Non ho hobby, non vado a pescare e non raccolgo francobolli

20140206_101302Parma non affogherà certo in un laghetto d’acqua.

Mi dissocio comunque dall’evento della giornata del 20/9/2015 al “laghetto”, con scuola di pesca e canoa al Parco Ducale e patrocinato dal Comune di Parma.

Dal sito del Comune si apprende che <<il pomeriggio è dedicato, per tutti coloro che vorranno cimentarsi o semplicemente assistere, alle più suggestive tecniche di pesca, dalla “mosca” al “carp fishing” >> e che per <<tutto il pomeriggio, sarà possibile per bambini, ragazzi e famiglie trascorrere il proprio tempo alla riscoperta di uno degli spazi aperti più belli della nostra città, stando insieme con consapevolezza e rispetto dell’ambiente.>>

Non sono un vegano ma non ci vuole neppure un vegetariano per capire che il messaggio trasmesso nel comunicato stampa dal Comune di Parma risulta stonato.

Da diversi anni a Parma e nel mondo si assiste a un crescente senso di disagio sul modo in cui l’uomo maltratta gli essere viventi in modo spesso gratuito per scopi sia alimentari sia ludici.

Non penso sia questo il modo di una pubblica amministrazione per promuovere il rispetto per gli animali in ambito ambientale e sociale, lavorando per migliorare le loro condizioni di vita in città.

Va dato atto che il Comune investe tempo e risorse importanti per il canile e il gattile di Parma. Ma tutto questo non basta per proporre un modello di tutela del benessere animale che dovrebbe essere legato anche ad un senso di empatia.

Quando arriverà il tempo in cui un politico che rappresenta un porta voce di chi lo ha votato aprirà la porta a una nuova visione? Una visione che riesca a capire la sofferenza degli altri umani o animali. Una pesca per bambini in un laghetto non è certo una mattanza di tonni ma questo non ridimensiona la questione.

A nessuno piace essere infilzato in un amo, rinchiuso in un rete, sentirsi isolato in un luogo estraneo dove altri decidano fino a quando devi vivere.

Esiste poi un regolamento comunale che vieta la pesca nei laghetti cittadini. Penso che ci voglia poco per capire che un eccezione non è la regola ma è proprio questo il problema. Una pubblica amministrazione non può derogare a se’ stessa a seconda delle proprie necessità. Si crea un precedente pericoloso e non capirlo penso sia una grave miopia politica per un’amministrazione che appoggia anche eventi legati alla promozione di uno stile di vita vegano, animalista e ambientalista.

Non si può pretendere troppo dai politici nazionali o locali, lo affermo sentendomi parte in causa, ma sono arrivato in fine a capire che la “coerenza politica” sia un ossimoro.

Non ho hobby, non vado a pescare e non raccolgo francobolli. In quanto a scrivere versi o canzoni, quello non è un hobby ma una necessità. (Totò)

Ancora sui lavori di Via Trento


Il 3 settembre 2105 si è tenuta la Commissione Ambiente e LLPP in Municipio a Parma con vari temi all’ODG.

Aggiornamento situazione dell’iter installazione antenna telefonia in Via Bizzozero e del relativo permesso di competenza comunale
La situazione è in via di definizione. E’ stato ascoltato un cittadino portavoce di un comitato di Via Duca Alessandro che ha posto all’attenzione del Comune le richieste di chiarimenti da parte di diversi residenti. E’ emerso che l’antenna sarà installata in un rotatoria stradale in posizione che sarà verificata tramite un confronto fra i tecnici dell’azienda di telefonia, i tecnici del Comune e di Iren. A breve si dovrebbe arrivare una postazione definitiva dell’impianto che soddisfi le richieste degli abitanti che sia giudicata idonea e rispetti la normativa ambientale di riferimento.

Antenna Bizzozero

Aggiornamento situazione inerente il cantiere estate 2014 di Via Trento, relativo agli interventi di riqualificazione dei sotto servizi ad opera di Iren (fogne e teleriscaldamento)
Ho chiesto come è stata “ingressata” la pratica di richiesta autorizzativa dei lavori dato che si tratta di un’opera di un Ente privato (Iren) che esegue un lavoro di interesse pubblico e quale autorizzazione ha rilasciato il Comune.

Mi è stato risposto che è consuetudine presentare una pratica come manomissione di suolo pubblico anche se forse la procedura è risultata non corretta. In futuro per ogni intervento sarà quindi necessario un idoneo titolo edilizio abilitativo.

In pratica sembra che l’iter sia lo stesso che si affrontava quando il Comune trattava con la municipalizzata. Il fatto noto a tutti è che ora la multiutility è a tutti gli effetti una SpA ovvero un’azienda privata. Quindi l’iter procedurale per tali lavori come quello di via Trento andava rivisto e si doveva migliorare.

