Ancora alberi abbattuti a Parma

Oggi hanno abbattuto svariati Prunus alti anche fino a otto metri in Viale Dei Mille a Parma. Alberi apparentemente sani ma forse giudicati vecchi, malati o pericolosi sono stati sradicati per lasciar spazio a giovani piante. Vorrei chiedere al comune il motivo di questo gesto per me orribile.

Da anni in città si parla di consumo di suolo e di salvaguardia dell’ambiente ma non si discute mai di qualità della vita e di come cambiare stile di vita. Ecco allora che pare normale abbattere alberi per ripiantarne altri, più piccoli e tutti uguali. Piante belle, ordinate che non sporcano. Non è bello infatti avere alberi adulti con ampie fronde che sporcano in estate con fiori e frutta e d’autunno con foglie secche.

Ma che senso ha eliminare piante vive e adulte? Non si potevano togliere solo quelle necessarie? Ma è possibile che gli alberi di una strada siano tutti pericolosi, morti o malati? Sicuramente poi queste giovani piante andranno innaffiate ed accudite per almeno tre anni a differenza degli alberi adulti che sono sicuramente più resistenti. Avete mai visto innaffiare regolarmente le piante in città quest’estate? Se si devono mettere a dimora degli alberi e poi non innaffiarli tanto vale non piantarli neppure. E’ sempre molto triste vedere infatti un albero che muore.

Basterebbe solo ricordare di trovarsi di fronte ad un essere vivente e senziente.
L’anno scorso sono riuscito a salvare insieme a tanti cittadini 160 alberi di kaki che il comune voleva abbattere perché facevano i frutti che cadendo sporcavano la strada.

Ora ci risiamo. Altre piante abbattute senza un motivo apparentemente plausibile. Eppure tutto questo ha un costo. Costi economici, costi ambientali, costi e rischi della sicurezza sul lavoro.
Penso allora che dobbiamo renderci conto che noi esseri umani insieme alle piante e agli animali siamo in un unico barcone che cerca di non affondare nel futuro della nostra terra; ma la differenza è che gli alberi possono fare benissimo a meno di noi ma noi senza gli alberi non possiamo vivere. Pare comunque che ci siano ancora molte persone che siano convinti che l’uomo possa vivere di plastica, automobili, isole ecologiche, centri commerciali, e che si siano dimenticate le lezioni alle elementari dove viene insegnato ai bambini che l’uomo vive grazie alla fotosintesi clorofilliana.

Questo ennesimo evento luttuoso nei confronti del vede della città, passato ancora una volta in silenzio, mi ha fatto tornare alla memoria vari eventi e battaglie di questi ultimi anni che mi hanno visto a volte spettatore e a volte attore.
E’ arrivato l’inceneritore, sono arrivati gli innumerevoli debiti fuori bilancio, i nuovi centri commerciali, una situazione deficitaria del verde urbano, un inquinamento cittadino senza più alcun freno.
Un bel giorno arrivato tutto questo e non c’è rimasto più nessuno a protestare.

 

Esposto alla Procura della Repubblica sugli abusi del Torrente Baganza

Il 31 Maggio 2017 mi sono recato alla Procura della Repubblica di Parma per depositare un esposto sugli abusi all’interno del Torrente Baganza.
Da trent’anni sono presenti baracche e volumi edilizi abusivi all’interno dell’alveo del torrente Baganza che insistono su terreni inedificabili.
Durante il mio mandato elettorale ho cercato di dare impulso, nell’ambito del mio ruolo istituzionale, alle attività amministrative necessarie alla demolizione delle opere abusive e al ripristino dello stato dei luoghi rilevando un’inerzia protrattasi negli anni che per la maggior parte dei casi non è ancora stata risolta.
Per questo ho chiesto alla Procura della Repubblica di disporre gli opportuni accertamenti valutando gli eventuali profili di illiceità penale in ordine ai fatti esposti e, nel caso, individuare i possibili responsabili e procedere nei loro confronti.
A novembre 2016 l’Assessorato all’Urbanistica ha risposto ad una mia interrogazione presentata cinque mesi prima (che ho girato alla Procura) dove ponevo una serie di domande fra le quali i nomi dei funzionari che si sono avvicendati negli ultimi trent’anni e che dovevano intraprendere tutti le azioni necessarie per demolire gli abusi in questione.
Spero che emergano finalmente i meriti dei vari dipendenti comunali che hanno lavorato a tali pratiche soprattutto sotto questa Giunta che si era vantata di portare un vento di cambiamento e di legalità. “Zefiro torna, e ‘l bel tempo rimena”. (Chiedo scusa a Petrarca per l’accostamento)
Oggi, 5 Giugno, è la giornata mondiale dell’Ambiente con un tema preciso per quest’anno: il rapporto fra le persone e la Natura.
Eco io penso che fino a quando i politici rimarranno con lo sguardo rivolto al loro piccolo mandato quinquennale  continuando a navigare nell’immobilismo della pubblica amministrazione allora il rapporto fra persone e Natura continuerà di fatto ad essere portato avanti solo ed esclusivamente da cittadini volenterosi (salvataggio dei kaki docet).

Fonte foto

Alluvione – indagati il Sindaco e 4 dirigenti (giugno 2016 – Gazzetta di Parma)

Altri insediamenti commerciali in vista a Parma

Martedì 28 marzo 2017 in Consiglio comunale a Parma è stata presentata una proposta di delibera sui criteri qualitativi per le autorizzazioni per insediamenti commerciali con superficie fino a 2.500 metri quadrati ovvero nuovi edifici commerciali fino a 50 m per lato. Si tratta in sintesi di misurare la sostenibilità delle nuove domande di autorizzazione all’apertura di medie strutture di vendita attraverso tre serie di indicatori: impatto da incremento di superficie, impatto occupazionale, impatto ambientale.

La delibera in questione con allegato l’ennesimo regolamento da 21 pagine di questa amministrazione di stampo “neo bizantina” individua le compensazioni di tali impatti.
Per gli impatti occupazionali derivanti da nuovi insediamenti commerciali entrano ad esempio in fattore positivo la possibilità di passare da contratti a tempo determinato a quelli a tempo indeterminato.

Ma ora viene il bello! Le misure di compensazione per le caratteristiche di sostenibilità edilizia, ambientale, ed energetica prevedono le seguenti azioni per i nuovi insediamenti commerciali: uso di mezzi a basso impatto ambientale; uso di mezzi elettrici per la consegna a domicilio della spesa dei clienti; promozione di campagne informative per l’uso delle linee di trasporto pubblico locale.

Non si parla di calcolo obbligatorio dell’impronta ecologica o di quante anidride carbonica (CO2) venga immessa nell’ambiente per la realizzazione di queste nuove strutture commerciali o per la loro gestione. Non si parla in questa delibera di analisi del ciclo di vita dei nuovi edifici commerciali che verranno realizzati a Parma ovvero quanto inquinamento viene emesso per realizzare i prodotti dia costruzione di questi volumi edilizi, per farli funzionare e infine per dismetterli una volta arrivati a fine vita. Questi calcoli analitici inseriti nel programma elettorale che ha permesso al Movimento 5 Stelle di vincere le elezioni a Parma sono utili per individuare il vero inquinamento prodotto da questi fabbricati consumatori di suolo e sono anche utili per calcolare come compensare le emissioni aggiunte all’ambiente cittadino già fortemente compromesso.

Ma andando oltre a queste considerazioni di tipo tecnico, alla fine, qual è la compensazione ambientale per il consumo di suolo?
Io non lo so ma a me sembra che tali compensazioni siano in continuità con gli oneri della città pubblica o con gli extra oneri già presenti dalle giunte precedenti. In sostanza sembra davvero che tutto cambi perché tutto rimanga immutabile. Sembra di assistere alla stessa politica delle passate amministrazioni.

L’ambiente ancora una volta a Parma, città della Food Valley, viene disgregato, sezionato e compensato economicamente (ovvero soldi).
Io mi chiedo come si può compensare la vita di un albero a favore di un parcheggio magari piantando un altro albero. Come si può compensare l’ammazzamento di un albero per ampliare un parcheggio e poi come compensazione piantare un altro albero. Tutto questo non c’entra niente con la delibera in questione ma l’approccio culturale verso l’ambiente è questo. Gli impatti ambientali si quantificano con azioni che hanno un costo. La politica ambientale a Parma oggi ricorda un’arida stagione bianca.

