadini, allora penso che il prezzo che una multi utility chiede a una città come la nostra sia obiettivamente troppo alto e sia profondamente legato a un senso di ingiustizia che tutti noi percepiamo e per questo dovremmo alzare la testa.

Fabrizio Savani – Consigliere Comunale Movimento 5 Stelle Parma

Anniversario morte di Angelo Vassallo

vassalloRiporto il testo da cui ho tratto il ricordo di Angelo Vassallo in occasione della Seduta Consigliare del 10 settembre 2013.

Voglio ricordare Angelo Vassallo sindaco pescatore di Pollica, assassinato il 5 settembre 2010 alle 22.15 di domenica, ad Acciaroli in una serata di fine estate.. A tre anni di distanza dalla sua morte il delitto è rimasto impunito. Pollica è un piccolo comune del Salernitano, patrimonio Unesco per la dieta mediterranea, bandiera blu per la qualità delle acque del suo mare, polmone verde della Campania con il Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano, di cui era Presidente.

vassallo 2Era noto per il suo passato di pescatore e per l’amore per il mare e la terra che nella sua attività di amministratore lo aveva sempre guidato. Fece scelte politiche coraggiose per puntare con successo a un modello economico basato sulla preservazione e sulla valorizzazione delle risorse ambientali e naturali.

Pollica era per Vassallo un posto da difendere dalle mire della camorra e dai suoi eco mostri edili. Vassallo si impegnava per difendere la sua terra, e mentre altri paesi diventavano cumuli di cemento, Pollica rimaneva unica nel suo splendore. Qualche settimana prima di morire aveva confidato a un suo amico assessore: “Questi vogliono mangiarsi il Cilento” riferendosi ai clan di camorra e ‘ndrangheta.

vassallo 3La sua Amministrazione si caratterizzò per la valorizzazione dei sapori e dei saperi locali intuendo che l’istituzione dell’Ente Parco era un valore su cui puntare per avviare un processo di sviluppo opposto al paradigma obsoleto che governa le politiche nazionali. I suoi piani urbanistici non hanno previsto l’espansione urbana ma la valorizzazione dell’esistente. Ho avuto modo di visitare Pollica percependo l’efficace valorizzazione dei materiali locali, del riuso e del recupero del patrimonio edilizio esistente. Oggi Pollica sembra una bomboniera e negli ultimi anni un’idea di sviluppo diversa da quella dominante ha dato migliorato la bellezza dei luoghi e la qualità di vita dei cittadini.

Tra le opere di Vassallo vanno ricordate il “Museo vivo del mare”, a Pioppi, presso il castello di Vinciprova. Nel 2009 si è fatto promotore della proposta di inclusione della dieta mediterranea tra i Patrimoni orali e immateriali dell’umanità. La proposta è stata accolta dall’UNESCO nel 2010 e la delegazione del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, gli ha dedicato tale riconoscimento. Ha poi fondato il “Centro studi per la Dieta Mediterranea” con sede a Pollica. Con la sua azione politica ha portato le acque di Pollica a raggiungere le 5 vele, il massimo riconoscimento della Bandiera Blu di Legambiente e di Touring club, mantenuto anche nel 2013. Ricordo alcune frasi di Angelo Vassallo da molti definito “una speranza per il Cilento” e “un simbolo di legalità” e che ben rappresentano la sua etica.

“Rispetto dell’ambiente e legalità: queste sono le risorse del domani per la costruzione di una nuova felicità e di una nuova economia”

“Quando hai passato buona parte della tua vita in mare non puoi aver paura di nulla e di nessuno sulla terra”

“Lo stato siamo noi. Sono i paesi che fanno il Paese: la vera ricchezza è il luogo in cui si vive. La malattia della politica è la lontananza dalla nostra comunità e dalla operosità delle nostre donne e dei nostri uomini”.

Oggi quei pochi amministratori locali che si oppongono alla cementificazione selvaggia, alla violenza sul paesaggio, alla mercificazione della salute dei cittadini, sono visti come “eroi” perché fanno una cosa straordinaria, quando invece dovrebbe essere considerato normale tutelare il bene di tutti noi.

fiaccolata_pollica_angelo_vassallo_ansa_03Angelo Vassallo è stato ammazzato perché con la legalità, con il suo coraggio e con il suo valore, era contro gli stupratori dell’ambiente e del paesaggio del nostro bel Paese. E’ per questo che mi piacerebbe se possibile e in accordo e condivisione con tutti i colleghi consiglieri ed assessori, che Parma onorasse la sua memoria intitolandogli un’area verde della città.

 

 

Angelo-Vassallo