Iren deve continuare ad eseguire legittimamente il proprio lavoro e il Comune deve operare dal punto di vista burocratico in modo corretto. Di fatto permane una sorta di sudditanza psicologica verso un’azienda importante per il nostro territorio ma che non è più una municipalizzata a controllo totale della pubblica amministrazione ducale.

Aggiornamento situazione incendio del 06/6/15 al deposito di rifiuti area Cornocchio di Iren Ambiente
Che aria respiriamo? Un incendio di rifiuti differenziati ha prodotto dei fumi di combustione che hanno allarmato la città. Il vento ha spinto i fumi dell’incendio verso l’aeroporto e come rileva ARPA (edizione cartacea della Gazzetta di Parma del 09/06/15) “quand’anche la combustione di materie plastiche avesse prodotto modeste quantità di inquinanti pericolosi, quali idrocarburi policiclici aromatici e diossine, non sono ricaduti nelle zone abitate”. Che è un po’ come dire se delle sostanze tossiche ci sono state, queste non sono andate in città ma altrove. Io non lo so ma tutto questo non mi sembra molto rassicurante.

Il funzionario Iren presente in Commissione ha evidenziato in sintesi che il documento di valutazione rischi incendi è stato aggiornato assieme alle procedure di emergenza. Inoltre è stata implementata la riduzione dei rifiuti in lavorazione. Queste ad altre operazioni, sempre a detta di tale funzionario, hanno contribuito a ridurre il rischio incendi e pertanto i cittadini possono stare ragionevolmente tranquilli.

Un cittadino presente (avvocato Allegri) evidenzia che nell’area del Cornocchio è in corso la gestione temporanea fino alla completa esecuzione dei comparti definiti C1 e C2 del Polo Ambientale Integrato di Parma (PAIP). Il PAIP è quindi incompleto in quanto è operativo solo il comparto C3 (meglio noto come inceneritore).

Questo è semplice ed evidente come risulta anche dai lavori della Commissione Ambiente di controllo sull’attività amministrativa Comunale relativa al PAIP e dalla sua relazione finale datata ottobre 2014.

“Le strutture C1e C2 sono manufatti funzionali al PAIP e la loro mancata realizzazione non permette l’utilizzo del PAIP come da DGP 938/2008 con una inevitabile ricaduta negativa sulla gestione dei rifiuti a Parma, sull’ambiente del territorio e quindi sulla salute dei cittadini di Parma.” (cfr. relazione allegata alla delibera CC-2014-89 della seduta di Consiglio Comunale del 30/10/2014)

“Infine, si può evidenziare che con la DGP 938/2008 era stata autorizzata la realizzazione di un PAIP, cioè di un polo integrato destinato alla gestione dei rifiuti che, in quanto tale, può funzionare in modo ottimale solo se attivo con tutte le sue componenti tecniche, strutturali ed impiantistiche. Allo stato attuale però è stato realizzato solo il termovalorizzatore e pertanto il PAIP è stato realizzato solo parzialmente.” (cfr. relazione allegata alla delibera CC-2014-89 della seduta di Consiglio Comunale del 30/10/2014)

Aggiornamento realizzazione nel Parco Ducale di una rete di teleriscaldamento e verifica delle autorizzazioni necessarie (oltre alla verifica della proprietà della rete citata del TLR)
Su segnalazione del cittadino Avv. Allegri inviata alla Procura, al Sindaco, all’Assessore all’Ambiente, alla Soprintendenza e alla Presidenza della Commissione Ambiente, è stata affrontata anche tale tematica.

Sono in corso opere per il teleriscaldamento le cui tubazioni passeranno per un tratto sotto il parco Ducale. L’ipotesi di passare al di sotto di viale Piacenza (a lato del parco citato) è stata scartata per problemi legati alla viabilità.

Iren si è impegnata a realizzare sia lavori di riqualificazione e restauro conservativo del parco sia altri lavori in città, il tutto come opere di compensazione. E’ importante la presenza di Iren per questi lavori di compensazione ma certo avrei preferito che tali cifre fossero state impegnate per uno sconto delle bollette dei servizi di gestione dei rifiuti dei cittadini nell’ottica di una effettiva perequazione tributaria dando priorità alle fasce deboli della popolazione.
Sul tema della individuazione della proprietà del teleriscaldamento ad oggi non risulta ancora chiara la questione. L’amministrazione comunale in questi mesi ha attivato una serie di incontri per un chiarimento. A breve dovrebbe essere pronta una relazione di sintesi che definisca la versione del Comune su tale aspetto, ovvero se la rete sia di proprietà pubblica o privata.

Su tale aspetto cito un paio di articoli.
l’art.113 del D.Lgs. 267/2000 che evidenzia che tutte le reti devono essere pubbliche come evidenziato nella relazione già citata allegata alla delibera CC-2014-89 sul PAIP
l’art. 22 del D.Lgs. 28/11 che prevede che le infrastrutture destinate all’installazione di reti per il riscaldamento e il raffrescamento sono assimilate ad ogni effetto alle opere di urbanizzazione primaria come indica anche la deliberazione ANAC del Presidente Raffaele Cantone del 4 febbraio 2015.