Alla fine a dire il vero, tutte queste storie sembrano composte solo da parole che si depositano lentamente sul fondo del mare delle promesse mancate. Dopo 5 anni infatti si riparla ancora di nuove aree ad uso commerciale. Nel 2012 scrivevo articoli sull’esubero di centri commerciali sparsi per la città ed oggi mi ritrovo a riscrivere articoli su nuovi centri commerciali che verranno realizzati a Parma dopo un lustro di amministrazione che doveva portare tante belle novità. Infatti s’è visto.

E’ vero quanto diceva martedì un collega in Consiglio comunale; non abbiamo due stomaci per mangiare tutto quello che ci viene propinato. Non possiamo infatti fare la spesa 4 volte al giorno per sostenere tutti gli insediamenti commerciali presenti e futuri. Si perché sono previsti altri punti vendita fino a 2.500 metri quadrati se ancora qualcuno non lo avesse capito! Lo avete letto sui giornali?

Oggi io so e ribadisco che il consumo di suolo viene compensato economicamente. Con tanti saluti al nuovo piano regolatore generale (PSC) con consumo suolo sotto zero. “Certo! Disponibile al confronto (d’accordo) nella misura in cui” cantava il poeta di Crotone. Ecco, mi sembra allora che tutto torni.
Ogni cittadino dotato di buon senso può farsi una sua opinione osservando diversi edifici commerciali che sembrano “case coloniali scrostate ormai come chiese”.

Ricordo che questa amministrazione non è stata eletta per dare la stura a nuovi insediamenti commerciali. Questo non era scritto nel programma elettorale che ricordo rappresenta il patto che i politici siglano coi cittadini.

Certo mi si può contestare il fatto che si tratta di nuovi insediamenti commerciali il cui iter burocratico di approvazione è iniziato nelle precedenti amministrazioni e che quindi si tratta di diritti acquisiti. Ma ogni piano urbanistico attuativo anche se pensato in precedenza, può essere ridiscusso. E poi cosa vuol dire diritti acquisiti? Anche i vitalizi dei parlamentari o le pensioni d’oro sono dei diritti acquisiti. Ma si tratta di diritti che sono ritenuti ingiusti per ogni cittadino dotato di mero buon senso. Ma qualcuno a Parma pensa ancora che ci sia bisogno di nuovi mega negozi da 2.500 mq l’uno? Davvero qualcuno pensa che per compensare tali edifici sia sufficiente dotarsi di qualche auto elettrica? Io non lo so ma secondo me qui si esonda nell’assurdo.

Ho alla fine votato contro a questa delibera in quanto la giunta ducale doveva avere molto più coraggio e determinazione nell’approccio politico verso queste potenzialità insediative. Occorrevano misure draconiane e non dei pannicelli caldi per affrontare la questione del consumo di suolo e dell’inquinamento prodotto da realizzazione di nuovi volumi edilizi.

A me sembra che di fatto l’amministrazione comunale rimane inerme politicamente sia per le medie strutture di vendita sia e soprattutto per le grandi strutture di vendita. Ricordo che sotto questa giunta partirà a breve uno dei più grandi centri commerciali dell’Italia del nord.

La verità giuridica è che i PUA produttivi (lottizzazioni) sono strumenti urbanistici facoltativi (non obbligatori). Tali insediamenti edificatori sono il frutto di accurate analisi volte a definire bene il fabbisogno della città in funzione di un loro corretto dimensionamento, pena l’illegittimità della delibera comunale che li approva. Ma quanti centri commerciali ha bisogno Parma per capire che con c’è più bisogno di tali insediamenti?

Spero bene per Parma e vorrei che i cittadini spegnessero finalmente il falò inquinante delle vanità.

Parma una città senza nome

467

In questo periodo in città a Parma dovrebbero partire i lavori di cura per gli alberi in vista dell’imminente stagione primaverile. Ecco allora che occorre ricordare il rispetto del Regolamento del verde pubblico che fissa i criteri per le potature e vieta le capitozzature ovvero quelle amputazioni alle piante che portano spesso alla loro morte.
Molti alberi non sono stati potati e pertanto si presenteranno gli stessi problemi che si sono manifestati lo scorso anno quando, insieme a tanti cittadini indignati dall’ignavia del Comune, sono riuscito a salvare 160 kaki potati male e destinati all’abbattimento da parte dell’Assessorato all’Ambiente.
Parma è piena di atti di cialtroneria ambientale perpetrati ai danni degli alberi. Abbiamo i gelsi capitozzati della zona di Via Newton, le piante abbattute in Via Barilli, gli alberi capitozzati in Via Nobel, gli alberi abbattuti al Parco Ducale, quelli abbattuti in Via Picedi Benettini e in Via Pellizzari, gli alberi abbattuti a Baganzola, gli alberi abbattuti in Via Burla.
Decine di segnalazioni mi sono giunte in questi anni da parte di cittadini sull’abbattimento o sulla capitozzatura di alberi. All’inizio mandavo le segnalazioni all’assessore Folli e suoi dirigenti ma non avevo risposta o avevo risposte evasive. Poi ho compreso che si tratta dell’ennesima prova della insensibilità di questa amministrazione impermeabile al grido di dolore dell’ambiente e alle segnalazioni dei cittadini.
Del resto cosa possiamo aspettarci da un sindaco che dichiara che ci sono troppi parchi a Parma o da una assessore che voleva ammazzare i citati kaki perché fanno i frutti. Cosa ci si può attendere da un’amministrazione che usa il Pardo Ducale, uno dei parchi storici più belli d’Italia come un parcheggio automobilistico durante la manifestazione delle Mille Miglia. Per non parlare dello scandalo del parco di via Jacobs dove di fatto si voleva concedere ad usi privati aree verdi a destinazione pubblica. Temo che la stessa sorte toccherà al Parco Ferrari.
Anche i mille alberi piantati, dichiarati dall’Assessore all’Urbanistica nel 2013 e frutto della monetizzazione del taglio di piante da parte di privati non sono poi stati accuditi ed innaffiati. La logica conseguenza è che molti sono di loro sono morti.
Cosa dire infine della biblioteca di Alice che verrà realizzata su un’area verde, una delle poche rimaste nel quartiere Pablo mentre a poca distanza si trovano edifici dismessi pronti per essere riqualificati. Tanti altri esempi si potrebbero citare e che fanno parte ormai nella storia recente di questa città.
A novembre dello scorso anno ho presentato una richiesta di accesso agli atti sui i lavori di riqualificazione del parco di Villa Parma e sui relativi abbattimenti di alberi. Nessuna risposta. Ho presentato una ulteriore richiesta di accesso agli atti sui costi e sulle responsabilità di chi voleva abbattere 160 alberi in centro storico. In tutta Italia si cerca di togliere le auto dai centri storici ma a Parma si vogliono invece togliere gli alberi. Queste richieste di accesso agli atti mi sono state ad oggi negate. Si tratta di una forma arrogante di gestione antidemocratica della macchina comunale.
Questa gente che si è ritrovata quasi per caso a fare l’assessore si ostina a non capire che un albero è una rappresentazione della Natura. Chi ammazza un albero offende la Natura e chi capitozza un albero bestemmia verso l’ambiente. Un albero è una testimonianza ambientale e valoriale con le radici nel passato e le braccia protese vero il futuro. Degradarlo a mero oggetto urbanistico è un affronto al diritto naturale di fruizione del paesaggio e del territorio sancito anche dalla Costituzione della Repubblica Italiana.
Manca amore per il territorio e i suoi 4 elementi. Parma sta diventando una città senza nome. A Parma c’è bisogno di aria nuova, scorgo il respiro del vento dietro le dune.

I sassi di Parma

img_20150221_095317

Il 31 gennaio 2017, in Consiglio comunale è stata discussa la proposta di delibera inerente la variante generale del Piano delle attività estrattive del Comune. Si tratta in sostanza del piano delle attività estrattive (PAE) delle cave di ghiaia all’interno del territorio comunale. Il piano prevede una diminuzione delle quantità di ghiaia estratta, tarato in riferimento alle manifestazioni di interesse da parte dei privati.

Ovviamente le quantità potenzialmente estraibili sono ridotte rispetto all’attuale piano approvato nel 2006. Tuttavia la superficie totale delle aree di estrazioni (definiti tecnicamente ambiti comunali e pluricomunali o poli) viene di fatto ridefinita sulla scorta di un piano antecedente che prevedeva una bulimia edificatoria e infrastrutturale che mi ricorda il film “Le mani sulla città”.

