Sintesi aggiornamento situazione inceneritore al 13 07 13

Sintesi aggiornamento situazione inceneritore
03.07.13 Il Comune: “La richiesta di agibilità parziale presentata da Iren è inefficace”
Si è conclusa l’istruttoria del Comune di Parma avviata in seguito alle determinazioni di enti e gestore, che hanno portato alla fase di esercizio provvisorio dell’inceneritore.
L’istruttoria avviata dal Comune all’indomani dell’accensione dell’Inceneritore, si è conclusa con parere negativo circa la richiesta del rilascio dell’agibilità parziale.
Secondo la normativa, infatti, l’agibilità parziale introdotta per D.L. il 21-06-2013 dall’articolo 30, e non prevista dalla Legge Regionale 31/2002, non è ancora una norma di legge, in quanto “Tale modifica sarà applicabile dalla data di entrata in vigore della legge di conversione”. Per questi motivi si ritiene improcedibile la domanda di Certificato di Conformità Edilizia e di Agibilità Parziale presentata da Iren.
La comunicazione è stata trasmessa anche all’Amministrazione Provinciale per gli atti di competenza.
01.07.13 – la Provincia di fatto comunica che Iren deve sospendere la messa in esercizio prendendo atto di quanto dichiarato dal comune
01.07.13 Si è tenuto in Municipio un incontro dell’assessore Folli con tecnici, legali e consulenti, in seguito alle determinazioni di enti e gestore che hanno portato alla fase di esercizio provvisorio dell’inceneritore
La fase istruttoria non si è esaurita nella giornata odierna e proseguirà nei prossimi giorni, al fine di determinare la posizione che assumerà il Comune rispetto alla vicenda e agli atti che verranno deliberati di conseguenza.
29.06.13 Fase di avvio combustione rifiuti da parte di IREN . Richiesta di agibilità provvisoria.
Il Comune non può considerare ricevibile l’istanza di agibilità provvisoria.
In relazione alla richiesta avanzata da Iren di procedere all’accensione dell’impianto a partire da sabato 29 giugno alle ore 14 il Comune non può considerare ricevibile l’ istanza di agibilità provvisoria presentata in data 28 giugno da Iren alle 13.01 anche in considerazione del rigetto delle varianti in corso d’opera presentate il 18 giugno per modifiche intervenute sul progetto.
Si tratta di 7 faldoni dati da Iren i cui contenuti interessano la materia ambientale, energetica (relazione L. 10/91), sismica (rapporto con le istanze sismiche presentate) e viabilistica e per cui è stata comunicata la manifesta irricevibilità, inammissibilità e improcedibilità della domanda. Si ritiene pertanto non opportuno procedere all’avvio in esercizio previo ricezione delle dovute autorizzazioni.
29.06.13 – Iren inizia a bruciare i rifiuti
26.06.13 – CDS per esprimersi prima della messa in esercizio provvisorio. Tutti gli Enti si pronunciano se per loro va tutto bene. Il comune ribadisce che manca il PDC
Arriva verbale della Provincia che dice che darà nulla osta previa agibilità del Comune e il Comune può prendersi 90 gg per darla
DP che dice che Iren può partire anche con solo la richiesta di agibilità parziale
14.06.13 – 7 giorni di tempo per Iren ambiente per presentare memorie e documenti sull’inceneritore. Avvio del procedimento sanzionatorio per decadenza del titolo edilizio. Il Comune dopo attenta analisi da parte degli uffici competenti e dei uffici legali ha inviato ad Iren Ambiente in data 13 giugno 2013 una comunicazione, ex art. 7 legge 7 agosto 1990 n. 241 e smi, in cui si annuncia l’avvio di un procedimento sanzionatorio relativo alla realizzazione dell’inceneritore, ritenendo decaduto il PDC in data 22/10/2011 o, a tutto voler concedere, in data 23/02/2013, ritenendo pertanto che i lavori stiano procedendo in assenza di titolo edilizio . Nel procedimento, inviato per conoscenza anche alla Provincia, si comunica ad Iren Ambiente che vi sono 7 giorni di tempo per presentare memorie scritte e documenti, allo scadere dei quali il Comune deciderà in base agli elementi raccolti, i provvedimenti conseguenti da adottare.
