Parma una città senza nome

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In questo periodo in città a Parma dovrebbero partire i lavori di cura per gli alberi in vista dell’imminente stagione primaverile. Ecco allora che occorre ricordare il rispetto del Regolamento del verde pubblico che fissa i criteri per le potature e vieta le capitozzature ovvero quelle amputazioni alle piante che portano spesso alla loro morte.
Molti alberi non sono stati potati e pertanto si presenteranno gli stessi problemi che si sono manifestati lo scorso anno quando, insieme a tanti cittadini indignati dall’ignavia del Comune, sono riuscito a salvare 160 kaki potati male e destinati all’abbattimento da parte dell’Assessorato all’Ambiente.
Parma è piena di atti di cialtroneria ambientale perpetrati ai danni degli alberi. Abbiamo i gelsi capitozzati della zona di Via Newton, le piante abbattute in Via Barilli, gli alberi capitozzati in Via Nobel, gli alberi abbattuti al Parco Ducale, quelli abbattuti in Via Picedi Benettini e in Via Pellizzari, gli alberi abbattuti a Baganzola, gli alberi abbattuti in Via Burla.
Decine di segnalazioni mi sono giunte in questi anni da parte di cittadini sull’abbattimento o sulla capitozzatura di alberi. All’inizio mandavo le segnalazioni all’assessore Folli e suoi dirigenti ma non avevo risposta o avevo risposte evasive. Poi ho compreso che si tratta dell’ennesima prova della insensibilità di questa amministrazione impermeabile al grido di dolore dell’ambiente e alle segnalazioni dei cittadini.
Del resto cosa possiamo aspettarci da un sindaco che dichiara che ci sono troppi parchi a Parma o da una assessore che voleva ammazzare i citati kaki perché fanno i frutti. Cosa ci si può attendere da un’amministrazione che usa il Pardo Ducale, uno dei parchi storici più belli d’Italia come un parcheggio automobilistico durante la manifestazione delle Mille Miglia. Per non parlare dello scandalo del parco di via Jacobs dove di fatto si voleva concedere ad usi privati aree verdi a destinazione pubblica. Temo che la stessa sorte toccherà al Parco Ferrari.
Anche i mille alberi piantati, dichiarati dall’Assessore all’Urbanistica nel 2013 e frutto della monetizzazione del taglio di piante da parte di privati non sono poi stati accuditi ed innaffiati. La logica conseguenza è che molti sono di loro sono morti.
Cosa dire infine della biblioteca di Alice che verrà realizzata su un’area verde, una delle poche rimaste nel quartiere Pablo mentre a poca distanza si trovano edifici dismessi pronti per essere riqualificati. Tanti altri esempi si potrebbero citare e che fanno parte ormai nella storia recente di questa città.
A novembre dello scorso anno ho presentato una richiesta di accesso agli atti sui i lavori di riqualificazione del parco di Villa Parma e sui relativi abbattimenti di alberi. Nessuna risposta. Ho presentato una ulteriore richiesta di accesso agli atti sui costi e sulle responsabilità di chi voleva abbattere 160 alberi in centro storico. In tutta Italia si cerca di togliere le auto dai centri storici ma a Parma si vogliono invece togliere gli alberi. Queste richieste di accesso agli atti mi sono state ad oggi negate. Si tratta di una forma arrogante di gestione antidemocratica della macchina comunale.
Questa gente che si è ritrovata quasi per caso a fare l’assessore si ostina a non capire che un albero è una rappresentazione della Natura. Chi ammazza un albero offende la Natura e chi capitozza un albero bestemmia verso l’ambiente. Un albero è una testimonianza ambientale e valoriale con le radici nel passato e le braccia protese vero il futuro. Degradarlo a mero oggetto urbanistico è un affronto al diritto naturale di fruizione del paesaggio e del territorio sancito anche dalla Costituzione della Repubblica Italiana.
Manca amore per il territorio e i suoi 4 elementi. Parma sta diventando una città senza nome. A Parma c’è bisogno di aria nuova, scorgo il respiro del vento dietro le dune.

