L’ambiente scomparso

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Nelle sedute dicembrine del Consiglio comunale di discussione del bilancio ho posto in discussione anche la gestione ambientale da parte dell’attuale Giunta durante il suo mandato. Ho estrapolato alcuni punti che meritavano una particolare attenzione. Purtroppo l’elenco della inadeguatezze è sintetico e non esaustivo.

Inceneritore. Era realizzato all’80% e se lo si fermava partivano cause milionarie. Tutte balle, ora lo sanno anche i sassi. Lo si poteva fermare ma è mancata la determinazione da parte del Sindaco e della Giunta di intraprendere ogni strada possibile.

In quattro anni il termo non solo non è stato chiuso ma funziona tranquillamente a pieno regime.
Chi è stato eletto per farlo chiudere è ancora al suo posto assieme a chi è stato nominato per cercare in modo legittimo di ostacolarlo. Nessuno di questi ha mai chiesto scusa ai cittadini.

La Giunta ha disatteso il lavoro di indagine della Commissione Ambiente ed è venuta meno agli impegni presi nei confronti del Consiglio Comunale che aveva approvato una delibera passata alla unanimità e che individuava una road map per cercare di tutelare l’ambiente (strategia di riduzione dei rifiuti, riconversione dell’inceneritore, tariffa dello smaltimento dei rifiuti e divieto di conferimento rifiuti da fuori Provincia, separazione del servizio di raccolta dal servizio di smaltimento dei rifiuti).

La Giunta aveva detto che avrebbe relazionato periodicamente in Consiglio comunale e in Commissione ambiente e non lo ha fatto. In pratica ha mentito al Consiglio comunale ovvero la massima istituzione di rappresentanza politica locale.

Monitoraggio ambientale – Vengono eseguiti i rilevamenti con le centraline ma il Comune non pubblicizza adeguatamente i dati che non si trovano neppure nel suo sito. In alternativa come compensazione ai fumi dell’inceneritore l’amministrazione realizza una pista ciclabile che è un po’ come dire che a uno che vuole smettere di fumare per Natale gli regali delle mentine per l’alito.

Inquinamento aria a Parma – C’è un inquinamento elevatissimo a Parma e non viene presa nessuna azione sia straordinaria sia strutturale a medio termine. Il fatto che quest’anno gli sforamenti nella centralina della zona Cittadella siano stati inferiori rispetto all’anno precedente non vuol dire che l’aria della zona si sia di colpo trasformata in aria di montagna limpida e pulita. Vuol dire solo che è una delle poche zone monitorate di Parma. Tante altre zone sono più inquinate e non rilevate nel nostro territorio. Dipende da tanti fattori (numero di veicoli che vi transitano, larghezza della strada, altezza degli edifici altezza dei punti di monitoraggio, ecc). Il limite delle leggi che pongono un limite sono dipesi dal fatto che se stai appena al di sotto della soglia di riferimento l’aria è pulita come un giglio e se stai appena di sopra l’aria diventa magicamente pestilenziale. Si tratta in realtà di limiti politici e assolutamente non idonei a evidenziare la drammatica situazione dell’inquinamento presente a Parma e nella pianura Padana in generale.

E’ mancata (e tuttora manca) una pianificazione di lotta all’inquinamento che individui un percorso comune con le altre città almeno confinanti e con gli altri comuni della provincia limitrofi alla città.

Gestione dei rifiuti e bando – E’ scaduto nel 2014 e il Comune non si è davvero voluto attivare politicamente con il suo peso di capoluogo di provincia per sollecitare ATERSIR. Ha scritto una lettere e basta, compito finito.

Manutenzione verde – Che la Giunta sia allo sbando in questo settore lo dimostra il caso della guerra dei kaki dove il comune ha stanziato 40 k€ per abbattere delle piante perché sporcano quando c’e’ già un contratto in essere che prevede la pulizia delle strade con passaggi settimanali.

Discariche – Una mega discarica presente a fianco del centro a Parma segnalata varie volte al Comune (sia dalle Guardie Ecologiche di Legambiente a settembre 2016 sia dal sottoscritto a in questi mesi in Consiglio Comunale). L’assessore all’ambiente nega in pratica ogni evidenza senza prendersi la briga di verificare la situazione (chiunque può farsi un’idea guardando la discarica su Google Maps a fianco del centro sportivo Lauro Grossi). Poi l’ex discarica Metalfer con nessun azione di responsabilità verso la proprietà.