13.06.13 Iren presenta progetto di variante in corso d’opera
24.05.13 – Stop dell’inceneritore – Dichiarazioni Folli (sintesi)
“I recenti avvenimenti che hanno portato al diniego all’avvio in esercizio dell’inceneritore da parte della Provincia non possono che confermare la bontà della linea adottata dalla Giunta nel chiedere il massimo rispetto delle prescrizioni e delle norme – ha affermato Folli -, oltreché la serie di pareri negativi espressi in sede di Conferenza dei Servizi e in Commissione Tecnico Amministrativa da parte del Comune”.
“Le prove di combustione con rifiuti chieste ed ottenute da Iren alla Provincia per poter accendere l’impianto prima del 30 aprile ed acquisire così una consistente fetta di incentivi legati ai Certificati Verdi (nonostante a quella data l’impianto fosse non ultimato), sono la riprova che la questione sia stata trattata con poca competenza. Le conseguenze si sono palesate con gravi malfunzionamenti emersi durante la breve durata di queste prove, con la T scesa al di sotto della soglia di sicurezza (850°) e i dispositivi automatici di blocco alimentazione rifiuti che non sono entrati in funzione.
In città c’è chi invocava una linea più morbida da parte del Comune invitando a scendere a patti con il gestore per non perdere questi incentivi statali a danno della comunità, ignorando che queste somme (milioni di Euro) sono prelevate dalle bollette dei cittadini per finanziare l’utilizzo di energie rinnovabili.
Questi soldi, se l’Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas ne confermerà l’erogazione, verranno sottratti ad altre fonti veramente rinnovabili a favore di un inceneritore rifiuti in modo assolutamente improprio.
Oggi dopo le diffide di ARPA e Provincia ed i pareri negativi del Comune in seguito al sopralluogo fatto dalla Polizia Municipale la mattina del 23 maggio, arriva il provvedimento di diniego all’esercizio della Provincia che, per voce dell’Ing. Alifraco, RUP, evidenzia un’affermazione di Iren Ambiente del 20 maggio “non veritiera” relativamente alle richieste dichiarazioni di ultimazione lavori”.
8.5.13 Presa di posizione dell’assessore all’ambiente e mobilità Gabriele Folli circa la diffida della Provincia ad Iren in relazione alle criticità emerse durante le fasi di combustione.
“Riceviamo oggi, per conoscenza, diffida della Provincia di Parma rivolta ad Iren in relazione a criticità emerse durante le fasi di prova di combustione con rifiuti del 29 e 30 aprile. La Provincia nel documento di 130 pagine evidenzia diverse anomalie quali la temperatura della camera di post-combustione TVC che si è mantenuta al di sotto della temperatura minima prescritta pari a 850°C e la conseguente “mancata attivazione del sistema automatico finalizzato ad impedire l’alimentazione dei rifiuti”, oltre a incongruenza nella “percentuale di ossigeno riscontrata nella camera di post-combustione”, e diverse altre anomalie riscontrabili nel documento.
La Provincia ingiunge ad Iren di dare riscontro entro 7 giorni e di chiedere ed ottenere dall’autorità competente specifica autorizzazione prima di ogni altra attività riservandosi ulteriori atti che dovessero conseguire alle valutazioni fatte.
Conclude Folli – si è fatto di tutto per partire entro la scadenza del 30 aprile quando di fatto ad Ugozzolo c’era un cantiere ancora in corso e diverse cose ancora da terminare. Vi sono responsabilità pesanti che dovranno essere chiarite da parte di chi non ha ottemperato agli obblighi di legge. Verificheremo con ASL che ha ricevuto in copia la stessa diffida, se vi siano le condizioni per un ordinanza sindacale”.

