A Parma occorre difendere l’ambiente e la salute

Almeno a parole lo fanno tutti. bambiniinquinamento Ma io, e con me la stragrande maggioranza dei cittadini, non voglio un inceneritore che appesti l’ambiente e chiuda di fatto la raccolta differenziata per i prossimi 20 anni. La folle idea di costruire un inceneritore a Parma cozza con la logica ed il buon senso. Questo forno voluto da tutti i partiti del vecchio modo di far politica segue una logica che va contro i cittadini; cittadini che ci rimetteranno con tariffe carissime e che ci rimetteranno con gravissimi rischi per la loro salute. Noi cittadini, tutti quanti, respireremo diossine e metalli pesanti e il famoso e ridicolo boschetto mangia polveri non servirà a niente. Non serviranno a niente i filtri magici del forno perché nessun dispositivo può intercettare le micro e le nano polveri degli inceneritori. Occorre invece il principio di precauzione su un tema così importante come la salute dei cittadini e la tutela dell’ambiente. Ad ogni Consiglio Comunale sembra di assistere ad una tragica recita con dibattiti lunghissimi e imbarazzanti come quello odierno sulla richiesta di far partire una commissione d’indagine sull’inceneritore purtroppo naufragata. Penso che oggi si sia persa un’occasione per capire se davvero è stato fatto tutto nel rispetto della legalità per spiegarlo in modo trasparente ai cittadini. Allora alla fine si deve capire davvero chi è per la salute, chi è con i cittadini, chi è contro l’inceneritore o viceversa chi vuole chiudere gli occhi e turarsi il naso e cercare di non respirare. Queste non decisioni da parte di una opposizione che sembra un muro di gomma rispecchiano lo stallo decisionale presente a livello nazionale. A Parma l’unico elemento che compatti l’opposizione sembra la vetustà di un impianto concepito negli anni 90 e anacronistico dal punto di vista impiantistico ed economico oltre che disastroso dal punto di vista ambientale e sanitario. A Roma l’unico elemento che compatti destra e sinistra è rappresentato da una brava persona, di quasi 90 anni, chiamata a fare il lavoro che questi partiti obsoleti non sono in grado di portare avanti. Un’altra strada da percorrere è possibile, si tratta di una strada equa, solidale e rispettosa dei cittadini, della loro salute e dell’ambiente. Speriamo che lo capiscano tutti, indistintamente. Tutti noi siamo genitori o figli.

Parma e il Forum Salviamo il Paesaggio

A marzo 2013  il Comune di Parma ha spedito al Forum Italiano dei Movimenti per la Terra e il Paesaggio il cemento a tempo il questionario sul censimento del patrimonio edilizio presente all’interno dei suoi confini.

Su 8.056 comuni ad oggi solo 551 hanno risposto. Mancano ancora alcuni elementi finali ma i dirigenti comunali stanno completando la raccolta di quei dati che la precedente amministrazione non aveva adeguatamente individuato, forse troppo impegnata nella sua dieta bulimica a base di mattone.

Parma negli  ultimi  15 anni è stata violata  nel suo territorio, invidiato in tutto il mondo.  Come un’immensa cartina tornasole si sono rivelate le storture economiche, politiche e culturali che si sono avvicendate in questo lunghissimo periodo.

Come evidenziato nella presentazione della mia mozione del luglio 2012 in Consiglio Comunale, la campagna nazionale “Salviamo il paesaggio” si pone l’obiettivo di perseguire la riduzione del consumo del territorio attraverso la sua attenta gestione.

Il censimento vuole dimostrare che non c’è bisogno di ulteriori nuove costruzioni, ma è più che sufficiente  recuperare l’esistente, anche con regole che puntino ad avere abitazioni passive o addirittura attive a livello energetico. Le linee programmatiche del comune individuano lo stop al consumo del territorio e questa azione può far diventare la nostra città un importante punto di riferimento nazionale.  

duomo e fuoco

La pianificazione urbanistica  definisce  il quotidiano vivere sociale all’interno di una comunità e non deve essere pertanto un esclusivo esercizio degli  amministratori, ma la si deve condividere con tutti i cittadini. Occorre pertanto favorire un apporto partecipativo del territorio e del paesaggio, per  garantirne un uso sostenibile, nel rispetto del razionale sfruttamento del suolo della tutela dell’ambiente, dell’ecosistema e dei beni culturali. L’art. 9 della nostra Costituzione tutela il paesaggio e quindi sono sicuro che sostenere tale obiettivo possa essere considerato patrimonio di ogni forza politica nazionale e  locale.

Mario Tozzi, primo ricercatore CNR-IGAG e conduttore televisivo, in un articolo del mensile CON di aprile 2013 dice che “(…) uno dei punti cardine del loro programma [Movimento 5 stelle – ndr] è la fine del consumo del territorio. E, a livello locale,  sono già in grado di far pesare questo comandamento anche alle regioni più tradizionalmente   orientate all’edilizia. Forse stiamo per assistere alla fine del sacco d’Italia, ma che tristezza che si sia dovuto aspettare finora.” Paolo Berdini, ingegnere urbanista e scrittore da tempo impegnato contro il consumo di suolo afferma in un’intervista di quest’anno al Forum di Salviamo il

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Paesaggio: “Tutela del territorio e qualità della vita. I cittadini non sopportano più, su questi temi, l’omertà dei grandi media condizionati da poteri economici e politici. Il voto nazionale lo dimostra”.  Penso che la difesa dei 4 elementi della nostra città passi attraverso la condivisione di politiche ambientali scevre da personalismi e logiche partitiche. Chi difende l’acqua è per la sua gestione pubblica; chi difende la terra è per una pianificazione urbanistica

mappa della città bruciata

consensuale  che non  condizioni le future scelte dell’Amministrazione;  chi difende l’aria cerca di evitare la costruzione di eco mostri che trasformano i rifiuti in emissioni inquinanti e in polveri per discariche.

Decrescita in pillole

Le specie che hanno un comportamento mal adattativo si sono estinte.

decrescita_felice

Noi siamo in troppi e dobbiamo pensare alla sobrietà, a non abusare più delle materie prime, delle energie.

I rifiuti non devono più esistere ma si deve parlare solo di materie prime seconde.

Dobbiamo cambiare strada, basta con la credenza che si possa crescere all’infinito in un mondo con risorse finite. E’ mera utopia la crescita legata al PIL.