Teleriscaldamento al Parco Ducale

Spiegazioni richieste ai dirigenti del gruppo Iren sulla indennità riconosciuta al precedente AD, De Sanctis
Su tale merito viene consegnato un comunicato stampa di Iren del 24 novembre 2014 dove si evidenzia il percorso che ha portato all’accordo fra l’ex AD di Iren e la multiutility. Il comunicato non apporta nulla in più a quanto già noto da tempo mentre i funzionari di Iren presenti in Commissione ritengono esauriente il comunicato senza quindi esporsi in ulteriori dichiarazioni.

Buropazzia

burocraziaNell’immaginario collettivo spesso usiamo il termine burocrazia in senso dispregiativo per indicare l’insieme di leggi, norme e regolamenti che serve al funzionamento della pubblica amministrazione.

Oggi i burocrati tendendo a perpetrare se stessi usando la burocrazia come strumento per nascondere responsabilità. Succede anche che i nostri dipendenti diventino meno efficaci dilazionando nel tempo l’azione amministrativa e recando danno agli stessi cittadini ovvero i datori di lavoro.

Anche quando una pubblica amministrazione cerca di accelerare un iter procedurale o di compierlo in tempi umani e non in ere geologiche, beninteso sempre all’interno dell’alveo istituzionale, arriva a produrre una serie di atti che spesso allunga l’iter medesimo producendo una serie di procedimenti, endoprocedimenti, atti e delibere all’insegna della ridondanza formale.

Ecco perché sorrido amaro quando leggo ad esempio sui giornali che a Roma si deve azzerare la Giunta e il Consiglio Comunale e si deve tornare alle elezioni. Sarebbe come cambiare la copertina di un libro anzi come togliere la fascetta della copertina di un libro. Il contenuto non ne risentirebbe minimante.

La pubblica amministrazione è stata riformata a partire dagli anni ’90 copiando l’agire e il pensare delle società di profitto sia esternalizzando la gestione dei servizi attraverso la privatizzazione sia accentrando i poteri decisionali sugli organi tecnici che operano secondo procedure uniformate.

Io non lo so ma a me sembra che le amministrazioni locali in genere siano state snaturate dal loro ruolo di tutela dei diritti dei cittadini per favorire lo sviluppo umano, economico, sociale e ambientale.

Oggi l’organo politico conserva il potere di guida ma nel concreto fa ben poco perché il pensiero dell’amministrazione è stato sostituito da procedure, da leggi regionali e nazionali che ne pregiudicano l’autonomia e l’agire. Un esempio su tutti è dato dal patto di stabilità e crescita che imbriglia ogni decisione dei governi locali e anche di quelli metropolitani se pure con degli eufemistici distinguo.

Nella città eterna non è solo in atto un novello sacco romano che presenta diverse somiglianze (con quello dell’agosto del 410 d. C.) ma va in scena la quotidiana dissolutezza della pubblica amministrazione da parte di una crisi endemica di partiti e di persone. Non si tratta quindi solo dei partiti ma anche di quelle “marionette di carne” che credono di non avere fili e di stare in piedi per esclusivo merito politico.

In un comune come quello della capitale, quando hai una macchina talmente inquinata e inquinante non basta essere una brava persona quando attorno hai un sacco di meccanici indagati o che ti “prendono” i pezzi del motore quando vai a fare benzina. Non si può reggere fino alle elezioni se la carrozzeria è marcia.

Il problema di un comune come quello di Roma è a mio avviso dato dal fatto che sostanzialmente pochi dirigenti sono stati cambiati dalla nuova amministrazione. Se fossi stato al posto del sindaco la prima cosa che avrei fatto sarebbe stata proprio quella di “cambiare la testata” della macchina amministrativa.

Oggi si assiste ad un sistema istituzionale dove il cittadino percepisce che sia sparito l’equilibrio fra i diritti e doveri e che vi sia solo una netta sperequazione sociale, valoriale ed economica.

Si assiste addirittura alla convinzione che i diritti dei molti siano in un equilibrio instabile mentre i doveri siano una perenne certezza per la tutela di pochi spesso uomini politici o burocrati più o meno utili alla società.

A tali persone in genere si concede troppa fiducia; troppa fiducia accordata a persone alle quali pochi darebbero il proprio portafogli neppure se vuoto.

L’unica soluzione per cercare di cambiare davvero la situazione è quella di una rivoluzione culturale radicale, un cambio di pensiero epocale che “distrugga” le fondamenta del palazzo burocratico.

I cittadini devono mettere il fiato sul collo ai loro politici a cominciare da quelli locali che hanno votato. I cittadini devono chiedere conto ai loro eletti; devono mettersi le scarpe ai piedi ed andare nei consigli comunali e provinciali, nelle commissioni, insomma nei posti dove si prendono le decisioni che influenzano la vita quotidiana locale di ogni singola persona. Devono farlo a partire da subito.

Fonte vignetta