29.04.13 Controlli al Paip
Dichiarazione dell’assessore Gabriele Folli sulle procedure dell’avvio temporaneo di incenerimento rifiuti.
L’assessore rende noto che lunedì 29 aprile, a partire dalle 7.30, funzionari del servizio Ambiente del Comune insieme alla Polizia Municipale sono presenti all’ingresso del Paip per verificare e verbalizzare le procedure connesse all’avvio temporaneo di 50 ore di incenerimento con rifiuti di cui lo stesso Comune ha appreso notizia dalla stampa locale.
Non è infatti giunta nessuna comunicazione in tal senso alla data di venerdì 26 aprile né dalla Provincia né dal gestore dell’impianto, così come non è stato inviato, seppure sollecitato più volte, il verbale della Conferenza dei Servizi di mercoledì 24 aprile ” .
22.04.13 – L’assessore Folli sulla data di avvio del forno inceneritore
Folli avverte come l’avvio del forno debba avvenire solo se sono rispettate le prescrizioni di legge relative all’impianto.
“L’articolo apparso oggi sui quotidiani anticipa decisioni tutt’altro che scontate che devono essere prese da enti e organi di controllo solo quando tutte le prescrizioni siano assolte e l’impianto completato. Pochi giorni fa, confrontandomi con Arpa, ho appreso che stavano ancora montando un sistema di filtri a maniche. Inoltre, non é contemplata dalla legge la cosiddetta “accensione temporanea”. Quando si parte che sia per 1 minuto, 1 ora o 20 anni tutto deve essere pronto ed eseguito a perfetta regola d’arte. Se Iren é arrivata tardi rispetto a certe scadenze non possiamo farci nulla. Per quel che ci riguarda l’impianto partirà solo quando vi sia la certezza che sono state rispettate le prescrizioni che la legge impone. Se qualcun’altro si assumerà la responsabilità di dare il nulla osta senza rispettarla ci riserveremo di agire di conseguenza “Abbiamo visto proprio ieri come la zona attorno al Paip sia a forte rischio idrogeologico e le opere infrastrutturali sono essenziali per il funzionamento in sicurezza”. Ieri strada Ugozzolo era allagata
28.03.13 Folli interviene sulla vicenda F2I – IREN
Parma, 27 marzo 2013 – L’assessore Folli interviene a margine della conferenza stampa sulla riduzione dell’inquinamento atmosferico, in merito al caso della lettera di “F2I” alla società IREN, di cui ha dato notizia il portale de “Il Fatto Quotidiano”, che potrebbe mettere a rischio il funzionamento dell’inceneritore:
“La lettera di F2i a IREN – dice Folli – è un nuovo elemento di preoccupazione: si tratta di un investitore che fa marcia indietro sul forno, in virtù del fatto che l’impianto è sotto indagine da parte della Magistratura per fatti legati ad eventi di corruzione. Abbiamo chiesto ai Parlamentari 5 Stelle di rendere la vicenda oggetto di un’interrogazione parlamentare, per portare la questione a livello più alto di quello locale, con la motivazione che coinvolge anche la Cassa Depositi e Prestiti. Il rischio paventato da F2i è che si possa configurare addirittura l’ipotesi di confisca o di demolizione, con irreparabili conseguenze negative sugli investitori”. Folli ha dato notizia che sono state presentate tre offerte per la realizzazione di un impianto di trattamento meccanico biologico dei rifiuti, da costruire sul modello di quello che si farà per iniziativa della vicina Provincia di Reggio Emilia. Nei prossimi giorni si procederà all’apertura delle buste. “Bisogna avere il coraggio di partire – ha commentato Folli – Parma può essere un laboratorio di innovazione”. Quindi ha preannunciato che il primo obiettivo per ridurre i rifiuti da conferire all’inceneritore, è quello di arrivare al 70% di raccolta differenziata in città, obiettivo da perseguire entro l’anno 2014, con la generalizzazione della raccolta porta a porta all’intero territorio comunale.