Ora il consumo di suolo va fermato in tutti gli ambiti e in tutti i settori. Definire delle aree di estrazione anche su campi coltivabili è un vero e proprio consumo di suolo. L’Emilia Romagna è fra le regioni col più alto tasso di cementificazione e con un elevato rischio sismico e geologico. Occorre pertanto preservare l’ambiente anche con una divulgazione culturale del piano delle attività estrattive discusso in Consiglio comunale.

Anche nell’Assemblea comunale di ieri è mancata un’idonea condivisione e un’idonea comunicazione. Basti pensare che non sono state presentate delle tavole grafiche che evidenziassero le differenze fra il vecchio e il nuovo piano estrattivo o l’individuazione delle nuove aree di scavo. Non è stata data la documentazione adeguata ai consiglieri per analizzare la proposta di delibera; proposta presentata in Commissione ambiente il giorno prima della seduta consigliare. Ovvero zero rispetto verso i consiglieri da parte della Giunta. Da notare anche che il PAE doveva essere approvato entro la fine del 2010, oltre sei anni or sono, come risulta dalla prima pagina della delibera citata.

Un richiamo ai controlli delle estrazioni di ghiaia risulta fondamentale per tutelare il territorio. I funzionari comunali hanno evidenziato la tipologia dei controlli per le escavazioni. Si inizia con le perizie giurate del direttore dei lavori (come se un giuramento potesse fermare ipotetici malintenzionati). Poi si passa ai controlli casuali o su segnalazioni, alcuni controlli su scavi abusivi, controlli su mancanze di cancelli di chiusure delle cave, su recinzioni rotte o divelte o su mancanze delle condizioni di sicurezza sui luoghi di lavoro nei cantieri.

Nulla è stato detto invece sugli efficaci controlli delle attività di estrazione nelle cave di ghiaia. Mi riferisco ai controlli con battute topografiche, con uso di GPS dei punti fissi delle zone scavate anche con l’ausilio di droni di monitoraggio oppure ai controlli degli invasi (cave finite e riempite con acqua) con rilievi batimetrici dei fondali. Ma soprattutto nulla è stato detto in Consiglio comunale sugli eventuali controlli dei camion e della documentazione di trasporto. Non è stata evidenziata alcuna regolamentazione dei via vai dei camion. Nulla. Io chiesto invano quali erano i vari controlli specifici senza di fatto avere una risposta adeguata.

Io allora mi chiedo come si faccia a ridurre il rischio da guadagno di un potenziale e perverso rapporto fra rifiuti e ghiaia. L’Italia è una groviera di cave riempite di “rudo” civile e industriale. Non è una favola ma la triste realtà e non capita solo nel meridione ma in tutto il Bel Paese.

Le cave infatti sono un terreno appetibile per la criminalità organizzata. Le attività estrattive sono fra le azione antropica più impattante sull’ambiente e la contraddizione politica di questa Giunta, è data dalla mancanza di sensibilità su tale aspetto. Si accettano le autocertificazioni relative alle quantità dei materiali estratti senza verificarle onde evitare un danno ambientale e anche un eventuale danno erariale. Mi come fa in genere una maggioranza politica che pare disattenta sulle cave, sulla tutela del territorio e del verde pubblico, millantare il credito di associazioni cosiddette virtuose? Io non lo so ma penso che si tratti di azioni che sfociano nel cosiddetto greenwashing, ovvero costruire un’immagine positiva non veritiera.

Si deve allora essere preparati, con un ufficio strutturato e competente e che pianifichi controlli con metodi e strumenti adeguati.

Occorrerebbe che l’azione politica della Giunta valorizzasse il lavoro dei dipendenti comunali e la meritocrazia, leva necessaria per sollevare una serie di controlli mirati, capillari ed efficaci.
Sapete quanti sono i vigili ambientali deputati al controllo delle cave di ghiaia nel Comune di Parma? Sono 3. Tre vigili per controllare una potenzialità di scavo del nuovo piano di estrazione ghiaia di circa 6 milioni di metri cubi (ovvero 300.000 camion di movimentazione ghiaia da 20 metri cubi!). Ecco io penso che una Giunta che non dia una corretta dignità lavorativa ai suoi dipendenti non debba dirigere l’amministrazione cittadina.

Ricordo che sembra non ci sia un contesto migliore per coloro che vogliano delinquere e che potrebbero arrivare presto anche in città. Tale contesto è rappresentato dal rapporto che intercorre tra i “pochi controlli” e i “facili guadagni”.
E’ quindi indispensabile che Comune e società abbiano e adottino quegli anticorpi funzionali che ostacolino eventuali infiltrazioni criminali.
La criminalità organizzata non è lontana e non si trova dall’altra parte della Luna. E’ alle porte di Parma. Ricordo che il comune di Brescello è stato sciolto per mafia; uno scioglimento arrivato il 20 aprile 2016, firmato dal Ministro dell’Interno Angelino Alfano e controfirmato dal Capo dello Stato Sergio Mattarella. (Fonte)

Ho provato in sintesi a dire tutto questo ieri, in Consiglio comunale. La proposta di delibera è passata senza il minimo intoppo o ripensamento.

“Almeno ci ho provato xx–xx, almeno ci ho provato”

(R. P. McMurphy).

La favola della Casa degli Animali

favole

C’era una volta Il 2 dicembre 2016.

Dopo anni di attesa infatti è arrivata in Commissione Ambiente la bozza del regolamento del polo integrato degli amici animali a 4 zampe.

Come un principe col suo destriero l’assessore all’Ambiente è arrivato al castello della buropazzia comunale, si è impegnato ad ascoltare le associazioni di volontari che assistono gli animali ogni giorno dell’anno e si è impegnato a portare una nuova bozza del regolamento con le osservazioni dei cittadini amanti degli animali.

Il variegato e colorato mondo dei volontari e delle associazioni ambientaliste che curano gli animali è un patrimonio per la città spesso scarsamente considerato da questa Giunta fiabesca.

Affermare che il regolamento di gestione del polo integrato è stato condiviso dai volontari e dai cittadini penso sia una favola che non incanti più nemmeno gli abitanti del fantabosco.

Spero che presto arrivi una nuova Commissione per condividere un servizio con la città e per la città. Spero che l’assessore mantenga le promesse. Spero che passi un minimo di condivisione altrimenti sarà l’ennesima prova muscolare di una Giunta ormai alla frutta.

Sarebbe bello che i bambini di Parma raccontassero le fiabe ai nostri amici a 4 zampe, quelli tristi perché un tempo maltrattati o perché abbandonati.

Questo sarebbe un bel progetto e non la favelle contate da alcuni politici che forse pensano di essere dei pifferai magici. Ma a Parma invece abbiamo degli statisti che decideranno il meglio per i nostri amati animali, come no!

Spero bene per Parma. Spero che la gente priva di empatia ambientale “sparisca” presto come d’incanto.

fonte foto

La storia dei kaki – Basta poco, cambiare si può

raccolto-002   festa-racc-urbano_frutta_urbana-002

Un gruppo di cittadini ed alcune associazioni ambientaliste sono riusciti a dimostrare che basta poco per tutelare il patrimonio ambientale di Parma e che si può agire laddove il comune non riesce a fare il proprio mestiere.

Siamo riusciti a salvare la maggioranza dei 163 kaki che la pubblica amministrazione voleva abbattere (purtroppo una quindicina di piante il comune le aveva già ammazzate) evidenziando questo reato ambientale in Consiglio comunale. L’intento infatti del settore ambiente del comune e del suo assessore era quello di abbattere le piante in quanto i frutti cadendo sporcavano il marciapiede e la strada, durante il periodo di fruttificazione che dura circa un paio di settimane.

Il costo previsto era di 40.000 € per abbattere le piante e per la loro eventuale ed improbabile ri piantumazione (tutta da decidere dato i tempi geologici della burocrazia).
Armato di un raccogli frutta e di uno svettatoio ho dimostrato che con pochi soldi e poco tempo ci si poteva organizzare e raccogliere i frutti coinvolgendo cittadini ed associazioni.

Alcune associazioni di Parma hanno aderito all’appello che ho lanciato ed hanno organizzato la prima festa del raccolto urbano a Parma patrocinata dal Comune che finalmente ha capito di aver commesso un grave errore ambientale ed ha patrocinato questa festa. La nostra idea era di promuovere nelle strade della città un sano senso di comunità e di adesione alla tutela del verde a Parma e all’attenzione alla salvaguardia del patrimonio arboreo cittadino.