Teleriscaldamento. Interessante poi il tema della proprietà delle rete del teleriscaldamento affrontato durante i lavori citati della Commissione Ambiente. L’amministrazione in sostanza non era riuscita a dare una risposta certa sulla proprietà di tali reti (se della multiutility o del Comune) e non era riuscita ad assumersi le responsabilità dichiarando in modo certo l’effettiva proprietà del TLR nel suo complesso (cfr Deliberazione del Consiglio comunale CC-2014-89 della seduta di Consiglio comunale del 30/10/2014). Successivamente l’ANAC il 02/05/2016 (cfr documento ANAC del febbraio 2015) ribadisce in sostanza quanto già era emerso nei sedute della Commissione Ambiente e cioè che le reti del TLR sono da considerarsi un Servizio Pubblico Locale e sono assimilate ad ogni effetto alle opere di urbanizzazione primaria. Il Comune invece non la pensa così ed evidenzia (ad aprile 2016 dopo un anno dal parere ANAC del febbraio 2015) che le reti del TLR nel territorio comunale non possono essere considerate opere pubbliche e vengono disciplinate come opere private.

Oneri di urbanizzazione – L’inceneritore è “un’opera privata di interesse pubblico”. Pertanto IREN dovrà pagare al Comune di Parma gli oneri di urbanizzazione della realizzazione dell’opera, che non sono stati versati, pari a circa due milioni. Lo ha stabilito l’Autorità anticorruzione, come si legge in un capitolo della relazione sull’attività svolta nel 2015 dedicato all’inceneritore ducale. Anche qui la Giunta sembra abbia fatto poco o niente e la situazione appare evidentemente in stallo.

Cosa rimarrà di questa Giunta – Infine vorrei chiedere al Sindaco, a Folli e alla Paci (ricordando ai due assessori che provenivano dal CGCR) di scrivere a Babbo Natale una letterina chiedendo di trovare sotto l’albero i 2 mln di € che Iren dovrebbe dare al Comune.

Ci sono politici che hanno fatto una campagna elettorale contro l’inceneritore e adesso col senno di poi mi chiedo cosa davvero abbiano fatto per fermare il termo. Ma non erano stati nominati per le loro competenze e per il loro convincimento di fare tutto quanto era possibile per fermare l’inceneritore?

Concludo augurando buon proseguimento alla Giunta sperando che lavorino il meno possibile (soprattutto su ambiente ed urbanistica) per quei pochi mesi di vita politica che le rimane. In tal modo si faranno meno danni. Auguri!

L’ultimo bilancio di previsione della Giunta

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In queste ultime tre sedute del Consiglio comunale si è discusso del bilancio di previsione (documento di programmazione 2017-2019).

Iniziamo col ricordare un paio di articoli della Costituzione della Repubblica Italiana come ci è stato insegnato in educazione civica alle scuole medie.
Art. 2 “La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.”
Art. 3. “(…) È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.”

Il sistema italiano di garanzia dei diritti di cittadinanza si basa su questi principi: sulle leggi di tutela della dignità di ogni cittadino con una particolare attenzione ai più deboli e ai più poveri.
Questa è in pratica la definizione dello Stato sociale.

Oggi a Parma lo Stato sociale è messo in discussione, c’è il rischio fondato che una sempre maggiore quantità di cittadini, bambini, donne e anziani siano privati dei servizi essenziali (difesa della salute, istruzione, casa, lavoro) e si vedano cadere nella povertà e nell’abbandono.
La povertà l’ho già ricordato non è mai una colpa. La Giunta per risanare i conti lo ha fatto sulla pelle dei più deboli. Mettere a posto i conti era importante ma non si doveva farlo dimenticandosi degli ultimi in quanto sta scritto nella Costituzione.

E’ anche vero che se non si perseguono i gli obblighi contabili il sindaco può essere rimosso ma si sono fatte scelte togliendo e diminuendo fortemente i diritti dei cittadini e con le tariffe dei servizi mantenute costantemente alte.

La causa dell’allargarsi della povertà dei cittadini va ricercata non solo nella crisi e non solo nel debito cittadino oggettivamente fra i più alti delle città capoluogo di comune simili a Parma ma è da ricercare anche nell’affermarsi in questi anni a Parma come in tutta Italia di una politica di liberismo economico, di speculazioni finanziarie, nella decisione consapevole della politica di abbandonare i più deboli mentendo gli interessi dei già ricchi che, anche in periodo di crisi, continuano ad arricchirsi sempre di più, a danno della stragrande maggioranza dei cittadini del nostro paese.