11.03.13 – Il Comune e l’inceneritore
Pizzarotti e Folli illustrano la posizione del Comune. Nel documento, le tappe cronologiche ed il dettaglio della vicenda.
Di seguito il documento presentato nella conferenza stampa sull’inceneritore che si è tenuta oggi in Muncipio.
Cronistoria dell’Inceneritore di Ugozzolo.
Il Sindaco: “La battaglia per un più efficiente programma di smaltimento rifiuti deve essere combattuta a livello culturale”
Hanno destato interesse, anche a livello nazionale, le procedure di accensione dell’Inceneritore.
A tal proposito l’Amministrazione ha voluto rendere noto quelli che sono stati i passaggi storico-politici della vicenda, cominciata nel marzo 2005, all’indomani dell’approvazione del nuovo Piano Provinciale per la gestione dei rifiuti.
“La battaglia per un nuovo e più efficiente programma di smaltimento deve essere combattuta prima di tutto a livello culturale – ha affermato il Sindaco -, ma non può prescindere dai poteri oggettivi di cui un’Amministrazione si serve per fermare quest’impianto”.
Ad oggi il Comune non ha strumenti legali per chiuderlo senza incorrere in pesanti danni economici che comprometterebbero la stabilità delle casse comunali.
Il Sindaco, in quanto massima autorità sanitaria, ha invece la possibilità di fermare immediatamente il funzionamento dell’Inceneritore se questo dovesse sforare i limiti di emissioni previsti.
“E’ per questo – afferma Pizzarotti – che manterremo un serrato controllo di garanzia sull’impianto, al fine di salvaguardare i cittadini dal punto di vista sanitario. Installeremo inoltre un pannello nei pressi del Duc che renderà pubbliche le emissioni dell’Inceneritore”.
Con trasparenza e buona fede, la Giunta ha inteso comunicare alla cittadinanza il lavoro sin qui svolto: “La politica dei rifiuti zero non si è fermata e soprattutto non si fermerà proprio ora – ha concluso Pizzarotti -.
Durante l’arco del nostro mandato porteremo avanti con convinzione quelli che sono sempre stati i nostri ideali. Se anche le altre parti politiche avverse all’Inceneritore si unissero alla battaglia, dimostrando condivisione reale del progetto, allora Parma potrebbe davvero raggiungere un importante risultato”.
Il Sindaco ha poi concluso: “Oggi il dibattito politico sull’Inceneritore ha bisogno di evolversi e smetterla di stagnare su quello che è stato detto in campagna elettorale. Purtroppo partiti e movimenti civici sono rimasti col pensiero a maggio, quando adesso c’è bisogno di parlare di futuro: pur importante che sia la lotta, non rappresenta comunque l’unico punto del nostro programma”.
Fin dal suo insediamento nel giugno 2012, la Giunta ha contrastato l’apertura dell’impianto, classificato come opera privata di rilevanza pubblica, voluto dalla precedente amministrazione di centro-destra, in comune accordo con l’attuale giunta provinciale di centro-sinistra.
Subentrata la nuova Giunta, la fase di avanzamento lavori era circa al 70%, con Iren determinata a continuare il processo di costruzione.
Nonostante questo sono stati incaricati consulenti tecnici e legali per controllare che non ci fossero profili di illegalità nell’iter autorizzativo, segnalando prontamente all’autorità giudiziaria ogni fatto rilevante riscontrato.
Grazie anche a questo contributo, nel settembre 2012 la stessa Autorità Giudiziaria ha richiesto il sequestro dell’impianto per fatti legati ad abuso d’ufficio, mancata gara pubblica e corruzione.
In questi mesi si è intrapreso un percorso alternativo all’incenerimento, nonostante non pochi ostacoli siano subentrati lungo il cammino.
– È stato commissionato a Conai uno studio di fattibilità sull’estensione della raccolta differenziata porta a porta su tutta la città; il sistema è stato introdotto in centro storico nel novembre del 2012, raggiungendo in poche settimane il 70% della differenziata.