Ora rimane da capire quali siano state le responsabilità in ambito dirigenziale e chi abbia autorizzato lo stanziamento di una cifra enorme per un ‘azione che andava contro il mero buon senso. Sarebbe auspicabile che questa somma venisse utilizzata per portare avanti un’azione di tutela ambientale (in un parco o in una zona degradata della periferia).

Il mondo dell’associazionismo ha dimostrato che basta poco e che cambiare si può e che partendo dalla segnalazione di un cittadino si può e si deve stare sempre all’erta. Il verde a Parma è sempre maltrattato dal mondo della politica locale ma fortunatamente sono anche presenti delle sentinelle ambientali costituite da cittadini che vigilano nelle strade per combattere battaglie giuste come quella della guerra dei kaki.

Certo adesso il Comune deve tornare a fare il suo mestiere e controllare che la manutenzione del verde e la pulizia delle strade vengano correttamente eseguite, come da appalto in corso, anche mandando dei funzionari a controllare le strade.

I cittadini e le associazioni possono promuovere azioni virtuose e favorire eventi per stimolare la città e l’amministrazione. Ma non possono certo fare gli operatori ecologici al posto del comune.
Ancora grazie quindi al municipio che si è avveduto e ha patrocinato la festa del raccolto urbano.

Ora attendiamo che il comune ritorni a far pulire le strade agli operatori incaricati magari spiegandolo anche a quelle fazioni patetiche che imprecano contro chiunque stimoli la Giunta ad agire.

Un saluto e tanti kaki di fine anno!

Il Piano di Mobilità Sostenibile a Parma

cattura

A novembre 2016 è stato approvato in Consiglio comunale il Piano Urbano di mobilità sostenibile. L’acronimo PUMS sembra il rumore del tubo di scappamento di un autobus a gasolio quando parte e sbuffa con una nuvoletta di fumo nero: “Pums, ciga bum ciga bum, ciga bum, pums!”
Scherzi a parte, si tratta di un documento previsto dalla legge 340/2000 che individua la visione della città in termini di mobilità nel periodo 2015-2025.
Il piano presentato in Consiglio dall’assessore alla mobilità è ben documentato ed è il frutto del lavoro di specialisti con strategie e programmi decisi altrove e molti anni fa. In sostanza è un documento che si basa sul recepimento di direttive europee. Nulla di originale e davvero innovativo per Parma.

Ecco di seguito alcune considerazione su tale documento di programmazione.
Il comune prevede di installare alcune colonnine di ricarica per le auto elettriche, ma occorrerebbero incentivi per comprare le auto elettriche medesime, specie quelle piccole. Un progetto di mobilità sostenibile capillare e tecnologicamente all’avanguardia creerebbe molte posizioni professionali d’alto livello: basterebbe dirigere su questi settori gli imponenti investimenti destinati alle grandi opere stradali ahimà previste anche a Parma, simbolo della vecchia mobilità insostenibile.
Ora nel PUMS si fa riferimento alla realizzazione del corridoio TI-BRE. In pratica non è stata valutata l’incidenza che tale asse di viabilità avrà nel sito dei Fontanili di Viarolo uno dei siti di Natura 2.000.

Inoltre tale opera che serviva come compensazione del passaggio della TIBRE nel territorio del Comune di Parma viene in pratica legittimato inserendolo nel PUMS. Il comune si è sempre dichiarato contro la TIBRE ma con questo passaggio in pratica ne sancisce l’approvazione.

A Baganzola si realizzerà uno dei più grandi centri commerciali dell’Italia settentrionale. Non è stata valutata all’interno del PUMS l’incidenza della strada di accesso al centro che dovrebbe essere una strada a 4 corsie. Inoltre non è stato valutato l’apporto di 7 milioni di visitatori all’anno previsti nel centro commerciale Circa 20.000 clienti al giorno (sabato e domenica compresi).

Non sembra siano stati analizzati nel dettaglio nemmeno i collegamenti con le frazioni e i paesini limitrofi spesso collegate attraverso strade ad alta percorribilità e ad alta velocità automobilistica (quali ad esempio la Strada Statale Asolana SS 304, Via Spezia, Via Traversetolo, Via Cremonese, Via Langhirano).

Per quanto riguarda i mobility menager (figura obbligatoria per le ditta con oltre 800 dipendenti) non sono stati previsti degli incontri con le realtà produttive e del terziario per cercare di favorire accordi sulla mobilità per le piccole aziende al di sotto degli 800 dipendenti (dato che la stragrande maggioranza delle persone lavora in aziende con pochi dipendenti).

La stima dei costi delle opere a corredo del PUMS è di circa 153 mln €. Mi chiedo quanto valga la nuova stazione ferroviaria che si vuole realizzare allo SPIP.
E’ previsto anche un aumento del costo dei parcheggi per disincentivare l’uso dell’automobile in città.
Nessuna previsione inoltre per la valutazione d’incidenza della inutile bretella fra lo SPIP e Bogolese; altro consumo di suolo.

Consumo del suolo inutile come inutile è la chiusura dell’anello della tangenziale est di Parma in zona ex salamini. E’ un tratto di strada che non ho mai visto congestionato ma il comune intraprende un’altra opera destinata a durare anni e a mettere a dure prova la pazienza degli automobilisti di Parma che dovranno fare per anni lunghe code per il cantiere in corso.

Non è stato eseguito alcun calcolo della impronta ecologica della visione del PUMS. In pratica non sappiamo quante emissioni di gas serra (negative) si produrranno per realizzare i lavori (strade, parcheggi, opere infrastrutturali, altro cemento) per la mobilità sostenibile che serve per risparmiare le emissioni di gas serra (positive). Come dire più la spesa che la resa (altrimenti avrebbero calcolato l’impronta ecologica, fra l’altro indicata nelle linee programmatiche del comune, chissà se sono mai state lette davvero).

Nessuno incontro neppure coi dirigenti scolastici (presidi) delle scuole superiori per favorire il deflusso veloce ed ordinato degli studenti che escono ad orari diversi e che si accalcano negli autobus negli orari di punta.

La valutazione ambientale strategica (altro documento a corredo del PUMS) è stata eseguita in modo coerente con l’attuale piano strutturale comunale (PSC ovvero il piano regolatore generale per intenderci). Sembra strano ma non è stato eseguito in previsione dell’imminente PSC e non è neppure stato eseguito in previsione della nuova norma regionale urbanistica anch’essa di imminente varo. Strano ma vero.

Nei parcheggi scambiatori non sono stati individuati delle pensiline con pannelli fotovoltaici che alimentino delle future colonnine per auto e bici elettriche come in molte città italiane. Era previsto nel programma elettorale. Feci un piano di fattibilità per il comune che lo ricevette e lo cestinò. Un altro caso emblematico della immobilità progettuale in senso di mobilità sostenibile e di aumento dell’uso di risorse energetiche rinnovabili da parte di questa Giunta.

Altro mistero non sondato nel PUMS. Ma che giro fanno i camion che da Reggio vanno al PAIP (acronimo del termo) a portare il rudo da bruciare proveniente da Reggio? Come verranno regolati i giri di camion che danzeranno per le strade che portano al PAIP nei prossimi decenni? Il Comune non ha minimamente valutato la possibilità di farli transitare via rotaia come chiesto da me e da Nuzzo mesi or sono al sindaco. Ovviamente non è arrivata alcuna risposta.

Alcune proposte per migliorare il PUMS
Infine invece di parlare di mobilità sostenibile occorrerebbe parlare di sostenibilità ecologica come dice Esterling o di comunità umane sostenibili.
Non si devono preservare solamente le risorse per le generazioni future ma si deve tutelare l’abbondanza e la bellezza della Terra per le generazioni presenti e future come dice la Carta della Terra
Ecco allora che si deve incentivare l’uso della bici anche nel settore pubblico come avviene in Francia. Si potrebbe dare anche pochi centesimi a km per chi usa la bici nel tratto casa lavoro. Sarebbe un modo per promuovere un percorso virtuoso verso la sostenibilità.
Il bike sharing. Penso che per Parma il servizio debba essere gratuito per i residenti. Viviamo in un periodo di profonda crisi ambientale e favorire le piccole azioni quotidiane dei cittadini che pagano le tariffe al massimo per i servizi forniti dal comune non manderà certo in crisi il bilancio della città.

