Manifestazione a Casalmaggiore contro la TI-BRE

Stamane si è svolta a Casalmaggiore la manifestazione contro la TIBRE stradale, un’opera infrastrutturale inutile e costosa. Erano presenti vari Sindaci e rappresentanti dei sindaci dei Comuni attraversati da quest’opera devastante. Io c’ero. A rappresentare il Comune di Parma c’era invece il presidente della Commissione Cultura su decisione dell’amministrazione cittadina.

Ecco io penso che per evitare che in futuro qualcuno cambi idea e dia priorità a questa opera assurda, ecco io penso che ogni politico che ne abbia la possibilità debba ribadire con forza il proprio NO.

Si deve dire NO a tale scempio ambientale ed anche evitare di trincerarsi dietro  scuse come quelle di non partecipare ad incontri istituzionali per mancanza di tempo per decidere.

Oggi al corteo ho detto che i cittadini devono  mettere il fiato sul collo a noi politici locali, devono partecipare ai consigli comunali alle commissioni ed entrare con vigore nei palazzi polverosi delle istituzioni burocratiche il cui scopo principale è quello di auto perpetrarsi.

Non possiamo aspettare che i politici da soli facciano qualcosa senza il coinvolgimento dei cittadini.

Ho scritto al presidente della regione Emilia Romagan, ho scritto alla Unione Europea, ho scritto al Governo nazionale per chiedere di rivedere il progetto della TIBRE e per chiedere di fermarsi a riflettere. In pratica nessuna risposta.

Ma la migliore risposta invece la ricevo quando partecipo a manifestazioni come queste dove vedo dei ragazzi presenti e consapevoli.

Capisco allora che la coerenza e il rispetto della tua coscienza siano aspetti che trovino cittadinanza fra la gente e non fra i politici di professione.

Dopo la manifestazione alcuni bambini hanno affidato al cielo alcuni messaggi per l’ambiente appesi a dei palloncini.

Ecco quindi le mie frasi che ho oggi affido a Gea.

  • Ognuno di noi deve fare la differenza.
  • Ognuno di noi può fare politica.
  • Ognuno di noi può fare qualcosa di positivo per l’ambiente,
  • Lo dobbiamo fare per i nostri figli, lo dobbiamo fare per la nostra madre Terra.
  • Se aspettiamo solo i politici non cambierà mai niente.

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Foto della manifestazione del 29/11/2015 a Casalmaggiore contro la TI-BRE