Il piano prevede di raggiungere l’85% dei cittadini nel corso del 2013, ponendosi l’obiettivo di passare dal 50% al 75% di raccolta differenziata entro la fine del 2014, con tariffa puntuale.
– È stata vagliata l’ipotesi della dismissione e della riconversione dell’Inceneritore avanzata da una società olandese, ma da parte di Iren non c’è stata la disponibilità per un tavolo di lavoro congiunto.
– Grazie al lavoro di legali e tecnici si è giunti a conoscenza del fatto che la convenzione per l’affidamento della gestione dei rifiuti sarebbe scaduta nell’ottobre del 2012 anziché nel dicembre 2014. L’intervento ha permesso di iniziare le procedure per una nuova gara d’appalto.
– È stato lanciato un bando per una manifestazione di interesse per un sistema di trattamento a freddo dei rifiuti, il quale prevede costi di gestione inferiori rispetto al sistema attuale (a caldo). Le proposte arrivate sono per ora due, ed entro fine marzo verranno vagliate.
– È stato richiesto l’ingresso di un membro del Comune di Parma nella commissione di collaudo, composta esclusivamente da soggetti nominati dalla Provincia e da Iren, con un evidente sbilanciamento a sfavore del Comune – il quale ospita l’impianto -. La Giunta provinciale sì è opposta adducendo motivazioni puramente formali.
– Sono state chieste le dimissioni del Vicepresidente di Iren, espressione politica della precedente Giunta, e solo la magistratura ha permesso di procedere alle nomine di persone competenti e di fiducia, arrestando lo scorso gennaio per corruzione proprio il Vice Presidente della società Luigi Giuseppe Villani.
– Il Comune sì è costituito in giudizio (che arriverà in Cassazione), mentre il gruppo consigliare del Movimento 5 Stelle promuoverà una Commissione di inchiesta chiamata a far luce su atti che avrebbero coinvolto funzionari, dirigenti ed amministratori del Comune.
Attualmente siamo in una fase di pre-avvio e prima della messa in funzione dovranno essere obbligatoriamente espletate tutte le 57 prescrizioni concordate all’inizio dell’iter dalla conferenza dei servizi, senza le quali l’impianto non potrà partire. Per rafforzare l’attività di controllo è stato incaricato Marco Caldiroli, già consulente per altri enti in casi simili (inceneritori Acerra, Trezzo, Forlì, etc).
Come già specificato, il Sindaco di Parma, in quanto massima autorità sanitaria, ha la possibilità di fermare immediatamente il funzionamento dell’impianto se questo dovesse sforare i limiti di emissioni previsti durante l’esercizio.

Di seguito le tappe cronologiche ed il dettaglio della vicenda.
2005 – IL PPGR, NASCE L’IPOTESI DELL’INCENERITORE
Nel marzo del 2005 viene approvato dalla Provincia il piano provinciale per la gestione dei rifiuti (PPGR). Nelle conclusioni si dice che il territorio necessita di un impianto di trattamento a caldo del rifiuto urbano residuo della capacità di 65mila tonnellate.
Nel piano provinciale è anche indicata la previsione di una discarica da 30mila tonnellate annue per accogliere le ceneri di scarto dell’inceneritore, discarica a tutt’oggi non individuata.
Nessun indirizzo per valutare altri metodi di gestione dei rifiuti, sistemi a freddo che oggi stanno sostituendo l’incenerimento, permettendo sia un impatto ambientale inferiore che il recupero di materiali che andrebbero altrimenti perduti.
2006 – IL VIA LIBERA DEL CONSIGLIO COMUNALE DI PARMA
Nel marzo del 2006 il consiglio comunale delibera con 27 voti favorevoli su 29 l’accordo con la multiutility Enia per collocare l’inceneritore a Ugozzolo.