La bella città addormenta nella nebbia

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C’era una volta una città vissuta per 5 anni senza visione, addormentata e resa sciatta dal “maleficio politico” di una Giunta senza futuro. Oggi io penso che il futuro della città non debba essere previsto. Parma non ha bisogno di ipotetici “sciamani”  che dispensano previsioni astrali.
Il futuro del M5S a Parma non deve essere previsto. Il futuro del M5S a Parma deve essere creato.
Il futuro del M5S a Parma deve essere creato alieno da “lupi travestiti da agnelli”.
Il futuro del M5S a Parma deve essere alieno da chi sostiene la Giunta attuale.
Il futuro del M5S a Parma deve essere alieno da chi sostiene l’attuale maggioranza politica a Parma.
Chi appoggia il sindaco di Parma non può appoggiare il 5 stelle e non può essere un Consigliere 5 stelle a Parma e non può fare una lista 5 stelle a Parma. Essere del Movimento 5 Stelle vuole dire essere coerenti col programma elettorale, vuole dire non tradire il patto coi cittadini stretto con la città durante la campagna elettorale. Il 5 stelle è trasparenza, coerenza, partecipazione. Chi abbandona questa strada e rincorre altri lidi fa un favore al Movimento andandosene. Rappresentanti istituzionali che “esondano”, che strepitano, che urlano sembrando forsennati durante un incontro coi cittadini non fanno parte per natura del M5 Stelle. La partecipazione non è un circo dove più gente entra e più belve si vedono.
Il futuro del M5S a Parma deve essere alieno da coloro che dichiarano una cosa e fanno il contrario il giorno dopo, che ti fanno il sorriso e ti “pugnalano” nel web.
Il futuro del M5S a Parma va creato alzando lo sguardo verso una città che è migliore rispetto agli attuali politici che l’hanno amministrata fino ad ora. Occorre immaginazione per vedere Parma con un senso maggiore di comunità, che sia più sicura e che rispetti il territorio. Avere questo tipo di visione richiede coraggio e impegno, ma ci offre la speranza di poter capire che le decisioni che prendiamo oggi si confermeranno giuste per il futuro della nostra città.
A Parma c’è gente confusa e penso che in generale non ci sia solo bisogno di tornare ai valori della buona politica; penso invece che ci sia bisogno anche di tornare a pensare!

Fonte foto: Albo 76 Deserto bianco

 

la città di Hamelin

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C’era una volta la voglia di cambiamento

Ecco la favola di un gruppo di amici che volevamo aiutare la città ma che rimasero “schiacciati” dall’immaturità politica, dai personalismi e dal generale tradimento delle promesse elettorali.
In un gruppo politico le responsabilità sono condivise e il Sindaco rappresenta il successo di un progetto. Ma sono i Consiglieri che devono guidare l’esecutivo verso il rispetto del mandato elettorale.

Nelle cronache politiche si narra che i primi cedimenti si ebbero già al ballottaggio senza riuscire a gestire quei primi attimi, fra il sogno e la veglia, quei primi atteggiamenti autoritari prodromici del trasformismo partitico.

Le migliori intenzioni e le promesse di fare bene si sciolsero come neve al sole una volta giunti a palazzo a causa dell’ego di una sola persona che “spezzò” le velleità della maggioranza.
Tutta l’esperienza precedente e i legami relazionali, valoriali e politici furono falcidiati e il programma elettorale ben presto accantonato. Mentre Parma e l’Italia osservavano con incredulità l’avventura pentastellata come l’inizio di un vero cambiamento, qualcuno di noi capì ben presto che la situazione era ormai irrimediabilmente compromessa.

Ora dopo quasi cinque anni anche i cittadini, i quartieri, le strade financo i sanpietrini del centro storico, sanno di essere stati traditi dall’arroganza di un capo di turno e dalla rinuncia dei Consiglieri di maggioranza all’azione politica e di controllo.

