Le lunghe ferie dei politici italiani

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Quaranta giorni di vacanza per i parlamentari italiani; una lunga estate calda lontana dai palazzi di Camera e Senato: le ferie sono cominciate all’inizio di agosto e termineranno verso metà settembre.
E’ il solito scandalo annuale e gli italiani ci hanno fatto purtroppo l’abitudine.
Anche a livello locale la situazione non è delle migliori.
L’ultimo Consiglio comunale di Parma si è tenuto il 12 luglio 2016. Il prossimo si terrà circa a metà settembre.
I politici locali sono entrati in quarantena ducale! Totale assenza dagli scranni cittadini per gustarsi le vacanze! Meritate? Io non lo so ma quando assisto alle sedute consiliari almeno la metà dei consiglieri fa scena muta; evidentemente non dicono niente perché forse (?) non hanno nemmeno letto le carte che approveranno di lì a poco.
E dire che il lavoro in Consiglio non manca, anzi è talmente tanto che interrogazioni ed interpellanze giacciono ferme in attesa di essere trattate. Diverse interrogazioni sono state presentate diversi mesi or sono e probabilmente passeranno altri mesi per la loro disamina.
A questo punto sarebbe opportuno per dare dignità ai lavori del Consiglio che per tali interrogazioni ed interpellanze il suo presidente velocizzasse i lavori e si attivasse per rispondere in forma scritta.
Ma questo vorrebbe dire operare con buon senso e semplicità, caratteristiche aliene a gran parte dei politici di professione anche se sospesi o in procinto di essere finalmente mandati a casa.
Io non lo so ma penso che invece qui a Parma ci sia un consiglio comunale che sembra un tempio di vestali che idolatrano il loro signore
Le prossime amministrative porteranno un vento nuovo e non sarà difficile trovare consiglieri che almeno facciano sentire la loro voce o che intraprendano un minimo di azione politica.
Basta poco, cambiare si può.

Fonte: Huffingtonpost

Il senso del PAIP per il Comune

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Sulla stampa on line (*) e cartacea (**) compare la notizia che L’Agenzia anti corruzione di Raffaele Cantone, nella sua relazione sull’attività svolta nel 2015, considera l’inceneritore di Parma come un’opera privata di interesse pubblico.
La conseguenza, si legge, è che Iren dovrà pagare al Comune gli oneri di urbanizzazione legati alla realizzazione dell’inceneritore di Ugozzolo pari a circa 2 milioni di euro.
Personalmente penso che siano belle notizie. Mi dispiace però evidenziare che sono vecchie di almeno due anni!
Già perché la Commissione Ambiente del Comune di Parma aveva eseguito un controllo sull’attività amministrativa comunale relativa all’iter del termo i cui lavori erano sintetizzati in un documento che aveva evidenziato già a luglio 2014 tutte le criticità che ora stanno via via emergendo.
Tale relazione era un allegato alla delibera del Consiglio Comunale di Ottobre 2014 approvata all’unanimità con il plauso della Giunta pseudo stellata. Quattro mesi per portare in Consiglio un lavoro così importante evidenzia come politicamente lo stesso fosse osteggiato dall’amministrazione comunale.
Bastava semplicemente leggere le carte. Si sarebbe infatti potuto apprendere che il PAIP era considerato come opera privata di interesse pubblico e che pertanto l’amministrazione avrebbe dovuto fare il possibile per ottenere gli oneri di urbanizzazione.
Anche le Sentenze che in questi anni si sono succedute rilevano dei passaggi fondamentali e a volte imbarazzanti per la pubblica amministrazione.
Certo bisogna mettersi lì e incominciare a studiare gli atti.
A titolo esemplificativo cito due passaggi. Il primo è quello a pag. 21 della sentenza TAR del 16/1/2014 n. 4/2014: “Che l’opera in questione, come già evidenziato, sia privata è testimoniato dal fatto che la necessaria variante al POC (piano operativo comunale ndr) è stata adottata dal Comune; viceversa se si fosse trattato di opera pubblica, sarebbe stata adottata dalla Provincia ex art. 17, c. 3, LR 9/99”
L’altro passaggio significativo (ma ce ne sono tanti basta prendersi la briga di leggere la relazione citata sui lavori della Commissione Ambiente) è quello a pag. 8 della sentenza TAR Parma n. 92/2014 del 27/3/2014 e che di fatto evidenza la condotta del Comune sull’iter amministrativo del PAIP: “in linea di principio, la colpa della pubblica Amministrazione viene ravvisata nella violazione dei canoni di imparzialità, correttezza e buona Amministrazione, ovvero in negligenza, omissioni o errori interpretativi di norme, ritenuti non scusabili, in ragione dell’interesse giuridicamente protetto di colui che instaura un rapporto con l’Amministrazione.“
In quattro anni il termo non solo non è stato chiuso ma si è corso il rischio che aumentasse la potenzialità dei rifiuti da bruciare.
Chi è stato eletto per farlo chiudere è ancora al suo posto assieme a chi è stato nominato per cercare in modo legittimo di ostacolarlo. Nessuno di questi ha mai chiesto scusa ai cittadini.
Io non lo so ma penso che ci sia sempre più bisogno a Parma di persone che dicano ciò che fanno e che facciano ciò che hanno detto.
In altre parole c’è bisogno di un nuovo respiro per l’ambiente di Parma. Basta poco, cambiare si può.

(*) Parma Repubblica – Rosso Parma – Parma Quotidiano

(**) Gazzetta di Parma di Domenica 07/08/2016