L’accordo con il Comune prevede che lo stesso provveda alla variazione urbanistica dell’area individuata allo Spip, una zona al momento agricola a nord della città, ma a 4 km in linea d’aria da Piazza Duomo.
L’accordo viene portato avanti senza condivisione pubblica con i cittadini, i quali si uniscono in un Comitato di protesta in difesa dell’ambiente e della qualità dell’aria di Parma.
2009 – LE PRIME PROTESTE
Vengono organizzate manifestazioni, fiaccolate, serate di studio sulle alternative all’incenerimento.
Parma ospita i migliori esponenti italiani e mondiali della tecniche di corretta gestione dei rifiuti, ma anche medici di fama che affermano quanto sia pericoloso incenerire rifiuti.
L’ordine dei medici dell’Emilia Romagna chiede la moratoria sui nuovi impianti, ma Bersani, allora Ministro dell’Industria, li taccia di allarmismo.
Il WWF si oppone alla Via con un appello al Capo dello Stato, poi girato al Tar e infine respinto.
2011 – TAR BLOCCA I LAVORI
Nel giugno del 2011 i due avvocati Pietro De Angelis e Arrigo Allegri depositano un esposto alla procura e l’associazione Gestione Corretta Rifiuti segnala all’ufficio abusi edilizi del Comune di Parma. Il cantiere non ha il permesso a costruire.
Il controllo negli uffici non fa emergere alcun titolo edilizio riguardante il cantiere e il 1° luglio, per abuso edilizio, viene decretato lo stop del cantiere.
Il provvedimento di sospensione viene impugnato da Iren davanti al Tar.

La libertà è come l’aria. Ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare

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“Però la libertà è come l’aria. Ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare, quando si sente quel senso di asfissia che gli uomini della mia generazione hanno sentito per vent’anni e che io auguro a voi giovani di non sentire mai”. Piero Calamandrei (1889-1956) – Discorso agli studenti milanesi (1955) 

Sodales - Un Mondo in prestito

Sodales – Un Mondo in prestito

ARPA Emilia-Romagna ha di recente pubblicato i dati ambientali della Provincia e della città di Parma. La situazione che si evidenzia è allarmante per l’inquinamento da PM10 e da ozono. Per le polveri i limiti imposti dall’Unione Europea di 35 sforamenti all’anno sono stati superati nel 2012 di oltre 3 volte (120) e nel 2013 la situazione non migliora con 34 sforamenti al 14 luglio 2013. Dopo sei mesi ci siamo giocati il bonus annuale e non ci rimane che trattenere il fiato fino a dicembre.
Arpa E.R. è tra i collaboratori dello studio europeo che ha documentato il legame tra smog e tumore del polmone pubblicato da Lancet Oncology, realizzato su un campione di oltre 300.000 persone. Ha dimostrato che più alta è la concentrazione di inquinanti nell’aria e maggiore è il rischio di sviluppare un tumore. E’ emerso che i centri italiani monitorati hanno la più alta presenza di inquinanti in Europa. lancetLo studio ha permesso di concludere che per ogni incremento di 10 microgrammi di PM 10 per metro cubo nell’aria aumenta il rischio di tumore al polmone di circa il 22%. Anche la scienza avvalla quanto Parma aveva già capito da tempo. smog facciaLa stragrande maggioranza dei cittadini non vuole infatti un inceneritore che inquinerà ulteriormente l’aria e fermerà di fatto la raccolta differenziata per i prossimi 20 anni. Tutti hanno capito che le ragioni che hanno portato alla costruzione dell’inceneritore cozzano con il comune buon senso. Il futuro forno segue infatti una logica che sembra andare contro i cittadini; tariffe carissime e rischi gravissimi per la salute. Respireremo diossine e metalli pesanti mentre il provinciale fanta bosco mangia-polveri non servirà a nulla. Non serviranno neppure i filtri a norma di legge poiché nessun dispositivo può attualmente intercettare le nano polveri emessi da tali impianti.