I poteri economici forti a Parma non sono stati contestati all’interno del debito della città.
Non sono stati rivisti i tassi di interesse dei debiti delle banche private, non è stato rivista la legittimità del debito, non dico la legalità ma neppure la legittimità. Avete accettato tutto quello che era stato già stabilito prima.

Ormai siamo alla fine del mandato e la Giunta sta sparando i suoi fuochi artificiali migliori. Bei progetti patinati e dichiarazioni roboanti. Questo sembra un bilancio redatto dal Re di denari. C’è un avanzo di bilancio importante, va dato atto, ma si segue una politica gestionale molto antipatica, basta vedere ad esempio i 14 milioni di euro a bilancio per le multe. Siamo ai primi posti in Italia e non è che siamo di colpo diventati tutti incivili.

Diversi errori sono stati commessi, con un combinato disposto fra arroganza ed antipatia ambientale urbanistica e sociale, con la assoluta mancanza di voler condividere la gestione pubblica della città attraverso la partecipazione cittadina.

Basti pensare al Tartaruga un piccolo gioiellino ammirato anche all’estero e che abbiamo voluto perdere; basti pensare al bando sul servizio integrazione scolastica per gli studenti con disabilità dove si volevano ridurre fondi e ore di assistenza, basti pensare alla gestione dei vari debiti fuori bilancio senza la minima condivisione col Consiglio comunale e senza che la Giunta abbia mai voluto perseguire azioni di responsabilità verso i responsabili di tali debiti.

Sicuramente io non lo avrei fatto, avrei premuto l’acceleratore sui temi ambientali, sulla lotta all’inceneritore, sulla revisione dei piani urbanistici ereditati dalla precedente amministrazione. Il sindaco invece ha frenato sui temi forti della città. Non ha voluto toccare quelli che l’assessore ha spesso chiamato i diritti acquisiti. Ma anche le pensioni d’oro e i vitalizi dei parlamentari sono diritti acquisiti ma non sono certo giusti. I diritti acquisiti si devono fermare nel momento in cui vanno contro la giustizia sociale e l’interesse pubblico della collettività.

Questa Giunta fa finta di non vedere ma in realtà non vuole vedere, fa finta di non sentire ma in realtà non vuole sentire. Non vuole sentire la disperazione di 90 persone senza casa e senza un tetto e che vivono silenziosamente sotto i ponti ma intanto spende 1milione e 300 mila euro per ampliare il marciapiede di via Mazzini. I lavori previsti a febbraio. E’ un discorso di scelte e di scale di priorità completamente rovesciate. Tutto questo è semplicemente vergognare!

In ogni attività è stato dato il cattivo esempio, un esempio antitetico al programma 5 stelle di Parma.
• Un cattivo esempio sulle legittime scelte del bilancio (si doveva fare di più per l’ambiente e per il sociale)
• Un cattivo esempio sulla gestione del territorio
• Un cattivo esempio sulla pessima modalità di gestione dei rifiuti
• Un cattivo esempio sulla mobilità, basta vedere lo smantellamento della TEP
• Un cattivo esempio sul consolidamento di Iren sul territorio grazie anche al consenso del sindaco sulla governane di Iren con allora una maggioranza dei sindaci del PD al controllo.

Il piano strutturale comunale
Pensare alla fine di un mandato di voler cambiare il piano strutturale comunale è semplicemente inutile. Nessuna possibilità di completare l’iter del piano urbanistico che prevede fra l’altro almeno un passaggio istituzionale per l’adozione e per la successiva approvazione con tempi tecnici stabiliti dalla legge.

Quando si usano termini come città compatta, ricucitura del tessuto urbano o altri fraseggi fritti misti allora siamo alle comiche finali. Le istituzioni come un’enorme friggitoria di chiacchiere.
Occorreva invece una vera pianificazione con la città, che andava adottata da giugno 2012. Lo dissi varie volte al Sindaco e ad Alinovi.

