Archivio mensile:dicembre 2016
L’ultimo bilancio di previsione della Giunta
In queste ultime tre sedute del Consiglio comunale si è discusso del bilancio di previsione (documento di programmazione 2017-2019).
Iniziamo col ricordare un paio di articoli della Costituzione della Repubblica Italiana come ci è stato insegnato in educazione civica alle scuole medie.
Art. 2 “La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.”
Art. 3. “(…) È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.”
Il sistema italiano di garanzia dei diritti di cittadinanza si basa su questi principi: sulle leggi di tutela della dignità di ogni cittadino con una particolare attenzione ai più deboli e ai più poveri.
Questa è in pratica la definizione dello Stato sociale.
Oggi a Parma lo Stato sociale è messo in discussione, c’è il rischio fondato che una sempre maggiore quantità di cittadini, bambini, donne e anziani siano privati dei servizi essenziali (difesa della salute, istruzione, casa, lavoro) e si vedano cadere nella povertà e nell’abbandono.
La povertà l’ho già ricordato non è mai una colpa. La Giunta per risanare i conti lo ha fatto sulla pelle dei più deboli. Mettere a posto i conti era importante ma non si doveva farlo dimenticandosi degli ultimi in quanto sta scritto nella Costituzione.
E’ anche vero che se non si perseguono i gli obblighi contabili il sindaco può essere rimosso ma si sono fatte scelte togliendo e diminuendo fortemente i diritti dei cittadini e con le tariffe dei servizi mantenute costantemente alte.
La causa dell’allargarsi della povertà dei cittadini va ricercata non solo nella crisi e non solo nel debito cittadino oggettivamente fra i più alti delle città capoluogo di comune simili a Parma ma è da ricercare anche nell’affermarsi in questi anni a Parma come in tutta Italia di una politica di liberismo economico, di speculazioni finanziarie, nella decisione consapevole della politica di abbandonare i più deboli mentendo gli interessi dei già ricchi che, anche in periodo di crisi, continuano ad arricchirsi sempre di più, a danno della stragrande maggioranza dei cittadini del nostro paese.
I poteri economici forti a Parma non sono stati contestati all’interno del debito della città.
Non sono stati rivisti i tassi di interesse dei debiti delle banche private, non è stato rivista la legittimità del debito, non dico la legalità ma neppure la legittimità. Avete accettato tutto quello che era stato già stabilito prima.
Ormai siamo alla fine del mandato e la Giunta sta sparando i suoi fuochi artificiali migliori. Bei progetti patinati e dichiarazioni roboanti. Questo sembra un bilancio redatto dal Re di denari. C’è un avanzo di bilancio importante, va dato atto, ma si segue una politica gestionale molto antipatica, basta vedere ad esempio i 14 milioni di euro a bilancio per le multe. Siamo ai primi posti in Italia e non è che siamo di colpo diventati tutti incivili.
Diversi errori sono stati commessi, con un combinato disposto fra arroganza ed antipatia ambientale urbanistica e sociale, con la assoluta mancanza di voler condividere la gestione pubblica della città attraverso la partecipazione cittadina.
Basti pensare al Tartaruga un piccolo gioiellino ammirato anche all’estero e che abbiamo voluto perdere; basti pensare al bando sul servizio integrazione scolastica per gli studenti con disabilità dove si volevano ridurre fondi e ore di assistenza, basti pensare alla gestione dei vari debiti fuori bilancio senza la minima condivisione col Consiglio comunale e senza che la Giunta abbia mai voluto perseguire azioni di responsabilità verso i responsabili di tali debiti.
Sicuramente io non lo avrei fatto, avrei premuto l’acceleratore sui temi ambientali, sulla lotta all’inceneritore, sulla revisione dei piani urbanistici ereditati dalla precedente amministrazione. Il sindaco invece ha frenato sui temi forti della città. Non ha voluto toccare quelli che l’assessore ha spesso chiamato i diritti acquisiti. Ma anche le pensioni d’oro e i vitalizi dei parlamentari sono diritti acquisiti ma non sono certo giusti. I diritti acquisiti si devono fermare nel momento in cui vanno contro la giustizia sociale e l’interesse pubblico della collettività.
Questa Giunta fa finta di non vedere ma in realtà non vuole vedere, fa finta di non sentire ma in realtà non vuole sentire. Non vuole sentire la disperazione di 90 persone senza casa e senza un tetto e che vivono silenziosamente sotto i ponti ma intanto spende 1milione e 300 mila euro per ampliare il marciapiede di via Mazzini. I lavori previsti a febbraio. E’ un discorso di scelte e di scale di priorità completamente rovesciate. Tutto questo è semplicemente vergognare!