Nel 2012 si vinsero le elezioni grazie al fallimento altrui che lasciarono debiti e disastri. La forza dei 5 stelle di Parma erano facce pulite e fedine penali intonse. In realtà noi perfetti sconosciuti vincemmo grazie a Beppe Grillo. Questo il Sindaco lo dimenticò il giorno stesso della vittoria. Le chiavi del Palazzo furono consegnate al neo eletto dal Commissario Prefettizio che aveva già indicato la direzione da seguire. La neo compagine governativa usò infatti come unica stella polare il mero criterio ragionieristico attraverso l’equilibrio di bilancio con tasse al massimo per i cittadini ed una politica ambientale, sociale ed urbanistica ridotta al lumicino.

Il sistema mediatico pur di attaccare il M5S, ha sfruttato la disponibilità di un sindaco con un ego troppo grande per una singola città e che è sembrato intraprendere un ruolo di messaggero divino. Parma, il Sindaco e la diatriba con Grillo erano conditi nei vari talk show locali e nazionali. Un politico per caso era diventato opinionista grazie all’esposizione televisiva e alle sue frequenti bordate contro il 5 stelle.

Anche in ambito locale i cittadini di Parma hanno tristemente assistito a diatribe mediatiche nel Consiglio comunale, nelle Commissioni consiliari, nelle conferenze stampa e nei rapporti coi giornalisti, paragonabili alle scene dell’avanspettacolo.

Il risultato di questi varietà è sotto gli occhi di tutti. La qualità di vita dei cittadini è peggiorata: meno servizi, una città con una crisi economica che perdura, un’assenza di una visione e di un progetto politici.  L’idea di città, disegnata nel programma divenuto “Linee Programmatiche di Mandato”, è stata cancellata dal Sindaco responsabile di aver usato le sue elevate doti di statista mettendo da parte il programma elettorale.

Oggi io so che a maggio 2012 gli industriali e i media cittadini attaccavano “ferocemente” il 5 stelle locale; oggi invece sono sostenitori del Sindaco uscente mentre sono sorti numerosi comitati spontanei di cittadini che protestano sotto i Portici del Grano del Municipio comunale.

“Partono tutti incendiari e fieri ma quando arrivano sono tutti pompieri” cantava il poeta di Crotone. E’ tutto così il mandato di uno che considero politicamente fra i peggiori sindaci del dopo guerra italiano.

Un mandato di annunci dicotomici: dai rifiuti alla democrazia partecipata, dalle internalizzazioni dei servizi alle sue esternalizzazioni, dalla presunta lotta al termo alla sua accensione, dalla volontà di rinnovare da subito il piano urbanistico a un piano ipotetico che prevede l’ampliamento dell’aeroporto e dei servizi afferenti oltre alla salvaguardia della capacità edificatoria dello SPIP 2, dalla volontà di ridurre lo smog di una città fra le più inquinate in Europa alla totale assenza di una seria strategia di lotta per combattere questo dramma ambientale.

Ora il “sindaco per caso” dichiara che si ricandida per “non lasciare a metà un buon lavoro” e presenta un video propaganda dove appare solo. Transita davanti a scenari della precedente amministrazione quasi per legittimarne l’eredità politica: la nuova Stazione dai costi faraonici, il Teatro dei dialetti, opera incompiuta apparsa ricenatemene anche su “Striscia la notizia”, il Viale Toschi riqualificato dai “precedenti”.

Io non lo so ma penso che alla fine si possa affermare che in questi anni, coloro che sono entrati nelle stanze del Comune per caso e non per merito hanno volutamente estraniato i cittadini dalla partecipazione politica tanto promessa in campagna elettorale e hanno “pugnalato” alle spalle Beppe Grillo che ha costruito la vittoria elettorale a Parma.

La condotta dei componenti della maggioranza è stata quasi sempre quella di “sagome politiche”, elementi che con un atteggiamento ignavo non hanno mai voluto calarsi nel ruolo del consigliere delegando in toto l’azione politica alla Giunta.