Non vollero ascoltare andando avanti per la loro strada e non arrestando il consumo di suolo, nonostante l’ampia disponibilità edilizia già esistente.
L’assessore all’urbanistica in questi anni è andato in direzione contraria al programma 5 stelle; cito solo alcuni punti per rendere l’idea:

– accettazione di tutti i PUA facendo da tubo digerente della precedente Giunta
– autorizzazione di nuovi centri commerciali a Baganzola ed ex Bormioli,
– una strada a 4 corsi inutile fra SPIP e Bogolese
– 5 anni senza fare niente per gli abusi del Torrente Baganza,
– l’autorizzazione di un fabbricato in uno degli ultimi terreni agricoli di Parma, il Polo Lubiana ricordate doveva essere urgentissimo e fatto in pochi mesi. Andate a vedere a che punto è, non è stato fatto niente;
– la realizzazione di una biblioteca pubblica in una delle poche aree verdi rimaste nel quartiere Pablo quando vi erano edifici limitrofi vuoti ed inutilizzati, la chiusura dell’anello della tangenziale a est, completamente inutile)
– un’altra colata di cemento per la riqualificazione dell’aeroporto.

Alla fine il programma 5 stelle è stato tradito da questa maggioranza orfana di valori come pianificazione partecipata o bilancio partecipativo. E’ emblematico il festeggiamento con cena di gala al Ponte Nord realizzato con volumi edilizi inutili e di fatto “abusivi”. Ricordo che questo comune ha chiesto la sanatoria del ponte Nord chiedendo di fatto di legalizzare un abuso edilizio e in pratica sdoganando il concetto che chi non rispetta la legge è più furbo di chi la rispetta. Un messaggio tipico della cultura mafiosa.

Poi l’assessore vuol far passare la storia dei 4 mln di m2 di terreno urbanizzato ritornato agricolo.
Il consumo di suolo si misura con la variazione fra crescita dell’area urbanizzata e riduzione dell’area di suolo agricolo. Normalmente l’espansione urbana avviene su suoli agricoli attraverso cambi di destinazione d’uso delle aree, indicati nel piano regolatore generale. Il consumo di suolo agricolo si concretizza con la costruzione di opere edilizie e di opere di urbanizzazione primaria. Non esiste il processo inverso.

Pochi giorni di ruspe e betoniere e un suolo coltivato e curato per secoli viene distrutto ed urbanizzato. Il suolo è infatti è è una pellicola che avvolge il pianeta che ha uno spessore di pochi cm, è un organo vitale ed un laboratorio di energia e materia prima che dà vita a tutto quel che c’è sopra. Rifare il suolo dopo che è stato urbanizzato non è possibile almeno non in tempi umani.

Il suolo, una volta urbanizzato non può tornare come prima poiché impiega secoli prima di rigenerarsi. Il suolo si forma attraverso lunghi processi ed è quindi una risorsa non rinnovabile mentre i processi di urbanizzazione e di espansione urbana sono irreversibili.
Il suolo urbanizzato è quasi sempre quello migliore ed è la nostra assicurazione sul futuro: il futuro paesaggistico, agricolo, ambientale, turistico e di sequestro di CO2.

Fine prima parte

La storia dei kaki – Basta poco, cambiare si può

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Un gruppo di cittadini ed alcune associazioni ambientaliste sono riusciti a dimostrare che basta poco per tutelare il patrimonio ambientale di Parma e che si può agire laddove il comune non riesce a fare il proprio mestiere.

Siamo riusciti a salvare la maggioranza dei 163 kaki che la pubblica amministrazione voleva abbattere (purtroppo una quindicina di piante il comune le aveva già ammazzate) evidenziando questo reato ambientale in Consiglio comunale. L’intento infatti del settore ambiente del comune e del suo assessore era quello di abbattere le piante in quanto i frutti cadendo sporcavano il marciapiede e la strada, durante il periodo di fruttificazione che dura circa un paio di settimane.

Il costo previsto era di 40.000 € per abbattere le piante e per la loro eventuale ed improbabile ri piantumazione (tutta da decidere dato i tempi geologici della burocrazia).
Armato di un raccogli frutta e di uno svettatoio ho dimostrato che con pochi soldi e poco tempo ci si poteva organizzare e raccogliere i frutti coinvolgendo cittadini ed associazioni.

Alcune associazioni di Parma hanno aderito all’appello che ho lanciato ed hanno organizzato la prima festa del raccolto urbano a Parma patrocinata dal Comune che finalmente ha capito di aver commesso un grave errore ambientale ed ha patrocinato questa festa. La nostra idea era di promuovere nelle strade della città un sano senso di comunità e di adesione alla tutela del verde a Parma e all’attenzione alla salvaguardia del patrimonio arboreo cittadino.