Occorre da subito il pronto bus anche per lo SPIP e per i centri commerciali tramite un accordo diretto fra Comune e GDO (gruppi di distribuzione organizzata). Molte persone a Parma sono anziane e si deve favorire anche la loro mobilità. Pensiamo che bello sarebbe se gli anziani potessero recarsi da casa a far la spesa e poi un servizio come il pronto bus li riaccompagnasse a casa con le borse della spesa!

Occorre incentivare il piedi bus già attivo in molti paesi della provincia e in tante città più a misura d’uomo. Occorre una visione davvero ecologica con una intelligenza ambientale, ovvero la capacità di adattarsi al territorio senza depredarlo del suolo e senza ulteriori inquinamenti inutili con azioni di green washing. Spero bene per il territorio di Parma. Spero che la Giunta si muova in modo sostenibile magari verso la direzione che la porta a casa.

SOSPESO L’ABBATTIMENTO DEI KAKI

img-20161126-wa0002         img_20161126_100738

Ho appena ricevuto dal Comune la bella notizia che i lavori di abbattimento dei kaki sono stati sospesi!

Alla fine sembra che quest’amministrazione si sia accorta dell’atto di killeraggio ambientale rappresentato dall’ammazzamento degli  alberi di Parma.

Dopo la mia presa di pozione, dopo che due associazioni ambientaliste (sodales e fruttorti) e diversi cittadini si erano attivati per la raccolta dei frutti, la Giunta ha fatto marcia indietro.

Ora insieme ai cittadini e alle associazioni proporremo un’azione di raccolta organizzata e permanente che dia un senso di comunità fra le persone e che salvaguardi il patrimonio ambientale di Parma.

Abbiamo dimostrato che  con pochi soldi si possono eseguire dei lavori all’insegna del buon senso e della pratica, elementi ormai da tempo alieni ai politici di professione.

Ringrazio vivamente i cittadini di Via Cremona, i cittadini di Via Cocconelli, Antonio presidente di Sodales e Franceesca referente di Fruttorti. Un grazie a tutti coloro che a titolo personale e a nome della nostra città hanno partecipato a questa azione di salvataggio degli alberi di kaki.

Grazie anche alla Giunta che si è ravveduta sperando che ora lo faccia anche per l’inceneritore.

 

Parma Repubblica

Gazzetta di Parma

Parma Report

Troppi kaki a Parma, il Comune ci ricasca

wp_20161126_10_30_24_pro

Ancora consumo di suolo nonostante tutto

logo2Il 16 luglio 2012 ho presentato in Consiglio Comunale una mozione dove si invitava la Giunta Comunale e il Sindaco a intraprendere un censimento attraverso un apposito questionario per avere un quadro certo dei dati e progettare insieme città più vivibili, risparmiare suolo agricolo, tutelare e riqualificare il paesaggio. Inoltre ho chiesto quanti siano i fabbricati vuoti e non utilizzati e quante siano le aree edificabili.
Queste domande sono il frutto della campagna nazionale denominata “Salviamo il Paesaggio e difendiamo i Territori” che ha l’obiettivo di far ridurre il consumo di territorio attraverso una sua attenta gestione. L’iniziativa è nata da un’idea del Forum Italiano dei Movimenti per la Terra e per il Paesaggio, un gruppo di associazioni e cittadini che intende perseguire un unico obiettivo, quello di salvare il paesaggio e il territorio italiano dalla deregolamentazione e dal cemento selvaggio.
Pensavo che l’amministrazione ducale recepisse immediatamente il messaggio. Evidentemente non era così.
Il Comune ha impiegato infatti quasi un anno per rispondere, in data 07 marzo 2013, in modo incompleto e compilando circa metà del questionario.
Ad oggi sto ancora aspettando una risposta completa.
Nel frattempo in questo periodo l’assessore all’Urbanistica presenta ai Consiglieri il nuovo piano urbanistico (PSC).
Come si possa presentare un nuovo piano urbanistico alla città senza un passaggio formale di adozione ed autorizzazione in Consiglio comunale, rimane un mistero. In pratica si parla di aria fritta. Le istituzioni utilizzate come una enorme friggitoria.
Il Comune afferma che viene ribadito il no al consumo di suolo e il sì alla riqualificazione e rigenerazione urbana. Strana idea del no al consumo di suolo per la Giunta di Parma.
Ricordo che il Consiglio comunale ha di fatto autorizzato l’edificazione di un fabbricato in uno degli ultimi appezzamenti agricoli presenti in città ed ha avvallato tutti i centri commerciali che sono stati sottoposti a delibera in Sala Consiliare.
Invece per me il consumo di suolo è questo: è sufficiente che nel lotto di terreno vi sia il cambio di destinazione d’uso del suolo da agricolo ad edificabile. Il percorso inverso semplicemente non esiste. Il percorso inverso si chiama riqualificazione e non rigenerazione come qualcuno da quattro anni a questa parte vuole farci credere.
Lo possiamo chiamare anche recupero delle aree dismesse ma non venitemi a dire che non è consumo agricolo. Quando la città occupa la campagna è difficile che la città sparisca per magia come in un incantesimo magari per dar spazio nuovamente alla campagna. Io non sono un urbanista e non ho mai fatto neanche l’assessore. Applico solo il mero buon senso.

Ma quando si usano termini come città compatta, ricucitura del tessuto urbano o altri fraseggi fritti misti allora siamo alle comiche finali. Le istituzioni come un’enorme friggitoria di chiacchiere.
Pensare alla fine di un mandato di voler cambiare il piano strutturale comunale è semplicemente imbarazzante oltre che inutile. Nessuna possibilità di completare l’iter del piano urbanistico che prevede fra l’altro almeno un passaggio istituzionale per l’adozione e per la successiva approvazione con tempi tecnici stabiliti dalla legge.
Ma tutto questo nella retorica politica viene abilmente sottaciuto.
Occorreva invece una pianificazione con la città, che andava adottata con immediatezza, appena dopo la vittoria elettorale del 2012, per scongiurare ciò che sta purtroppo accadendo, ovvero che si lasci che i piani urbanistici siano realizzati lontano dai bisogni effettivi della comunità e prevedano un ulteriore consumo di suolo, nonostante l’ampia disponibilità edilizia già esistente.
Alla fine il programma 5 stelle, tradito politicamente da questa maggioranza orfana di valori come pianificazione partecipata o bilancio partecipativo, andrà avanti per la sua strada realizzando strade inutili, rimanendo inerme davanti all’esecuzione di centri commerciali e festeggiando con cene di gala volumi edilizi inutili e di fatto “abusivi” come ad esempio il ponte nord.
E’ importante ricordare questi passaggi quando sarà il momento di votare per evitare di essere di nuovo presi per il naso.

Fonte foto

Scattate con Lumia Selfie

Fabrizio Savani

Una considerazione sulla legionella

Nell'infografica realizzata da Centimetri la scheda della Legionella. ANSA/CENTIMETRI

In questi giorni i cittadini di Parma si sono tristemente resi conto una volta di più dell’inadeguatezza dell’amministrazione comunale a gestire un problema sanitario drammatico come quello del caso legionella.
E’ passato oltre un mese da quando si sono manifestati i primi casi fino al giorno della prima assemblea pubblica con la presenza del Sindaco di Parma, massima autorità sanitaria locale.
Sicuramente è una situazione complessa e non è questo il momento per le polemiche e gli attacchi politici. Bisogna pensare alla salute delle persone ed affrontare il problema in modo rapido e serio.
Ho provato con un amico che abita nei pressi di Via Montebello a capire la genesi di questa situazione. Non sono un medico e non ho la pretesa di trovare la soluzione ma provo a fare delle considerazioni che forse potrebbero essere utili.
Provo a partire dalla bomba d’acqua del 17 settembre scorso; pioveva con un vento fortissimo e con una pioggia quasi orizzontale che entrava dai serramenti.
L’acqua piovana potrebbe essere filtrata all’interno di alcuni macchinari (U.T.A. – unità trattamento aria) posizionati sui tetti di edifici adiacenti alla “Zona Rossa ” dell’epidemia.
Nei giorni successivi la temperatura dell’aria era decisamente al di sopra della norma e può avere innescato, nei ristagni interni alle macchine, la proliferazione del batterio. Probabilmente il ristagno è avvenuto nei canali di espulsione dell’aria che, tramite potenti i ventilatori, possono avere veicolato nell’aria esterna il batterio attraverso un aerosol. Successivamente il ristagno può essersi drasticamente ridotto od asciugato poiché i potenti ventilatori lavorano in continuo h 24. Forse è anche per questo che il picco del numero dei casi sembra essere diminuito
Auguro all’unità di crisi di lavorare al meglio per la città e per uscire alla svelta da questa emergenza che ha potato notevoli disagi e preoccupazioni e purtroppo diversi lutti nella nostra comunità.