L’esperienza di Consigliere comunale in Comune a Parma mi ha insegnato che svolgere correttamente il proprio ruolo è arduo. Occorrono competenze specifiche per studiare tutti gli atti che devi approvare. Tutto questo ti corrode il tempo, il lavoro, le relazioni e la qualità della vita. Spesso gli atti sono talmente complessi che un gruppo politico privo di consulenti non può svolgere adeguatamente il mandato.

Il mio impegno in Comune si è concentrato sui temi ambientali all’insegna della trasparenza radicale, della legalità e della salvaguardia del territorio. Tutto questo dava fastidio e appena si è presentata l’occasione, la maggioranza mi ha rimosso dal ruolo di Presidente della Commissione Ambiente. La mia azione di rendere trasparente la gestione dei rifiuti e l’iter dell’inceneritore con una dettagliata relazione approvata all’unanimità dal Consiglio comunale ma di fatto mai attuata, è stata considerata uno “sgarro politico”.

Per fortuna il mio percorso politico di trasparenza e legalità è stato riconosciuto e considerato dal Movimento 5 Stelle come un valore. Io ho intrapreso il sentiero meno battuto. Ed è per questo che sono diverso.

Ecco cosa resta di questo mandato. Il ricordo di una stagione, virgulti attorno al falò effimero del virtuale che compiono azioni senza assumersi la responsabilità politiche delle conseguenze.
Il futuro governo della città non potrà più fondarsi sulla “teoria del darwinismo digitale” dove sopravvive chi è più presuntuoso ed incline ad alzare la voce e ai dileggi.

Oggi io so che si deve alzare lo sguardo verso il futuro di una città che è migliore rispetto agli attuali politici che la amministrano. Occorre immaginazione per vedere Parma con un senso maggiore di comunità, che sia più sicura e che rispetti il territorio. Avere questo tipo di visione richiede coraggio e impegno, ma ci offre la speranza di poter capire che le decisioni che prendiamo oggi si confermeranno giuste per il futuro della nostra città.

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I sassi di Parma

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Il 31 gennaio 2017, in Consiglio comunale è stata discussa la proposta di delibera inerente la variante generale del Piano delle attività estrattive del Comune. Si tratta in sostanza del piano delle attività estrattive (PAE) delle cave di ghiaia all’interno del territorio comunale. Il piano prevede una diminuzione delle quantità di ghiaia estratta, tarato in riferimento alle manifestazioni di interesse da parte dei privati.

Ovviamente le quantità potenzialmente estraibili sono ridotte rispetto all’attuale piano approvato nel 2006. Tuttavia la superficie totale delle aree di estrazioni (definiti tecnicamente ambiti comunali e pluricomunali o poli) viene di fatto ridefinita sulla scorta di un piano antecedente che prevedeva una bulimia edificatoria e infrastrutturale che mi ricorda il film “Le mani sulla città”.

Ora il consumo di suolo va fermato in tutti gli ambiti e in tutti i settori. Definire delle aree di estrazione anche su campi coltivabili è un vero e proprio consumo di suolo. L’Emilia Romagna è fra le regioni col più alto tasso di cementificazione e con un elevato rischio sismico e geologico. Occorre pertanto preservare l’ambiente anche con una divulgazione culturale del piano delle attività estrattive discusso in Consiglio comunale.

Anche nell’Assemblea comunale di ieri è mancata un’idonea condivisione e un’idonea comunicazione. Basti pensare che non sono state presentate delle tavole grafiche che evidenziassero le differenze fra il vecchio e il nuovo piano estrattivo o l’individuazione delle nuove aree di scavo. Non è stata data la documentazione adeguata ai consiglieri per analizzare la proposta di delibera; proposta presentata in Commissione ambiente il giorno prima della seduta consigliare. Ovvero zero rispetto verso i consiglieri da parte della Giunta. Da notare anche che il PAE doveva essere approvato entro la fine del 2010, oltre sei anni or sono, come risulta dalla prima pagina della delibera citata.