Ora rimane da capire quali siano state le responsabilità in ambito dirigenziale e chi abbia autorizzato lo stanziamento di una cifra enorme per un ‘azione che andava contro il mero buon senso. Sarebbe auspicabile che questa somma venisse utilizzata per portare avanti un’azione di tutela ambientale (in un parco o in una zona degradata della periferia).

Il mondo dell’associazionismo ha dimostrato che basta poco e che cambiare si può e che partendo dalla segnalazione di un cittadino si può e si deve stare sempre all’erta. Il verde a Parma è sempre maltrattato dal mondo della politica locale ma fortunatamente sono anche presenti delle sentinelle ambientali costituite da cittadini che vigilano nelle strade per combattere battaglie giuste come quella della guerra dei kaki.

Certo adesso il Comune deve tornare a fare il suo mestiere e controllare che la manutenzione del verde e la pulizia delle strade vengano correttamente eseguite, come da appalto in corso, anche mandando dei funzionari a controllare le strade.

I cittadini e le associazioni possono promuovere azioni virtuose e favorire eventi per stimolare la città e l’amministrazione. Ma non possono certo fare gli operatori ecologici al posto del comune.
Ancora grazie quindi al municipio che si è avveduto e ha patrocinato la festa del raccolto urbano.

Ora attendiamo che il comune ritorni a far pulire le strade agli operatori incaricati magari spiegandolo anche a quelle fazioni patetiche che imprecano contro chiunque stimoli la Giunta ad agire.

Un saluto e tanti kaki di fine anno!

Il Piano di Mobilità Sostenibile a Parma

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A novembre 2016 è stato approvato in Consiglio comunale il Piano Urbano di mobilità sostenibile. L’acronimo PUMS sembra il rumore del tubo di scappamento di un autobus a gasolio quando parte e sbuffa con una nuvoletta di fumo nero: “Pums, ciga bum ciga bum, ciga bum, pums!”
Scherzi a parte, si tratta di un documento previsto dalla legge 340/2000 che individua la visione della città in termini di mobilità nel periodo 2015-2025.
Il piano presentato in Consiglio dall’assessore alla mobilità è ben documentato ed è il frutto del lavoro di specialisti con strategie e programmi decisi altrove e molti anni fa. In sostanza è un documento che si basa sul recepimento di direttive europee. Nulla di originale e davvero innovativo per Parma.

Ecco di seguito alcune considerazione su tale documento di programmazione.
Il comune prevede di installare alcune colonnine di ricarica per le auto elettriche, ma occorrerebbero incentivi per comprare le auto elettriche medesime, specie quelle piccole. Un progetto di mobilità sostenibile capillare e tecnologicamente all’avanguardia creerebbe molte posizioni professionali d’alto livello: basterebbe dirigere su questi settori gli imponenti investimenti destinati alle grandi opere stradali ahimà previste anche a Parma, simbolo della vecchia mobilità insostenibile.
Ora nel PUMS si fa riferimento alla realizzazione del corridoio TI-BRE. In pratica non è stata valutata l’incidenza che tale asse di viabilità avrà nel sito dei Fontanili di Viarolo uno dei siti di Natura 2.000.

Inoltre tale opera che serviva come compensazione del passaggio della TIBRE nel territorio del Comune di Parma viene in pratica legittimato inserendolo nel PUMS. Il comune si è sempre dichiarato contro la TIBRE ma con questo passaggio in pratica ne sancisce l’approvazione.

A Baganzola si realizzerà uno dei più grandi centri commerciali dell’Italia settentrionale. Non è stata valutata all’interno del PUMS l’incidenza della strada di accesso al centro che dovrebbe essere una strada a 4 corsie. Inoltre non è stato valutato l’apporto di 7 milioni di visitatori all’anno previsti nel centro commerciale Circa 20.000 clienti al giorno (sabato e domenica compresi).

Non sembra siano stati analizzati nel dettaglio nemmeno i collegamenti con le frazioni e i paesini limitrofi spesso collegate attraverso strade ad alta percorribilità e ad alta velocità automobilistica (quali ad esempio la Strada Statale Asolana SS 304, Via Spezia, Via Traversetolo, Via Cremonese, Via Langhirano).

Per quanto riguarda i mobility menager (figura obbligatoria per le ditta con oltre 800 dipendenti) non sono stati previsti degli incontri con le realtà produttive e del terziario per cercare di favorire accordi sulla mobilità per le piccole aziende al di sotto degli 800 dipendenti (dato che la stragrande maggioranza delle persone lavora in aziende con pochi dipendenti).