Fonte foto

Il senso del PAIP per il Comune

matthew-mcconaughey-irriconoscibile-nella

Sulla stampa on line (*) e cartacea (**) compare la notizia che L’Agenzia anti corruzione di Raffaele Cantone, nella sua relazione sull’attività svolta nel 2015, considera l’inceneritore di Parma come un’opera privata di interesse pubblico.
La conseguenza, si legge, è che Iren dovrà pagare al Comune gli oneri di urbanizzazione legati alla realizzazione dell’inceneritore di Ugozzolo pari a circa 2 milioni di euro.
Personalmente penso che siano belle notizie. Mi dispiace però evidenziare che sono vecchie di almeno due anni!
Già perché la Commissione Ambiente del Comune di Parma aveva eseguito un controllo sull’attività amministrativa comunale relativa all’iter del termo i cui lavori erano sintetizzati in un documento che aveva evidenziato già a luglio 2014 tutte le criticità che ora stanno via via emergendo.
Tale relazione era un allegato alla delibera del Consiglio Comunale di Ottobre 2014 approvata all’unanimità con il plauso della Giunta pseudo stellata. Quattro mesi per portare in Consiglio un lavoro così importante evidenzia come politicamente lo stesso fosse osteggiato dall’amministrazione comunale.
Bastava semplicemente leggere le carte. Si sarebbe infatti potuto apprendere che il PAIP era considerato come opera privata di interesse pubblico e che pertanto l’amministrazione avrebbe dovuto fare il possibile per ottenere gli oneri di urbanizzazione.
Anche le Sentenze che in questi anni si sono succedute rilevano dei passaggi fondamentali e a volte imbarazzanti per la pubblica amministrazione.
Certo bisogna mettersi lì e incominciare a studiare gli atti.
A titolo esemplificativo cito due passaggi. Il primo è quello a pag. 21 della sentenza TAR del 16/1/2014 n. 4/2014: “Che l’opera in questione, come già evidenziato, sia privata è testimoniato dal fatto che la necessaria variante al POC (piano operativo comunale ndr) è stata adottata dal Comune; viceversa se si fosse trattato di opera pubblica, sarebbe stata adottata dalla Provincia ex art. 17, c. 3, LR 9/99”
L’altro passaggio significativo (ma ce ne sono tanti basta prendersi la briga di leggere la relazione citata sui lavori della Commissione Ambiente) è quello a pag. 8 della sentenza TAR Parma n. 92/2014 del 27/3/2014 e che di fatto evidenza la condotta del Comune sull’iter amministrativo del PAIP: “in linea di principio, la colpa della pubblica Amministrazione viene ravvisata nella violazione dei canoni di imparzialità, correttezza e buona Amministrazione, ovvero in negligenza, omissioni o errori interpretativi di norme, ritenuti non scusabili, in ragione dell’interesse giuridicamente protetto di colui che instaura un rapporto con l’Amministrazione.“
In quattro anni il termo non solo non è stato chiuso ma si è corso il rischio che aumentasse la potenzialità dei rifiuti da bruciare.
Chi è stato eletto per farlo chiudere è ancora al suo posto assieme a chi è stato nominato per cercare in modo legittimo di ostacolarlo. Nessuno di questi ha mai chiesto scusa ai cittadini.
Io non lo so ma penso che ci sia sempre più bisogno a Parma di persone che dicano ciò che fanno e che facciano ciò che hanno detto.
In altre parole c’è bisogno di un nuovo respiro per l’ambiente di Parma. Basta poco, cambiare si può.

(*) Parma Repubblica – Rosso Parma – Parma Quotidiano

(**) Gazzetta di Parma di Domenica 07/08/2016

Mentre il mondo sta girando senza fretta

IMG_0551

La sera dell’8 giugno 2016 mi sono recato al Pablo ad assistere alla presentazione pubblica della nuova biblioteca di Alice.

Gli Assessori Alinovi, Ferraris, Paci oltre ad uno dei progettisti, hanno presentato alcuni elaborati dell’edificio che verrà realizzato al Parco Golese, una piccola area di verde pubblico nel quartiere. E’ consuetudine dei politici esibire immagini accattivanti per promuovere le proprie azioni cercando di indirizzare politicamente l’opinione pubblica.

L’area d’intervento occuperà quasi tutto il verde esistente che sarà opportunamente recintato.

L’Assessore Alinovi ha scelto l’incarico fiduciario diretto per disegnare la nuova biblioteca, un progetto definitivo utile ad istruire il bando di gara per l’impresa che risulterà aggiudicatrice e che quindi realizzerà l’intervento.

In precedenza la biblioteca era all’interno della scuola Racagni poi demolita e ricostruita. Nel nuovo edificio scolastico non è stata volutamente inserita ed ora occuperà un’area verde pubblica.

Anche in questa situazione l’Amministrazione si è mossa a mio avviso superficialmente e in direzione opposta alle promesse elettorali.

All’incontro della serata scorsa i cittadini hanno evidenziato che, dopo quattro anni, gli assessori si sono presentati con un progetto definitivo senza averlo minimamente condiviso precedentemente coi cittadini.

L’amministrazione comunale invece di promuovere una pianificazione partecipata della biblioteca (come scritto nero su bianco nel programma 5 stelle della città) è riuscita a formare due fazioni contrapposte fra cittadini a tutela di un’area verde e cittadini a sostegno della biblioteca.

Il 5 stelle a Parma aveva promesso di non consumare suolo ma di rigenerare l’esistente. Era scritto nel programma elettorale ovvero nel patto coi cittadini che ci hanno votato.

L’Assessore Alinovi ha invece  evidenziato, in sintesi, che una biblioteca su un’area verde rappresenta un intervento di rigenerazione urbana. Come portavoce dei valori del vero movimento 5 stelle ho provato a spiegare che il verde pubblico, uno degli standard urbanistici, (paragonabili ai diritti di urbanizzazione minima per ogni quartiere della città) non può essere brillantemente soppresso con un parcheggio e un fabbricato in modo così semplice.

Sarebbe stato sufficiente che, all’inizio del mandato elettorale, l’amministrazione promuovesse (anche con un passaggio in Consiglio Comunale) la volontà di recuperare le aree già urbanizzate ma abbandonate e sottoutilizzate e chiedesse ai cittadini dove collocare le nuove opere pubbliche. Se nel quartiere Pablo non erano presenti fabbricati pubblici idonei, gli stessi si potevano ricercare con accordi precisi anche fra quelli privati, appunto abbandonati e degradati. Durante l’incontro della sera scorsa sono emerse tali possibilità e l’amministrazione si è presa l’impegno di verificarle.

Io non lo so ma penso che ormai siamo fuori tempo massimo e i lavori inizieranno a breve. Si costruirà ancora in città sacrificando una delle pochissime aree verdi del quartiere. La giustificazione è stata anche quella di dire che l’area era degradata e quindi era giusto riqualificarla costruendoci sopra! Che è come dire: brucia la casa, mi è rimasto un secchio d’acqua e che faccio? La uso per farmi una doccia.

La biblioteca, l’ho detto in pubblico, è bella, bello il progetto, bella l’idea di mantenerla nel quartiere. Ma il  vero problema è che è stata la Giunta a volere la biblioteca in quell’unica area verde esistente, togliendola ai cittadini ed affermando infine che così si riqualifica il quartiere.

Nessuna condivisione coi cittadini, nessun ripensamento, nessuna vera sintonia con il programma 5 stelle di Parma.

Bastava parlare con la città, prima di presentare il progetto definitivo, ed ora ci sarebbe una biblioteca altrove (sempre al Pablo) ed un’area verde viva, esistente e pubblica. Dove andranno i bambini a giocare?