Si deve allora cambiare visione e rivalutare il principio di precauzione su un tema così importante come la salute pubblica. L’ambiente è il domani dei nostri figli e non si può più seguire la logica di una filosofia concepita negli anni 70 e anacronistica dal punto di vista tecnico ed economico. diossina
Dobbiamo quindi impegnarci per battaglie legittime che vale la pena di portare avanti. Ogni cittadino è il riflesso delle proprie convinzioni, della propria coerenza in accordo con la realtà dei fatti; e la realtà è che non c’è bisogno di un inceneritore in una città fra le più inquinate d’Europa.
Nonostante da oltre 10 anni la Regione promuova accordi di programma con Province e Comuni capoluogo per il risanamento della qualità dell’aria, non sono stati avviati interventi strutturali significativi e la provincia di Parma si è rivelata lo scorso anno quella maggiormente inquinata in E.R. Per gli effetti sulla salute dell’inquinamento delle polveri sottili è sufficiente far riferimento agli studi epidemiologici pubblicati sul sito regionale, o ad altre fonti ufficiali quali l’Organizzazione Mondiale della Sanità o il Ministero della Salute.
Ormai in tutta Europa l’incenerimento si utilizza sempre meno perché si è capito che i rifiuti sono una risorsa ed è economicamente insensato bruciarli.
In Italia, al contrario, il ricorso all’incenerimento sta in piedi perché conveniente solo per i loro gestori, dato che prendono soldi pubblici tramite i certificati verdi. Se la differenziata fosse fatta bene da tutti ed estesa rapidamente in tutta la città, l’inceneritore sarebbe semplicemente inutile.
diritto pubblicoAllora deve prevalere un interesse generale volto a non peggiorare ulteriormente la qualità dell’aria con nuove fonti emissive, con conseguenze per la salute dei cittadini direttamente proporzionali alle emissioni stesse. Tale postulato è scientificamente avvalorato da innumerevoli fonti.
Come cittadino mi pongo allora questa domanda: fra un legittimo interesse privato puramente economico ed un interesse pubblico come quello della salute cosa è giusto privilegiare? Ritengo inaccettabile l’aumento del rischio per la salute a fronte di ulteriori dosi di inquinanti che si dovessero immettere in una valle fra le più inquinate in Europa.
Come consigliere comunale ricordo che l’articolo 41 della Costituzione ha indicato una priorità chiara. La storia industriale italiana dimostra che ogni volta che il lavoro, o un interesse monetario pubblico o privato, sia stato anteposto al bene comune c’è stato un danno ai cittadini ed all’ambiente. In natura però non si può compensare un danno biologico; per questa ragione la Costituzione tutela prioritariamente la salute (art.32) e l’ambiente (art.9) prima dell’interesse privato di un impresa (art.41), per evitare danni irreversibili.

Cinzia Poli - Caterpillar AM

Cinzia Poli – Caterpillar AM

Ridurre a meri discorsi ideologici quanto detto o ad un allarmismo di convenienza è il metodo più usato per sminuire il problema. La questione di fatto invece è l’aggravarsi di un rischio sanitario per la popolazione dovuto all’aumento dell’inquinamento atmosferico collegato all’accensione di un impianto che va a sommarsi agli inquinanti già presenti in atmosfera e accertati non dai politici ma dai monitoraggi di ARPA.
ince prUn inceneritore è un intollerabile supplemento di emissioni inquinanti in un contesto ambientale già altamente compromesso da altre fonti emissive quali riscaldamento domestico, circolazione veicolare (Parma è fra le città con più alta concentrazione automobilistica in Europa), comparto produttivo, da condizioni meteo climatiche avverse e da una geografia particolare che ingabbia l’inquinamento atmosferico.
Occorre a mio giudizio fare il possibile per prevenire il grave rischio per l’incolumità pubblica costituito dall’accensione di impianti anche se con fattori emissivi che stanno al di sotto dei limiti di legge. Lo dovremmo fare per noi stessi, per gli altri, per le future generazioni e per l’ambiente.