La stima dei costi delle opere a corredo del PUMS è di circa 153 mln €. Mi chiedo quanto valga la nuova stazione ferroviaria che si vuole realizzare allo SPIP.
E’ previsto anche un aumento del costo dei parcheggi per disincentivare l’uso dell’automobile in città.
Nessuna previsione inoltre per la valutazione d’incidenza della inutile bretella fra lo SPIP e Bogolese; altro consumo di suolo.

Consumo del suolo inutile come inutile è la chiusura dell’anello della tangenziale est di Parma in zona ex salamini. E’ un tratto di strada che non ho mai visto congestionato ma il comune intraprende un’altra opera destinata a durare anni e a mettere a dure prova la pazienza degli automobilisti di Parma che dovranno fare per anni lunghe code per il cantiere in corso.

Non è stato eseguito alcun calcolo della impronta ecologica della visione del PUMS. In pratica non sappiamo quante emissioni di gas serra (negative) si produrranno per realizzare i lavori (strade, parcheggi, opere infrastrutturali, altro cemento) per la mobilità sostenibile che serve per risparmiare le emissioni di gas serra (positive). Come dire più la spesa che la resa (altrimenti avrebbero calcolato l’impronta ecologica, fra l’altro indicata nelle linee programmatiche del comune, chissà se sono mai state lette davvero).

Nessuno incontro neppure coi dirigenti scolastici (presidi) delle scuole superiori per favorire il deflusso veloce ed ordinato degli studenti che escono ad orari diversi e che si accalcano negli autobus negli orari di punta.

La valutazione ambientale strategica (altro documento a corredo del PUMS) è stata eseguita in modo coerente con l’attuale piano strutturale comunale (PSC ovvero il piano regolatore generale per intenderci). Sembra strano ma non è stato eseguito in previsione dell’imminente PSC e non è neppure stato eseguito in previsione della nuova norma regionale urbanistica anch’essa di imminente varo. Strano ma vero.

Nei parcheggi scambiatori non sono stati individuati delle pensiline con pannelli fotovoltaici che alimentino delle future colonnine per auto e bici elettriche come in molte città italiane. Era previsto nel programma elettorale. Feci un piano di fattibilità per il comune che lo ricevette e lo cestinò. Un altro caso emblematico della immobilità progettuale in senso di mobilità sostenibile e di aumento dell’uso di risorse energetiche rinnovabili da parte di questa Giunta.

Altro mistero non sondato nel PUMS. Ma che giro fanno i camion che da Reggio vanno al PAIP (acronimo del termo) a portare il rudo da bruciare proveniente da Reggio? Come verranno regolati i giri di camion che danzeranno per le strade che portano al PAIP nei prossimi decenni? Il Comune non ha minimamente valutato la possibilità di farli transitare via rotaia come chiesto da me e da Nuzzo mesi or sono al sindaco. Ovviamente non è arrivata alcuna risposta.

Alcune proposte per migliorare il PUMS
Infine invece di parlare di mobilità sostenibile occorrerebbe parlare di sostenibilità ecologica come dice Esterling o di comunità umane sostenibili.
Non si devono preservare solamente le risorse per le generazioni future ma si deve tutelare l’abbondanza e la bellezza della Terra per le generazioni presenti e future come dice la Carta della Terra
Ecco allora che si deve incentivare l’uso della bici anche nel settore pubblico come avviene in Francia. Si potrebbe dare anche pochi centesimi a km per chi usa la bici nel tratto casa lavoro. Sarebbe un modo per promuovere un percorso virtuoso verso la sostenibilità.
Il bike sharing. Penso che per Parma il servizio debba essere gratuito per i residenti. Viviamo in un periodo di profonda crisi ambientale e favorire le piccole azioni quotidiane dei cittadini che pagano le tariffe al massimo per i servizi forniti dal comune non manderà certo in crisi il bilancio della città.

Occorre da subito il pronto bus anche per lo SPIP e per i centri commerciali tramite un accordo diretto fra Comune e GDO (gruppi di distribuzione organizzata). Molte persone a Parma sono anziane e si deve favorire anche la loro mobilità. Pensiamo che bello sarebbe se gli anziani potessero recarsi da casa a far la spesa e poi un servizio come il pronto bus li riaccompagnasse a casa con le borse della spesa!