In questi anni, lo dico con amarezza, penso che nell’amministrazione sia mancata una sorta di negoziazione di posizione con lo scopo di umanizzare gli interlocutori e spingere le parti a chiedersi effettivamente quale sia il problema per poi cercare di trovare una soluzione condivisa. Invece le decisioni sembrano sempre calate dall’alto, prima di aver ascoltato le ragioni degli altri, e con la convinzione di avere la soluzione in tasca.

Il ruolo di un politico è invece quello di avere una visione lungimirante e coerente coi programmi e coi valori. Io forse mi sbaglio ma non mi sembra giusto che i politici programmino interventi a fine mandato per migliorare la loro immagine in vista della campagna elettorale. Mi trovo fuori posto in questo modo di fare di politica.

 

Ma il Comune
dice che però la città è moderna
non ci devi far caso
se il cemento ti chiude anche il naso,
la nevrosi è di moda:
chi non l’ha ripudiato sarà.

(da “Un albero di trenta piani” – Adriano Celentano)

Fonte foto

In un paese normale

Verti Giulia

In un paese normale sarebbe scontato ricordare alcune cose ma l’Italia è un Paese straordinario.

Quindi penso sia utile ricordare che l’obiettivo della pianificazione urbanistica è quello del corretto utilizzo del territorio per favorire i diritti della collettività. L’urbanistica quindi non mi sembra che sia uno strumento che serva a favorire il profitto economico dei privati attraverso lo sfruttamento del territorio e del paesaggio. 

E’ utile anche ricordare che i piani regolatori e le leggi regionali devono rispettare sia i principi ispiratori della Costituzione della Repubblica Italiana sulla salvaguardia dell’ambiente e del paesaggio (fra i quali gli artt. 9 e 42) sia i principi della Legge Urbanistica statale del 17 agosto 1942, n. 1150 e successive modifiche ed integrazioni altrimenti si corre il rischio di rendere nulli gli atti della pubblica amministrazione.

E ora veniamo a Parma. Ecco arrivare un altro centro commerciale, non un centro commerciale come gli altri ma uno dei più grandi delle Regione!

 “Il progetto – denominato Parma Urban District – di riqualificazione dell’area industriale ex Salvarani Più di cento negozi, un cinema multisala, venti tra bar e ristoranti, un supermercato da 4.500 m2 . Un centro commerciale capace di ricevere 20mila persone al giorno, cioè sette milioni di presenze all’anno.”  (Rif. articolo sul sito di Parma.repubblica.it 08 aprile 2016 )

Non pensavo si arrivasse ad una situazione del genere sotto un’amministrazione che aveva fatto dello stop al consumo di suolo e ai centri commerciali una delle proprie bandiere in campagna elettorale. E allora penso che alcuni contesti risultino, dopo quattro anni, ormai evidenti a tutti.

Risulta evidente che il Consiglio comunale di Parma non ha adeguato gli strumenti urbanistici alle conoscenze moderne che misurano il consumo di risorse (energia, materiali, acqua) e la riduzione dell’inquinamento (aria, acqua, rifiuti) per tendere alla realizzazione di spazi di vita confortevoli e salubri.  

Risulta evidente che l’amministrazione di Parma non ha voluto mettere mano al Piano Strutturale Comunale (una volta chiamato piano regolatore). Col nuovo PSC probabilmente questo intervento avrebbe potuto essere ampiamente ridefinito. Si sarebbe quasi sicuramente costruito di meno e con uno sguardo più profondo verso il rispetto dell’ambiente, verso il risparmio delle materie prime, delle fonti energetiche e della riduzione dei rifiuti a cominciare dai lavori in cantiere.

Risulta evidente che questa Giunta non ha voluto attuare una vera pianificazione territoriale che avrebbe determinato una migliore qualità della vita locale attraverso la mediazione fra i processi decisionali consueti con quelli più avanzati fra i quali la cosiddetta pianificazione partecipata.

I nuovi progetti edificatori dovevano essere valutati coinvolgendo i Cittadini attraverso percorsi di partecipazione che tenessero conto dell’ambiente, della salute umana, del consumo consapevole delle risorse. Si dovevano applicare in concreto delle strategie condivise confrontandosi con la fattibilità tecnica, con la convenienza economica e con la praticabilità sociale.

Se è vero che la precedente amministrazione ha suggellato gli accordi edificatori col soggetto attuatore di questo mega intervento edilizio, è anche vero che come contropartita vi è la possibilità di attuare una serie di interventi nell’ambito della città pubblica. Ma è anche vero che questo enorme e futuribile centro commerciale corre il rischio nascere morto dato che è stato progettato agli inizi del 2000.

Da tempo i centri commerciali non vanno più a gonfie vele; è colpa della crisi certo ma anche di una overdose da acquisti compulsivi. Si credeva che i Cittadini potessero recarsi tutti i santi giorni che il Signore manda sulla Terra per fare compere. Ma possiamo ancora credere che i centri commerciali siano una soluzione alla crisi economica e sociale che ci è capitata?

La verità sulla crisi è che cerchiamo di curare il male con le stesse situazioni che l’hanno generato. Costruiamo come dei “lego” dei luoghi inesistenti inserendoci della relazioni inesistenti. Il Consiglio comunale in questi quattro anni ha fatto da tubo digerente delle politiche urbanistiche della giunta precedente. Il massimo organo di rappresentanza cittadina ha in pratica dato l’assenso politico ai piani urbanistici ereditati dalla precedente amministrazione. Se ci pensiamo bene la maggioranza di un Consiglio comunale che abdica al suo ruolo di analisi politica accettando qualsiasi delibera che gli viene sottoposta in pratica si priva della sua identità, delle relazioni con la città, si priva della sua storia. Proprio come un centro commerciale dove gli individui si incrociano senza entrare in relazione, spinti dal bisogno di consumare per fare crescere la freccia dei consumi. Si tratta di spazi fisici destinati ad essere soppiantati dagli spazi virtuali molto più ampi rispetto ai centri, iper o mega che siano. Ecco quindi perché a mio avviso questi spazi fisici nascono già morti. Ed ecco perché si fa finta di non capirlo trincerandosi dietro le frasi fatte dei “diritti acquisiti” o delle “carte in regola per costruire” o del “non possiamo farci niente, è tutto regolare, vorremmo ma niente non possiamo”.

Qui tutto sembra un incantesimo sospeso nel tempo. La verità è che gli anni sono solo dei momenti e passano senza che un sindaco dica niente alla Giunta, al Consiglio, alla Commissione Urbanistica, alla Commissione Ambiente (dove cacciano un presidente e subito dopo arriva un mega mall). Io non lo so ma sembra che tutto passi pigramente con un misto di noia ed indifferenza. E forse questo atteggiamento politico pare ai Cittadini ancor più grave di una colpa. Forse presto qualcuno proverà a capirlo.

Probabilmente l’iter per l’edificazione di questo nuovo centro commerciale era già stato in gran parte definito ma quello che appare evidente è la mancanza di trasparenza da parte del Comune nei confronti della città. E’ mancata una corretta e puntuale informazione alla collettività e adesso è sicuramente troppo tardi.

Non ho niente nei confronti di un’impresa che legittimamente vuole perseguire un interesse privato ed un utile aziendale per sé ed i suoi azionisti. Ma se la politica rimane inerme bloccata dalla sua inadeguatezza senza provare a fare niente allora cosa ci sta a fare. L’onestà e la buona fede sono certo fondamentali ma devono essere delle partenze e non degli arrivi per il nuovo politico; altrimenti dov’è il cambiamento?

“Mentre tu sei l’assurdo in persona e ti vedi già vecchio e cadente raccontare a tutta la gente del suo falso incidente” (Edoardo B.)

Fonti articoli

Un mega-Mall nella ex Salvarani

il più grosso centro commerciale di Parma

nuovo centro commerciale

Andiamo a votare al Referendum del 17 Aprile

stoptrivelle-logo

Ecco in sintesi la mia comunicazione che ho eseguito in Consiglio Comunale a Parma il 22 Marzo 2016.

Il 17 aprile si voterà per il referendum sulle trivelle, voluto da nove Regioni (Basilicata, Calabria, Campania, Liguria, Marche, Molise, Puglia, Sardegna, Veneto) preoccupate per le conseguenze ambientali e per i contraccolpi sul turismo dipeso da un maggiore sfruttamento degli idrocarburi.

Il referendum non chiede uno STOP immediato delle trivelle. Chiede invece di cancellare la norma che consente alle società petrolifere di estrarre gas e petrolio entro le 12 miglia marine dalle coste italiane senza limiti di tempo.
Il significato della consultazione popolare pone in gioco il rapporto tra energia e territorio attraverso il ruolo dei combustibili fossili.