Que veut cette horde d’esclaves

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La Marsigliese

Scioccato dalla vista delle immagini. Ora dobbiamo temere due tipi di nemici, quelli pseudo islamici e quelli che gettano benzina sul fuoco cercando di capitalizzare i dividendi politici in un clima di paure dove pescare un maggior consenso elettorale.
Ho portato la mia solidarietà a un mio amico francese e ho spiegato a mia figlia che è in corso una lunga guerra e un periodo di terrore che mina le libertà e i diritti naturali che ha una genesi la cui data precisa non si trova scritta nei libri di storia.
Non abbiamo davvero idea di cosa ci aspetta. Non possiamo più dire cosa succederebbe se capitasse a noi ma cosa succederà quando capiterà a noi. Se è successo questo in Francia che ha un controllo del territorio che è decisamente maggiore del nostro Paese non riesco nemmeno a immaginare cosa potrà succedere a noi.
A noi con questa divisione politica a noi con questo buonismo a noi con questa approssimazione di integrazione di malpancisti. Ho profondo rispetto per la paura di ogni singolo cittadino italiano e non tollero nè la superficialità dell’accoglienza non strutturata ed organizzata né la superficialità degli istinti reazionari senza controllo.
Abbiamo una classe politica, siamo una classe politica profondamente inadeguata a gestire questi problemi internazionali che non sono problemi ideologici ma di esistenza e di sussistenza dei diritti naturali.
Non è una strage, non è una guerra, è una ecatombe pari alla ecatombe quotidiana che piove sulle popolazioni civili quotidianamente tramite i bombardamenti di aerei e droni.
Sperare di vincere questa pseudo crociata con le bombe telecomandate o armando i nemici dei nemici è semplicemente irrealizzabile. In tal modo si alimenteranno risentimenti, odi generazionali che proseguiranno in un eterno cortocircuito di spedizioni punitive e di atti di ritorsione.
Costruire con libri, informazioni, cultura, strutture sociali e sanitarie è un percorso lungo lunghissimo e arduo. E’ molto più difficile costruire la pace che andare in guerra.
Io non so se è stata l’IS o al Qaeda ma so per certo una cosa. Da tempo il terrorismo è assurto a un limite assolutamente ingestibile. La terza guerra mondiale si affaccia a questo millennio con la fionda di esseri che sembrano normali, integrati nel cotesto urbano.
Non è più necessario impostare obiettivi importanti e normalmente presidiati come aeroporti, palazzi, ecc. ma è sufficiente attaccare in modo coordinato i centri e i simboli della vita quotidiana (teatri, ristoranti, piazze, mercati) e che rappresentano i nostri stili di vita. Il terrore purtroppo si crea così e lo si vince anche e soprattutto con la pace e con la costruzione di risposte adeguate.
La prevenzione si attua anche attraverso ognuno di noi nella vita di tutti i giorni. La lucida follia dei terroristi impone un ripensamento della nostra vita quotidiana. Le modalità di sorveglianza e di investigazione devono essere condivise con tutti. L’intelligenza collettiva deve affiorare nella comunità. La visione non può essere meccanicistica rivolta ad estrapolare e a reagire a singoli episodi peraltro sempre più frequenti. Si deve capire invece che occorre una visione generale molto più articolata ed interdipendente.
Sperare di vincere una guerra con bombardamenti di reazione penso che non porterà ad una soluzione. Spero che si cominci dopo il cordoglio, le lacrime e la rabbia, spero che si cominci con una organizzazione di metodo fra i vari paesi di una unione europea che è sempre stata fino ad ora una mera parvenza istituzionale avulsa dal consenso cittadino.
Cordoglio per i francesi, cordoglio per la vita cittadina francese ed europea messa in discussione nella sua esistenza.

TI-BRE on the road

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Sono sempre stato contro la TI-BRE un ‘opera infrastrutturale vecchia e inutile. Mi sono sempre espresso coerentemente contro la sua realizzazione. E’ sbagliato persino il nome di tale opera. Dovrebbe chiamarsi infatti LI-BRE ovvero Ligure – Brennero dato che il mar Tirreno comincia a Livorno. Anzi dovrebbe chiamarsi LI-TRE dato che si fermerà a Trecasali e mancano e mancheranno i soldi per andare oltre a questo comune parmense. Lo sanno tutti ma nessuno lo evidenzia.

Ho partecipato con la fascia tricolore alla manifestazione contro la TI-BRE insieme ad altri sindaci, ad aprile 2015 a Ronco Campo Canneto (PR) per dire no alla TI-BRE.

Ho inviato un accorato appello al presidente dell’Emilia Romagna, al Presidente del Consiglio, all’Unione Europea per dire SI alla Tirreno Brennero (TI-BRE) ferroviaria e NO alla TI – BRE autostradale.

Come consigliere comunale ho fatto quanto potevo per fermare quest’opera. Se fossi stato il Sindaco avrei partecipato anche all’Assemblea dei Sindaci presso la Provincia di Parma in data 26 ottobre 2015. Magari non sarebbe successo niente e tale carta non avrebbe avuto valore nel gioco dei ruoli politici che si sono delineati. Ma almeno avrei avuto un’ulteriore occasione per evidenziare il mio dissenso a questa opera che considero inutile.

Poi ognuno si assumerà la sua responsabilità politica delle azioni intraprese. L’opera è stata definita dalla regione ER con priorità 2 nel programma delle infrastrutture strategiche anche tenendo conto nel merito politico da quanto stabilito sempre il 26 ottobre 2015 dal Consiglio Provinciale che aveva detto sì alla TI-BRE.

Spero che tale priorità non salga al livello 1 nei mesi a venire (ovvero opera finanziabile ed eseguibile). Un netto NO da parte dell’Assemblea dei Sindaci avrebbe aiutato, a mio avviso, a mettere una pietra tombale sull’intera opera.

Spero bene per l’ambiente di Parma e ricordo che per temi così importanti occorre un’intesa fra le persone avulsa dai giochi politici spesso incomprensibili ai cittadini.