Occorre incentivare il piedi bus già attivo in molti paesi della provincia e in tante città più a misura d’uomo. Occorre una visione davvero ecologica con una intelligenza ambientale, ovvero la capacità di adattarsi al territorio senza depredarlo del suolo e senza ulteriori inquinamenti inutili con azioni di green washing. Spero bene per il territorio di Parma. Spero che la Giunta si muova in modo sostenibile magari verso la direzione che la porta a casa.

Il vento è cambiato

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Il Movimento 5 stelle di Parma è radioso per la vittoria del NO al referendum costituzionale e grato verso gli italiani che hanno scelto la democrazia contro “l’informazione di regime”, contro l’egemonia delle banche e dell’Europa.
I cittadini non vogliono padroni televisamente onnipresenti; non vogliono cialtronate portate avanti per modificare in modo improvvido la nostra Carta Costituzionale.
Questo è il messaggio che traspare forte dal referendum: noi cittadini vogliamo poter contare qualcosa nella vita politica del Paese, vogliamo la libertà di espressione che solo la nostra Costituzione garantisce.
Il Movimento 5 stelle di Parma ha lottato insieme a tutte le forze che sostenevano il NO dimostrando che ci sono situazioni che vanno oltre le aride e scellerate logiche di partito.
La politica portata avanti dal M5S non è populismo come vuol far credere il sistema mediatico televisivo e la stampa in genere. Non vi è stata un’informazione corretta nei confronti del referendum costituzionale, anzi è stata completamente sbilanciata a favore del fronte del SI.
Renzi, in carica per tre anni e non votato da nessun italiano, si è presentato come il leader (neo liberista) giovane e rottamatore ed è stato sconfessato da quegli stessi cittadini della sua età (hanno votato NO la stragrande maggioranza dei giovani under 34). Quei giovani, cittadini di un futuro incerto, hanno capito che il Capo del Governo non ha mantenuto le promesse millantate nei comizi, nei palazzi e nelle “leopolde”.
A Parma il Movimento 5 Stelle si è speso per far vincere il fronte del NO per il referendum costituzionale. In questi mesi il M5S ha testimoniato la sua presenza per tre volte alla settimana con banchetti informativi; insieme ad altre forze cittadine ha partecipato a un flash mob in centro storico per ravvivare l’interesse alla campagna referendaria; ha organizzato, sempre insieme alle numerose forze cittadine presenti sul territorio, varie serate informative sul quesito referendario invitando anche parlamentari e professori universitari.
Se anche altre forze partitiche o liste civiche casuali come quella al governo della città ducale avessero fatto qualcosa di politico, sicuramente il fronte del NO avrebbe vinto anche a Parma. Invece vi è stato sostanzialmente un pareggio (con una differenza di circa 700 voti a favore del fronte del SI).
A Parma la maggioranza ha da tempo perso il contato col mondo reale e si è completamente sconnessa dal territorio. Nuovi centri commerciali che nascono come funghi dopo un acquazzone; un nuovo piano regolatore finto che promette di togliere milioni di metri cubi di cemento in una città che già ora, adesso, è ai primissimi posti in Italia per consumo del suolo; una strategia assenteista nei confronti del legittimo contrasto verso l’inceneritore (punto fondamentale della campagna elettorale che ha permesso al M5S di vincere le elezioni); un piano di mobilità sostenibile che dovrebbe togliere le auto dal centro a fronte di una giunta che invece voleva togliere gli alberi dalla città perché sporcano; un sindaco inadeguato a gestire un’epidemia di legionella fra le più gravi che l’Italia ricordi. Come si fa a chiedere al Governo di questa Città un afflato di senso civico a difesa della Carta costituzionale? E’ praticamente impossibile.
Rappresento un movimento che ha anche delle criticità ma che è costituito da persone che, con passione, impegno e dedizione, hanno garantito la presenza quotidiane nelle piazze di città e di borghi italiani, fra la gente e per la gente. Questo è un segno distintivo positivo che ha testimoniato il presidio del Movimento 5 Stelle a favore della Costituzione e che nessuno può contestare.
Beppe Grillo ha detto: “Una lezione per tutti: non si può mentire per sempre al popolo senza subire conseguenze.” Spero che gli Italiani se ne ricordino quando andranno a votare alle prossime elezioni politiche. Spero che i cittadini di Parma se ne ricordino a maggio 2017 quando l’attuale Sindaco di Parma che si è tolto i vestiti del 5 stelle e ha indossato la maschera del civismo, chiederà il loro voto.
Il vento è cambiato, ora speriamo che soffi in favore di una politica che affronti i veri problemi del popolo italiano e sovrano.

