Si può senz’ombra di dubbio affermare che oggi in Italia, Parma ne è un degno esempio, esiste una crisi della rappresentanza politica. I politici attualmente al potere non rappresentano minimamente la quotidianità della cittadinanza.
Scherzando col mondo della fisica si potrebbe arrivare ad affermare che l’energia profusa per rincorrere il potere, una volta raggiunto, si trasforma non in energia del cambiamento ma in energia della conservazione della cadrega. Da quel momento ci si dimentica semplicemente di quel che è stato e spesso ci si barrica a palazzo avocando a sé trombettieri e prosseneti.
Ma allora oggi in Italia cosa potrebbe fare la politica, a partire da quella locale, per cercare di rappresentare davvero in modo reale il paese? Qual è oggi il senso del politico per la città?
Io non lo so ma si potrebbe iniziare col rispettare le promesse elettorali. Ovvero non solo dire ciò che si farà ma fare ciò che si è detto. Mantenere le promesse del programma elettorale altro non è che il rispetto del patto dei politici con la città. Si chiama coerenza.
Io ad esempio, se fossi al governo di una città in piena crisi economica, ambientale, etica e valoriale, proporrei in modo forte e chiaro il referendum come mezzo per cambiare davvero i regolamenti comunali spesso oscuri e ambigui proprio per mantenere lo status quo. Si potrebbe partire dal bilancio partecipativo attraverso una consultazione diretta della città. Oppure con una vera pianificazione partecipata del piano regolatore urbanistico (che a Parma si chiama PSC, piano strutturale comunale).
I politici invece hanno la pretesa di portare avanti ciò che ritengono sia giusto spesso infischiandosene delle promesse elettorali.
Il ruolo del politico deve essere anche e soprattutto quello di indicare una direzione che porti ad una autonomia di pensiero e che porti ad una consapevolezza dei cittadini di poter incidere davvero nella vita della comunità.
Occorre ascoltare i cittadini, chiedere la loro opinione sulla gestione dei soldi pubblici. Ma anche cosa ne pensano della gestione della raccolta dei rifiuti, della mobilità pubblica e dei suoi costi esorbitanti; cosa ne pensano del senso di sicurezza ormai ai minimi storici dai tempi del dopoguerra, della totale mancanza di lavoro dei nostri giovani e dell’assenza della pubblica amministrazione nell’affrontare questo dramma che coinvolge la quasi totalità delle famiglie; occorre chiedere ai cittadini cosa ne pensano nel mancato rispetto costituzionale a garantire la possibilità di una casa per tutti come un diritto alla dignità di ogni essere umano. Occorre chiedere ai cittadini cosa ne pensano del cantiere che partirà in autunno per la realizzazione di uno dei più grandi centri commerciali della regione e che porterà probabilmente alla chiusura di molti negozi di vicinato senza che il comune faccia o dica davvero qualcosa di utile.
Certo molti temi locali possono essere affrontati solo partendo da una strategia nazionale ma i comuni devono farsi carico di attivarsi con tutte le forze possibili e gestendo in maniera prioritaria tali temi, togliendo dai primi posti dell’agenda istituzionale i tagli dei nastri di opere che non si finiranno mai o che sono spesso finte e inutili (vedasi il Ponte Nord costato 25 mln di euro e dopo 4 anni senza destinazione se non quella di improbabile dormitorio per disperati senza tetto).
Oggi io so che i partiti hanno un ruolo ridomandante e autoperpetuante. I loro compito dovrebbe essere ridotto a vantaggio della popolazione o di movimenti che ne rappresentino degnamente le istanze reali e non virtuali.
Prospettive
Occorre pertanto che i cittadini disegnino, insieme a rappresentanti degni, la prospettiva di un governo locale fatto di buon senso e di azioni semplici, portate avanti attraverso una trasparenza radicale. Solo così si possono davvero cambiare le cose e non assistere più all’alternanza di giunte considerate tubi digerenti delle passate amministrazioni.
Ora si tratta di alzare lo sguardo verso il futuro di una città che è migliore rispetto agli attuali politici che l’amministrano.
Occorre immaginazione per vedere una città con un senso maggiore di comunità e che sia davvero più sicura e serena.
Occorre sapere scegliere tra le varie possibilità che ci vengono offerte.
Occorre immaginarla bene la nostra città, il nostro territorio e il nostro ambiente troppo spesso umiliato.
Avere questo tipo di visione richiede coraggio e impegno, ma ci offre la speranza di poter capire che le decisioni che prendiamo oggi si confermeranno giuste per il futuro della nostra città.
Fabrizio Savani – Movimento 5 Stelle Parma
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