In ogni attività è stato dato il cattivo esempio, un esempio antitetico al programma 5 stelle di Parma.
• Un cattivo esempio sulle legittime scelte del bilancio (si doveva fare di più per l’ambiente e per il sociale)
• Un cattivo esempio sulla gestione del territorio
• Un cattivo esempio sulla pessima modalità di gestione dei rifiuti
• Un cattivo esempio sulla mobilità, basta vedere lo smantellamento della TEP
• Un cattivo esempio sul consolidamento di Iren sul territorio grazie anche al consenso del sindaco sulla governane di Iren con allora una maggioranza dei sindaci del PD al controllo.
Il piano strutturale comunale
Pensare alla fine di un mandato di voler cambiare il piano strutturale comunale è semplicemente inutile. Nessuna possibilità di completare l’iter del piano urbanistico che prevede fra l’altro almeno un passaggio istituzionale per l’adozione e per la successiva approvazione con tempi tecnici stabiliti dalla legge.
Quando si usano termini come città compatta, ricucitura del tessuto urbano o altri fraseggi fritti misti allora siamo alle comiche finali. Le istituzioni come un’enorme friggitoria di chiacchiere.
Occorreva invece una vera pianificazione con la città, che andava adottata da giugno 2012. Lo dissi varie volte al Sindaco e ad Alinovi.
Non vollero ascoltare andando avanti per la loro strada e non arrestando il consumo di suolo, nonostante l’ampia disponibilità edilizia già esistente.
L’assessore all’urbanistica in questi anni è andato in direzione contraria al programma 5 stelle; cito solo alcuni punti per rendere l’idea:
– accettazione di tutti i PUA facendo da tubo digerente della precedente Giunta
– autorizzazione di nuovi centri commerciali a Baganzola ed ex Bormioli,
– una strada a 4 corsi inutile fra SPIP e Bogolese
– 5 anni senza fare niente per gli abusi del Torrente Baganza,
– l’autorizzazione di un fabbricato in uno degli ultimi terreni agricoli di Parma, il Polo Lubiana ricordate doveva essere urgentissimo e fatto in pochi mesi. Andate a vedere a che punto è, non è stato fatto niente;
– la realizzazione di una biblioteca pubblica in una delle poche aree verdi rimaste nel quartiere Pablo quando vi erano edifici limitrofi vuoti ed inutilizzati, la chiusura dell’anello della tangenziale a est, completamente inutile)
– un’altra colata di cemento per la riqualificazione dell’aeroporto.
Alla fine il programma 5 stelle è stato tradito da questa maggioranza orfana di valori come pianificazione partecipata o bilancio partecipativo. E’ emblematico il festeggiamento con cena di gala al Ponte Nord realizzato con volumi edilizi inutili e di fatto “abusivi”. Ricordo che questo comune ha chiesto la sanatoria del ponte Nord chiedendo di fatto di legalizzare un abuso edilizio e in pratica sdoganando il concetto che chi non rispetta la legge è più furbo di chi la rispetta. Un messaggio tipico della cultura mafiosa.
Poi l’assessore vuol far passare la storia dei 4 mln di m2 di terreno urbanizzato ritornato agricolo.
Il consumo di suolo si misura con la variazione fra crescita dell’area urbanizzata e riduzione dell’area di suolo agricolo. Normalmente l’espansione urbana avviene su suoli agricoli attraverso cambi di destinazione d’uso delle aree, indicati nel piano regolatore generale. Il consumo di suolo agricolo si concretizza con la costruzione di opere edilizie e di opere di urbanizzazione primaria. Non esiste il processo inverso.
Pochi giorni di ruspe e betoniere e un suolo coltivato e curato per secoli viene distrutto ed urbanizzato. Il suolo è infatti è è una pellicola che avvolge il pianeta che ha uno spessore di pochi cm, è un organo vitale ed un laboratorio di energia e materia prima che dà vita a tutto quel che c’è sopra. Rifare il suolo dopo che è stato urbanizzato non è possibile almeno non in tempi umani.
Il suolo, una volta urbanizzato non può tornare come prima poiché impiega secoli prima di rigenerarsi. Il suolo si forma attraverso lunghi processi ed è quindi una risorsa non rinnovabile mentre i processi di urbanizzazione e di espansione urbana sono irreversibili.
Il suolo urbanizzato è quasi sempre quello migliore ed è la nostra assicurazione sul futuro: il futuro paesaggistico, agricolo, ambientale, turistico e di sequestro di CO2.
Fine prima parte