Fonte foto

Ha vinto la democrazia

L’opera da tre kaki

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Primo kako

L’inceneritore è “un’opera privata di interesse pubblico”. Pertanto IREN dovrà pagare al Comune di Parma gli oneri di urbanizzazione della realizzazione dell’opera, che non sono stati versati, pari a circa due milioni. Lo ha stabilito l’Autorità anticorruzione, come si legge in un capitolo della relazione sull’attività svolta nel 2015 dedicato all’inceneritore ducale. (fonte Parma Repubblica)
L’ho ricordato a novembre di quest’anno in Consiglio comunale.
All’ente guidato da Raffaele Cantone si erano rivolti già nel 2012 gli avvocati Arrigo Allegri e Pietro De Angelis con un esposto.
Secondo l’ANAC l’inceneritore è un’opera “privata di interesse pubblico” e quindi l’omesso pagamento degli oneri di costruzione potrebbe costituire un danno all’erario e ha deciso di trasmettere gli atti anche alla Procura di Parma. Speriamo che finalmente la vicenda si risolva al meglio per la città.

Secondo kako
La convenzione di affidamento del servizio integrato di gestione dei rifiuti ad IREN è scaduta a fine 2014, stabilisce l’ANAC, quindi l’agenzia regionale competente, cioè ATERSIR, deve procedere subito a indire una nuova gara pubblica per l’affidamento.
Ripeto il servizio è scaduto a fine 2014 cioè 2 anni fa. Ma quanto tempo ci vuole per indire una gara in questo paese. Il Comune di Parma fa come al solito da scaricabarile e passa la palla ad ATERSIR, un’agenzia composta dai Comuni della nostra regione e quindi anche dal Comune di Parma. In Piazza Garibaldi tutto tace. Se qualche amministratore avesse mostrato un pò di interesse per la questione, penso che a quest’ora avremmo finalmente il nostro nuovo servizio di gestione dei rifiuti. Ma per una Giunta che si era insediata con la promessa di fermare l’inceneritore evidentemente questa non è più una priorità. E un brindisi di fine anno alla salute dei cittadini e dell’ambiente di Parma.

Terzo kako
Sempre Cantone nella delibera dell’ANAC del 02/05/2016 ha evidenziato che le reti del teleriscaldamento sono equiparabili alle opere di urbanizzazione e pertanto la loro proprietà è del Comune. Peccato che il Comune sia convinto che siano di proprietà di IREN.
Se ha ragione ANAC oltre a definire i termini del trasferimento della proprietà al Comune occorrerà anche una gara per la gestione delle reti del teleriscaldamento.
Se ha ragione il Comune IREN dovrà pagare il Comune per l’occupazione del suolo pubblico in quanto il teleriscaldamento è a tutti gli effetti un impianto privato utilizzato a scopo commerciale.
Quando verrà presa una posizione ufficiale in un senso o in un altro?
Le criticità sopra evidenziate erano già emerse a luglio 2014 nella relazione della Commissione Ambiente del Comune di Parma che aveva eseguito un controllo sull’attività amministrativa comunale relativa all’iter dell’inceneritore.

Alla fine

Alla fine in quattro anni l’inceneritore non solo non è stato chiuso (ora so che solo io ci credevo fra quegli statisti della maggioranza un tempo penta stellata) ma va alla grande.
Ma se l’inceneritore va così bene come mai IREN continua a lavorare al Cornocchio e non lavora tutto il rudo al PAIP? Ma poi IREN è autorizzata a lavorare il rudo a Cornocchio? E che senso ha quando c’è un impianto così grande ed efficiente al PAIP? Lo so saranno domande banali ma qualcuno prima o poi dopo 4 anni che continuo a chiederlo e dopo 150 pagine di relazione sull’iter del PAIP, qualcuno prima o poi dovrà pure rispondermi!
Ricordo sempre che chi era stato eletto per farlo chiudere è ancora al suo posto assieme a chi era stato nominato per cercare in modo legittimo di farlo chiudere. Ricordo anche che nessuno di questi signori ha mai chiesto scusa ai cittadini.
In questa città c’è bisogno di persone che dicano ciò che fanno e che facciano ciò che hanno detto.
In altre parole prima ci liberiamo di questa gente in maggioranza in Comune e meglio sarà per tutti, alberi di kaki compresi!