Il Partito democristiano invita a non andare a votare dichiarando che il più importante strumento di democrazia è inutile. Questo ha passato il segno della decenza.

Lo stesso Rodotà ha dichiarato che è intollerabile il modo in cui è stato liquidato dal vertice del Pd il referendum sulle trivelle affermando che non serve a nulla, è costoso e provocherà dei danni economici.
E’ incredibile come il capo di un governo mai convalidato col voto popolare tenti di delegittimare le istituzioni invitando a non andare a votare come fece a suo tempo il suo predecessore Craxi.

I referendum sono spesso mal visti dai governi in quanto affermano la volontà popolare e il diritto alla cittadinanza attiva.
Anche a livello locale sono spesso malvisti. Basti pensare al referendum sull’inceneritore chiesto da migliaia di cittadini e negato dalla vecchia amministrazione cittadina. Basti pensare al referendum sul mantenimento della gestione diretta di tutte le scuole dell’infanzia comunali, di fatto  nato morto grazie all’attuale amministrazione cittadina. La verità è che i politici nazionali e locali hanno paura dei cittadini, temono il loro giudizio e basano il loro potere sull’indifferenza della città.

Ecco perché è importante votare ad ogni tornata elettorale e ad ogni referendum, per riappropriarci del nostro diritto a partecipare.
Facciamo vedere che i cittadini sono migliori di quei politici nazionali non legittimati dal voto.
Facciamo vedere che i cittadini sono migliori di qui politici locali di professione che hanno tradito il mandato elettorale o il programma elettorale.
Andiamo quindi tutti a votare il 17 Aprile per garantire per garantire un passaggio fondamentale per la nostra democrazia.
Io andrò a votare e voterò SI.

Referendum del 17 aprile: Fabrizio Savani spiega il “SI”

VotaSiCambiaEnergia

Fonti articolo 1

Fonti articolo 2

Fonti articolo 3

Ma piantatela!

WP_20160318_11_39_23_ProQuesta mattina l’associazione Sodales ha messo a dimora un ciliegio all’asilo Mappamondo come dovuto riconoscimento dell’impegno di bambini e maestre per la realizzazione di opere d’arte con materiale di riciclo. Le opere sono state esposte alla Mostra Rifiu-ti-amo a maggio 2015 alla Casa della Musica a Parma. L’associazione ha così voluto premiare il senso di cittadinanza attiva e di risveglio ambientale all’inizio della Primavera. I bambini avranno un nuovo compagno di giochi all’interno del giardino del loro asilo. Sodales dal 2005 pianta alberi in città con l’aiuto di chiunque voglia con energia e coraggio mettersi in gioco per la propria comunità. Mentre tanti parlano di scranni ed ambiente altri fanno qualcosa per l’ambiente, insieme ai cittadini. Basta poco, cambiare si può.

Ancora sul consumo del suolo

WP_20151029_14_55_56_ProAncora un cenno sul consumo di suolo, ma forse sono io che non ho mai capito niente.

Sono io che considero un campo agricolo, dove verrà edificato un centro sanitario urgentissimo (ciao), effettivamente un campo agricolo. Forse sono io che considero un’area industriale dismessa dove verrà costruito un altro centro commerciale affettivamente un fabbricato su un’area cementificata anche se si tratta di un diritto acquisito.

Perchè per me il consumo di suolo è questo: è sufficiente che nel lotto di terreno vi sia il cambio di destinazione d’uso del suolo da agricolo ad edificabile. Il percorso inverso semplicemente non esiste. Il percorso inverso si chiama riqualificazione e non rigenerazione come qualcuno da tre anni a questa parte vuole farci credere.

Lo possiamo chiamare anche recupero delle aree dismesse ma non venitemi a dire che non è consumo agricolo. Quando la città occupa la campagna è difficile che la città sparisca per magia come in un incantesimo magari per dar spazio nuovamente alla campagna. Io non sono un urbanista e non ho mai fatto neanche l’assessore. Applico solo il mero buon senso. A riveder le stelle…

Galleria

Waste on the road

Questa galleria contiene 1 immagine.

Ho presentato nei giorni scorsi un ordine del giorno da discutere nel prossimo Consiglio Comunale insieme anche al collega Mauro Nuzzo. Spero che altri consiglieri lo vogliano firmare. E’ un ODG di mero buon senso che pone il Sindaco davanti alle sue responsabilità … Continua a leggere

Brucia Termo, brucia!

images

Ecco in sintesi la mia comunicazione in Consiglio Comunale del 19 Gennaio 2016 sui rifiuti provenienti da Reggio Emilia e diretti all’inceneritore di Parma.

Il Gruppo Iren col Decreto Sblocca Italia ha la certezza politica di bruciare tutti i rifiuti e le balle o eco balle provenienti da qualsiasi sito.

Allora è inutile dire che è colpa del PD e che il PD dica che è colpa del 5 stelle locale.

Risulta infatti a mio giudizio che il PD usi l’ambiente a proprio “uso e consumo”. Basti pensare ad esempio dall’autorizzazione a trivellare l’Adriatico per trovare nuovi pozzi petroliferi a cominciare dalle Isole Tremiti o l’autorizzazione del Governo a realizzare 9 nuovi inceneritori in 8 regioni con un provvedimento che prevede nuovi impianti.

Sappiamo che è stata approvata a Giugno 2015 una mozione condivisa da tutto il Consiglio Comunale di Parma dove maggioranza ed opposizione si schieravano contro all’aumento della potenzialità del forno inceneritore richiesta dal gruppo Iren.

La mozione fu definita dal mio Capo Gruppo 5 Stelle come il raggiungimento di un’intesa su un tema ambientale forte. Beh era una gran balla e avevo ragione io a voler modificare la mozione.

Io ho ribadito infatti la mia contrarietà non solo all’aumento della capacità di bruciare ulteriori tonnellate di “rudo” ma ho ribadito il mio NO all’intero inceneritore con uno specifico ordine del giorno. Fatto sta che questo ODG il PD non l’ha votato.

Infatti la Regione ER ha in pratica autorizzato la città di Reggio a portare al termo di Iren i suoi rifiuti col plauso del PD autoctono. Io non lo so ma penso che la città possa fare qualcosa, può farlo il Sindaco di un Movimento che ha detto NO all’inceneritore.

La strada proposta è questa. Le centinaia di camion che arriveranno a Parma produrranno un danno ambientale dovuto dall’aumento delle emissioni che non è sopportabile in una città altamente inquinata come la nostra, fra le più inquinate d’Italia e in una delle regioni fra le più inquinate al MONDO.

Occorre a questo punto un’ordinanza del Sindaco in qualità di Autorità Sanitaria Locale.
Si tratta di un atto amministrativo con una forte connotazione politica ed è analoga a quella che è stata emessa nei confronti del circo per vietare l’uso di animali esotici.

Questa ordinanza è di fatto una scelta politica ed ha un contenuto di ampia discrezionalità legittimata dal fatto è la logica conseguenza della manifestazione di volontà dell’Amministrazione Cittadina. Per questo motivo la competenza è del Sindaco.
In tali casi la discrezionalità amministrativa si esplica attraverso una pesatura (ovvero un contemperamento) degli interessi pubblici e degli interessi privati.

Deve infatti prevalere l’interesse pubblico al non peggioramento ulteriore della qualità dell’aria, e il diritto della salute pubblica rispetto all’interesse di un privato che deve fare legittimamente il suo utile.

L’Ordinanza in sintesi deve impedire il trasporto dei rifiuti su gomma ma solo su treno proprio per l’eccesso di inquinamento prodotto dai camion.

La coerenza con quanto dichiarato durante la campagna elettorale, nel programma 5 stelle e nelle linee programmatiche di mandato (la traduzione in atti concreti del programma) dovrebbe portare alla conclusione che fra un interesse privato puramente economico ed un bene pubblico come quello della salute viene privilegiato sempre e comunque quest’ultimo.

Concludo affermando che la vera forza politica di un atto come quello che richiedo è quella di definire inaccettabile l’aumento del rischio per la salute rendendo tale giudizio di valore insindacabile in qualunque sede giurisdizionale.

Sto ancora aspettando un messaggio di vita dall’iperspazio autoctono.

Basta poco, cambiare si può

di fabriziosavani Inviato su Ambiente