Un richiamo ai controlli delle estrazioni di ghiaia risulta fondamentale per tutelare il territorio. I funzionari comunali hanno evidenziato la tipologia dei controlli per le escavazioni. Si inizia con le perizie giurate del direttore dei lavori (come se un giuramento potesse fermare ipotetici malintenzionati). Poi si passa ai controlli casuali o su segnalazioni, alcuni controlli su scavi abusivi, controlli su mancanze di cancelli di chiusure delle cave, su recinzioni rotte o divelte o su mancanze delle condizioni di sicurezza sui luoghi di lavoro nei cantieri.

Nulla è stato detto invece sugli efficaci controlli delle attività di estrazione nelle cave di ghiaia. Mi riferisco ai controlli con battute topografiche, con uso di GPS dei punti fissi delle zone scavate anche con l’ausilio di droni di monitoraggio oppure ai controlli degli invasi (cave finite e riempite con acqua) con rilievi batimetrici dei fondali. Ma soprattutto nulla è stato detto in Consiglio comunale sugli eventuali controlli dei camion e della documentazione di trasporto. Non è stata evidenziata alcuna regolamentazione dei via vai dei camion. Nulla. Io chiesto invano quali erano i vari controlli specifici senza di fatto avere una risposta adeguata.

Io allora mi chiedo come si faccia a ridurre il rischio da guadagno di un potenziale e perverso rapporto fra rifiuti e ghiaia. L’Italia è una groviera di cave riempite di “rudo” civile e industriale. Non è una favola ma la triste realtà e non capita solo nel meridione ma in tutto il Bel Paese.

Le cave infatti sono un terreno appetibile per la criminalità organizzata. Le attività estrattive sono fra le azione antropica più impattante sull’ambiente e la contraddizione politica di questa Giunta, è data dalla mancanza di sensibilità su tale aspetto. Si accettano le autocertificazioni relative alle quantità dei materiali estratti senza verificarle onde evitare un danno ambientale e anche un eventuale danno erariale. Mi come fa in genere una maggioranza politica che pare disattenta sulle cave, sulla tutela del territorio e del verde pubblico, millantare il credito di associazioni cosiddette virtuose? Io non lo so ma penso che si tratti di azioni che sfociano nel cosiddetto greenwashing, ovvero costruire un’immagine positiva non veritiera.

Si deve allora essere preparati, con un ufficio strutturato e competente e che pianifichi controlli con metodi e strumenti adeguati.

Occorrerebbe che l’azione politica della Giunta valorizzasse il lavoro dei dipendenti comunali e la meritocrazia, leva necessaria per sollevare una serie di controlli mirati, capillari ed efficaci.
Sapete quanti sono i vigili ambientali deputati al controllo delle cave di ghiaia nel Comune di Parma? Sono 3. Tre vigili per controllare una potenzialità di scavo del nuovo piano di estrazione ghiaia di circa 6 milioni di metri cubi (ovvero 300.000 camion di movimentazione ghiaia da 20 metri cubi!). Ecco io penso che una Giunta che non dia una corretta dignità lavorativa ai suoi dipendenti non debba dirigere l’amministrazione cittadina.

Ricordo che sembra non ci sia un contesto migliore per coloro che vogliano delinquere e che potrebbero arrivare presto anche in città. Tale contesto è rappresentato dal rapporto che intercorre tra i “pochi controlli” e i “facili guadagni”.
E’ quindi indispensabile che Comune e società abbiano e adottino quegli anticorpi funzionali che ostacolino eventuali infiltrazioni criminali.
La criminalità organizzata non è lontana e non si trova dall’altra parte della Luna. E’ alle porte di Parma. Ricordo che il comune di Brescello è stato sciolto per mafia; uno scioglimento arrivato il 20 aprile 2016, firmato dal Ministro dell’Interno Angelino Alfano e controfirmato dal Capo dello Stato Sergio Mattarella. (Fonte)

Ho provato in sintesi a dire tutto questo ieri, in Consiglio comunale. La proposta di delibera è passata senza il minimo intoppo o ripensamento.

“Almeno ci ho provato xx–xx, almeno ci ho provato”

(R. P. McMurphy).